Italia
C¿era da aspettarselo.
L¿accordo fra Mediaset e le società calcistiche Juventus, Milan e Inter per l¿esclusiva sui diritti di trasmissione in pay-per-view delle partite del Campionato di serie A su cavo, Adsl e tv digitale terrestre, ha catalizzato l¿attenzione del mondo dei media, destando le preoccupazioni tra i diversi competitor e alimentando un acceso dibattito sulla vicenda tra gli addetti ai lavori.
Colpo a freddo? Difficile da considerare tale.
Si apre di certo una nuova fase dell¿involuzione televisiva, a conferma che c¿è anche di peggio rispetto al duopolio imperfetto. Rimane inoltre il dubbio che un acquisto del genere possa essere considerato come ordinaria prassi di mercato, dal momento che tende ad alterare i ruoli nella catena del valore televisivo.
Staremo a vedere.
Intanto, dopo gli ingenti investimenti nel digitale (130 milioni di euro), giungono oltretutto le prime critiche interne alla Rai che si farebbe notare ¿¿per l”assenza di una spinta propulsiva che le permetta di essere dinamica e concreta su un tema di così largo respiro e interesse¿ come dichiarato dai membri del Cdr di Raisport e da Usigrai, preoccupati per il ruolo che la tv pubblica dovrebbe rivestire nel settore. ””L”interrogativo e” sempre lo stesso: quali sono le strategie della Rai in merito ai diritti sportivi?””
La polemica nasce dal fatto che, con il nuovo accordo appena siglato, Mediaset segna a suo favore un punto per alcuni decisivo:¿¿insidia sia il canale satellitare che l”offerta in chiaro; mentre la Rai si disinteressa di quanto sta accadendo rimanendo arroccata su se stessa””.
Anche a livello politico non sono mancate le polemiche.
Il parlamentare dei DS Giuseppe Giulietti ha parlato, riferendosi alla Rai, di ¿¿immobilismo del servizio pubblico su un tema che dovrebbe essere invece centrale e strategico, interessando un potenziale di 21 milioni di famiglie¿.La Rai fa finta di non rendersi conto di essere scivolata sempre più fuori dal mercato legato ai diritti del calcio””.
Senza mezze parole Giulietti aggiunge che ¿si ripropone l”interrogativo che la Rai stia favorendo l”azienda legata al presidente del consiglio¿.
Aprendo il secondo capitolo del dibattito, Giulietti ha inoltre commentato ””Ben venga la competizione tra Mediaset e Sky ma della liberalizzazione del mercato tv per ora non si vede neppure l”ombra””.
Paolo Gentiloni, capogruppo della Margherita in commissione di Vigilanza Rai, ha dichiarato di meravigliarsi di come la Tv pubblica ¿non abbia neppure tentato di cogliere l”occasione””.
Parlando dell¿accordo strategico ha aggiunto che si tratta di ¿una doccia fredda per quanti pensavano che il digitale terrestre sarebbe stata un”occasione per l”ingresso di nuovi attori nel mercato televisivo””.
Differente l¿approccio del ministro Gasparri, che alla polemica ha risposto seccamente che la transizione al digitale terrestre avviene secondo i termini della 66/2001, ¿una legge del governo dell”Ulivo¿che ha fissato la data del passaggio al digitale nel 2006. Inoltre, aggiunge Gasparri, ¿sul mercato ognuno la utilizza come meglio crede¿.
Riferendosi alla vicenda, ha poi sottolineato che ””si tratta di un”interpretazione riduttiva: non possiamo ostacolare il progresso tecnologico con le dietrologie e poi anche la Rai e La 7 hanno fatto i loro investimenti. Chi ci crede e investirà di più avrà anche i migliori risultati. È il mercato””.
Sulla sfida al magnate australiano ha infine concluso dicendo che ¿Murdoch opera sul satellite ma ora c”è anche un”altro tipo di offerta¿ e in futuro, in base ai contenuti, ai costi e alle convenienze sarà, come sempre, il mercato a scegliere¿.
¿¿Il mercato si muove e la tecnologia utilizzata dal digitale terrestre non e” una scatola vuota. Non si possono fare commenti improbabili ora che arrivano i contenuti¿.
L¿accordo raggiunto da Mediaset, sempre secondo il ministro, sarebbe la risposta a chi ¿criticava il digitale terrestre che si dimostra invece una delle opzioni del futuro della tv: fa male chi non la prende sul serio perché il digitale crescerà e deve quindi offrire prodotti di largo consumo come il calcio¿.
Di fatto, l¿accordo triennale partirà dal prossimo Campionato e si concluderà nella stagione 2006-2007, consentendo al pubblico munito di decoder e smart-card prepagata di assistere, dalla stagione 2005-06, alle partite più esclusive del Campionato. Sarà infatti solo dal prossimo anno che partirà la vera offerta commerciale di Mediaset, che per questa prima stagione offrirà il servizio in via sperimentale.
Secondo quanto stabilito, dal 2004 al 2007 Mediaset manterrà i diritti per la messa in onda in digitale degli incontri, ma dal 2007, scattando la seconda fase dell¿accordo, il Gruppo ¿ per 86 milioni di euro ¿ si è accaparrata il diritto di prelazione sull¿acquisto di tutti i diritti criptati per le tre squadre, e cioè oltre che su cavo, Adsl e digitale terrestre, anche su satellite.
Questo significa che, a partire da quella data, la Pay TV del tycoon Rupert Murdoch potrebbe perdere quella leadership a tutt¿oggi acquisita, gestendo l¿unica piattaforma esistente e detenendo oggi il monopolio sulla trasmissione satellitare di tutte le partite di serie A e di diverse di serie B. Brutto momento per Sky, che oltretutto non ha ancora concluso, con le diverse società, le trattative per i diritti del biennio 2005-2007.
E tutto questo mentre Mediaset, su cui sono puntati i riflettori di industrie di settore e analisti, deve decidere se trasmettere in via sperimentale le partite del Campionato 2003-2004 sui propri canali digitali o cederli ad altri operatori come Rai, La7 o Sportitalia di Tarak Ben Ammar.
Se al momento i primi interessati sono gli operatori del cavo come Fastweb e della Tv via Adsl come Telecom Italia, la vera sfida commerciale promette di essere quella del digitale terrestre e il diretto rivale è quindi Sky.
Quel che è certo è che, se Mediaset dovesse acquistare tutti i diritti a partire dal 2007, la battaglia si consumerà fra i due player,e sarà solo con il gruppo Mediaset che la Pay TV di Murdoch dovrà trattare per la loro vendita. Non essendo un operatore satellitare, né del cavo o dell¿Adsl, è prevedibile che il gruppo manterrà i diritti per la trasmissione in tecnica digitale terrestre cedendo tutti gli altri. Ma è ancora presto per dirlo.
E allora, satellite contro digitale terrestre?
Sembra proprio questa la vera sfida, non solo fra broadcaster ma anche fra tecnologie, nonché modelli di business. Di fatto, il nuovo accordo alimenta la competizione fra tecnologie, come confermano le dichiarazioni rilasciate dal presidente di Mediaset Fedele Confalonieri: ¿Noi nel digitale ci crediamo e per questo abbiamo investito decine e centinaia di milioni¿. Investimenti che, ricordiamo, sono pari a 50 milioni di euro per il 2003 e 20 milioni per il 2004.
Mediaset punta quindi al ruolo di content provider, entrando come new comer in un nuovo mercato e sfidando il temibile competitor Sky.
Insomma lo scenario si sta evolvendo, questo è certo. E non è detto che vada per il meglio.
Se oggi il digitale è ancora un mercato di nicchia rispetto al satellite (500 mila decoder contro 2,7 milioni di abbonamenti satellitari) la transizione al digitale dei prossimi anni ridisegnerà in qualche modo lo scenario. Non solo, ma secondo gli analisti l¿accordo appena siglato dovrebbe far lievitare le vendite dei decoder fino a rispettare la previsione di 1 milione di unità vendute entro la fine dell¿anno.
Al 2006, data dello switch-off, i decoder diffusi in Italia dovrebbero arrivare a 26 milioni di unità.
Ma è inutile dire che è un obiettivo irrealizzabile, nonostante il contributo attuale di 110 milioni di euro stanziati per incentivarne l”acquisto.
In conclusione, consumato il terremoto di queste ore rimane il fatto che la tv digitale terrestre può rappresentare al momento un caso di successo solo quando è offerta gratuitamente. Là dove è stata lanciata con modalità pay-per-view si è trasformata in un bagno di sangue.
E¿ probabile che Mediaset abbia comprato i diritti per cavo e Adsl proprio per coprire i rischi commerciali del modello della Tv digitale terrestre. Ma in tal modo controlla ancora di più il mercato dei contenuti. E senz¿altro questo rappresenta il primo obiettivo.
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Per ulteriori approfondimenti, consulta:
Mediaset, da broadcaster a fornitore di contenuti. Si annunciano scontri. Rai alla finestra
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