Iraq: il Paese chiede con forza il controllo del dominio .iq

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Con il passaggio dei poteri, questa settimana, dalla Coalition Provisional Authority (CPA) a un governo provvisorio, si ripropone clamorosamente in Iraq la questione dei domini Internet .iq.

Idomini .iq, che designano le pagine Internet irachene, attualmente non esistono e la loro propriet&#224 &#232 nel limbo, mentre gi&#224 alcuni mesi fa, il presidente della National Communications & Media Commission (ICMC), Siyamend Othman, dichiarava che avviare il processo che porter&#224 il Paese a gestire i domini .iq rappresenta ¿¿una tangibile, seppur simbolica, pietra miliare per la nazione, cos&#236 come per la libert&#224 e le speranze di riscatto del popolo iracheno¿.

Pochi giorni prima della creazione della ICMC (avvenuta nell¿aprile di quest¿anno) il capo della CPA Paul Bremer, aveva inviato una lettera all¿Icann ¿ l¿ente che si occupa dell¿assegnazione dei nomi di dominio ¿ per sollecitare il passaggio della propriet&#224 dei domini .iq alla Commissione irachena.

La richiesta ¿ datata 16 aprile ¿ era motivata dal fatto che il passaggio di ¿consegne¿ avrebbe fatto capire agli investitori stranieri che l¿Iraq si stava avviando verso un futuro di alta tecnologia.

A due mesi di distanza, per&#242, nulla si &#232 ancora mosso e, sebbene gli Internet Caf&#232 stiano cominciando a prendere piede a Baghdad, il Paese &#232 totalmente assente dalla Rete e ancora pochissime persone possiedono un computer. Ancora meno quelli che si collegano a Internet.

Secondo un recente studio citato dall¿amministrazione Usa, soltanto il 12% della popolazione irachena possiede un computer, ma soltanto il 6% ha accesso a Internet e il 2% lo usa regolarmente.

Prima della guerra, una piccola comunit&#224 Internet stava cominciando a emergere, grazie alla State Company for Internet Services, fondata dal regime nel 2001.

Ora la State Company rappresenta il maggiore ISP del Paese, ma la distruzione delle infrastrutture, provocata dalla guerra, sta ritardando la ripresa delle attivit&#224 on line.

Nel frattempo, l¿amministrazione Usa in Iraq ha iniziato a creare le infrastrutture per la connessione dei diversi uffici governativi e per rendere Internet pi&#249 accessibile al settore privato.

Il processo di trasferimento della gestione dei domini Internet, dunque, &#232 lontano dall¿essere completato, anche perch&#233 la situazione nel Paese &#232 ancora molto instabile.

La situazione &#232 ulteriormente complicata dal fatto che la propriet&#224 del dominio &#232 nelle mani della societ&#224 texana Infocom, di propriet&#224 di Bayan Elashi, un palestinese attualmente detenuto nelle prigioni federali con l”accusa di finanziare il movimento integralista di Hamas.

Le autorit&#224 irachene, tuttavia, hanno fatto sapere che la loro richiesta &#232 stata fatta sul modello di quella presentata dall¿Afghanistan.

Qui, per&#242, il precedente proprietario del dominio, sparito da diversi anni, &#232 ricomparso ¿magicamente¿ all¿inizio dei bombardamenti contro il regime talebano, ha velocemente trasferito la propriet&#224 alle autorit&#224 americane ed &#232 sparito nuovamente.

Elashi, invece ¿ sebbene tutti sappiano esattamente dove si trovi ¿ non sembra affatto disposto a cedere il dominio.

La difficolt&#224 principale, tuttavia, risiede nella storia stessa di Internet e di chi ha l¿autorit&#224 di decidere chi deve gestire i nomi di dominio.

Il sistema dei DNS venne ideato da Jon Postel che ne redasse anche il protocollo di gestione.

In base a tale documento, nel 1997, l¿amministrazione del dominio .iq venne affidata a Bayan Elashi, palestinese trasferitosi negli Usa dal 1977.

E nel 1997 venne anche aggiunto l¿ultimo grande blocco di codici al DNS (da allora ne sono stati creati solo altri 4: Nauru Island, Comoros, Bangladesh e Territori Palestinesi).

Pochi mesi dopo, Postel mor&#236 e venne creata l¿Icann, un organismo privato nato per gestire e coordinare il sistema dei nomi di dominio, con l¿idea che l¿ente sarebbe presto diventato autonomo e sarebbe stato capace di capire una struttura a cos&#236 rapida evoluzione.

Allo stesso tempo, il compito di gestire l¿assegnazione di nomi di dominio particolari rimase sotto l¿egida dell¿ Internet Assigned Numbers Authority (IANA), un ente legato per contratto al governo statunitense e che aveva il compito di gestire le funzioni di coordinamento centrale della rete Internet mondiale nell”interesse di tutti, sotto la guida di Postel.

Ma a questo punto si diede vita a una battaglia di supremazia tra i due enti che &#232 ancora in corso.

Questa battaglia intestina, di fatto, blocca la ¿liberazione¿ del dominio .iq, rimbalzata da un organismo all¿altro senza che nessuno riesca a capire come mai, la presenza su Internet di un intero Paese sia lasciata in mano a un presunto simpatizzante terrorista, quando una commissione media riconosciuta ne ha richiesto la propriet&#224.

&#169 2004 Key4biz.it

Alessandra Talarico

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