Mondo
La Cina torna a far parlare di se a causa di un¿iniziativa censoria nei confronti dei messaggi di testo, volta ¿ nelle intenzioni ¿ ad arginare il dilagante fenomeno della pornografia e delle frodi telematiche.
Già il 2 giugno, il vice ministro per la sicurezza pubblica, Zhang Xinfeng, aveva annunciato il lancio di una campagna di lotta contro l¿uso criminale degli sms.
Il ministro aveva allora indicato l¿urgenza di utilizzare tecnologie specializzate per evitare truffe quali le false offerte commerciali ¿ volte a reperire le coordinate bancarie degli utenti ¿ o la promozione di materiale pornografico.
Ora, il governo di Pechino ha varato una nuova direttiva ¿ denominata “Self-Discipline Standards on Content in Mobile Short Messaging Services” ¿ per permettere alla polizia di filtrare tutti i messaggi trasmessi sulle reti telefoniche, alla ricerca di termini ¿sensibili¿.
Le autorità hanno subito precisato che la misura è indirizzata al controllo delle attività illegali che ormai privilegiano sempre più i nuovi media, ma gli analisti temono che nel mirino del governo siano ancora una volta i ¿dissidenti politici¿.
Lo scorso anno, mentre la Cina cercava di mantenere il più stretto riserbo sull¿epidemia della Sars, milioni di sms e la fuga di notizie su Internet contribuirono a far conoscere al mondo la gravità reale della situazione e l¿atteggiamento volutamente troppo cauto del governo.
Secondo l¿organizzazione di difesa della libertà d¿informazione, Reporters sans Frontieres, la Cina utilizza tecnologie sempre più sofisticate per l¿intercettazione delle comunicazioni elettroniche e la censura della Rete e detiene attualmente il record di persone incarcerate per reati connessi alla diffusione di notizie ¿scomode¿ su Internet.
L¿associazione rivela che una compagnia cinese ¿ la Venus Info Tech – che si occupa del monitoraggio delle comunicazioni telefoniche ha annunciato che i controlli maggiori sono orientati alla ricerca di ¿indiscrezioni¿ politiche e commenti ¿reazionari¿.
I sistemi di sorveglianza della società ¿ creati dall¿Accademia della Scienza cinese – lavorano su algoritmi di filtraggio basati su parole chiave e combinazioni di parole che inviano automaticamente le informazioni alle forze dell¿ordine e registrano le informazioni complete sui messaggi sospetti (data d¿invio, mittente, destinatario ecc.) per 60 giorni.
La Venus ha ricevuto l¿11 giugno scorso l¿autorizzazione del ministero della Sicurezza a commercializzare il sistema di controllo real time degli sms, che può essere utilizzato anche per monitorare altri tipi di comunicazione, come le eMail.
Il sito Internet Internetpolicy.net, specializzato su questioni relative alla libertà di espressione in Rete, ha lanciato subito l¿allarme, affermando che ¿¿se il prodotto funziona così come indicato da Venus, e se il suo prezzo è basso come gli altri software cinesi, la sua esportazione in altri Paesi è scontata¿.
Sempre secondo la Venus, la Cina conta già 2.800 centri per la sorveglianza degli sms. Questi centri sono nati quasi tutti nel maggio del 2003, per controllare i messaggi trasmessi a proposito della Sars.
Una dozzina di persone sono state all¿epoca arrestate per aver diffuso ¿false indiscrezioni¿ sull¿epidemia attraverso il telefonino.
La nuova direttiva, al momento, è utilizzata soltanto dal maggiore operatore mobile cinese, China Mobile Corporation, che però controlla il 65% del mercato telefonico locale.
In Cina, lo sviluppo della telefonia mobile è stato molto rapido: in alcune città ¿ come Canton e Pechino ¿ il tasso di penetrazione ha raggiunto ormai il 60%, una cifra molto vicina agli standard occidentali.
Lo scorso anno, poi, nella sola Cina sono stati inviati più di 220 miliardi di sms, oltre la metà di quelli inviati in tutto il mondo.
Come dire, un lavoro immane, quello del governo, che però non si scoraggia e continua imperterrito a reprimere la libera circolazione delle informazioni sui nuovi media, utilizzando, come sintetizza RsF, ¿¿un sapiente dosaggio di propaganda, disinformazione e repressione¿.
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Per ulteriori approfondimenti, leggi:
Internet e libertà d¿espressione: RsF invita istituzioni e utenti a non abbassare la guardia
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