Italia
di Angelo Zaccone Teodosi
Presidente IsICult
La notizia è sfuggita ai più: le dimissioni del Prof. Paolo Bafile da Vice-Presidente del Consiglio Nazionale degli Utenti, l¿organo che pure dovrebbe fungere da ¿osservatore critico¿ del ¿content¿ del sistema televisivo e multimediale (in effetti, ha ¿competenza¿, almeno sulla carta, anche su internet).
Si tratta di una notizia sintomatica, perché non solo la decisione di Bafile avrebbe meritato attenzione in sé, in un Paese più serio del nostro, ma perché avrebbe dovuto stimolare una riflessione sui ¿poteri¿ e ¿contropoteri¿, all¿interno di una società democratica e trasparente, in un¿area delicata qual è quella della comunicazione.
Si osservi che la notizia sarebbe stata sostanzialmente ignorata, se non avesse goduto di un rilancio curato dal quotidiano romano Il Messaggero, che ha promosso il fatto a dignità di prima pagina (e complimenti ad Alberto Guarnieri ed al suo direttore), nell¿edizione dello scorso 3 giugno¿
La notizia è stata poi rilanciata anche dalla trasmissione Il grande Talk Insomma, la notizia delle dimissioni di Bafile, grazie a qualche volenteroso, ha superato la clandestinità totale¿
Il 27 maggio 2004, AgCom ha provveduto a formalizzare la nomina degli 11 componenti del nuovo Consiglio Nazionale degli Utenti, organo che ha (avrebbe, sostiene, qualche ipercritico analista) il compito di esprimere pareri o proposte all”Autorità al Parlamento, al Governo e a tutti gli organismi pubblici competenti in materia audiovisiva (il precedente era stato nominato nel marzo 2000): si tratta di Marina D”Amato, Pier Giorgio Liverani, Flavio Manieri, Cesare Mirabelli, Isabella Poli, Laura Sturlese, Luca Borgomeo, Francesco Casetti, Gelsomina Maisto, Giovanni Pagano, Paolo Piccari.
I componenti sono stati tutti confermati, con la sola eccezione di Paolo Bafile, Mara Colla, Mario Russo, Giovanni Cocco. Nuovi membri sono Luca Borgomeo, Francesco Casetti, Gelsomina Misto, Paolo Piccari.
Ci si augura che l¿organo riesca a recuperare una funzione critica e propositiva adeguata alle esigenze del sistema televisivo italiano: in effetti, a parer mio, il Cnu potrebbe essere il ¿pungolo¿, per stimolare il superamento delle fasi di frequente ¿sonnolenza¿ nelle quali sembra cadere l¿Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni¿
Crediamo che su ¿sonnolenza¿, ci sia consenso, da parte degli operatori dei media e degli osservatori indipendenti, mentre non ce la sentiamo di essere così crudeli, come Roberto Zaccaria, che, nel suo ennesimo attacco alla ¿inefficienza¿ AgCom (su ¿l¿Unità¿ del 31 maggio), infieriva, titolando senza mezzi termini ¿Authority senza autorità¿ (assai diverso però ¿ ricordiamo ¿ il giudizio di Zaccaria su AgCom, quando era Presidente Rai)¿
Va comunque lamentato che ben poca eco hanno avuto, purtroppo, complessivamente, le dimissioni di Bafile, già dirigente ministeriale e magistrato della Corte dei Conti, ed appunto già Vice-Presidente del Cnu (nominato dall¿Acli e dall¿associazione di telespettatori cattolici Aiart), rese note il 26 marzo 2004: Bafile si è dimesso dalla sua carica con una lettera inviata al presidente dell”Autorità per le Garanzie sulle Comunicazioni, Enzo Cheli, nella quale contestava la scarsa incisività del Cnu ed il fatto che, nelle rare volte in cui il Cnu è intervenuto criticamente, è rimasto quasi sempre inascoltato dall”Autorità.
Bafile ha denunciato ¿il progressivo affievolimento della capacità critiche¿, manifestatosi anche con ¿rassegnati quanto ingiustificati silenzi¿; poi, ¿una sempre più scarsa incisività nell”azione del Consiglio nella salvaguardia dei diritti e delle legittime esigenze dei cittadini¿; un ¿progressivo scostamento (se non proprio una divaricazione) fra le funzioni e le finalità che la legge attribuisce al Consiglio e la loro concreta attuazione¿; che in quattro anni sia le attività consultive che propositive siano state ¿piuttosto scarse e, talvolta, mortificate¿.
Bafile ha richiamato alcuni casi: la totale inesistenza di procedimenti sanzionatori seguiti al monitoraggio, chiesto dallo stesso Consiglio, sugli spot contenuti nei film trasmessi da 8 emittenti nazionali e da cui emersero infrazioni da parte delle tv commerciali ””più gravi e più numerose di quanto lo stesso Consiglio non sospettasse¿; il sostanziale via libera dato dall”Autorità ai programmi che possono ¿nuocere¿ ai minori purché trasmessi dalle 23 alle 7 e fortemente criticata dal Consiglio, allora presieduto da Ettore Gallo; una lettera sui poteri sanzionatori dell”Autorità inviata a Cheli e rimasta lettera morta.
Il caso citato come ¿decisivo¿ dallo stesso Bafile riguarda 3 delibere dell”Autorità che archiviavano gli atti relative alle infrazioni di tv commerciali che avevano trasmesso: film vietati ai minori di 18 anni per ¿intervenuta oblazione”” (circa 1.000 euro): un ””insulto alla logica e al buon senso, oltre che ai principi del diritto¿.
Segnalo ¿ en passant ¿ che dopo qualche giorno rispetto alla sortita di Bafile, si registra una ¿reazione¿ AgCom. Scrive l¿Ansa in un dispaccio diramato il 29 marzo:
¿Tv Autorità Tlc, rivedere sanzioni per violazione codice. Traversa: escludere applicabilità istituto oblazione¿ (Ansa) ¿ Roma, 29 marzo.
L”Authority delle tlc punta a rivedere il sistema delle sanzioni ¿per lo meno sotto il profilo dell”esclusione dell”applicabilità dell”istituto dell”oblazione per i reati più gravi¿, come la violazione del codice tv-minori. E” l”intenzione annunciata stamattina dal Vicepresidente Silvio Traversa in occasione del decennale della Commissione per l”assetto del sistema radiotelevisivo (su questa commissione, avremo occasione di tornare, in prossime sortite¿ nota nostra) e fa seguito alle dimissioni del Vicepresidente del Consiglio nazionale degli Utenti, Paolo Bafile, motivate, tra l”altro, proprio dalla inadeguatezza dell”istituto dell”oblazione. Il sistema di sanzioni per le emittenti che violano regole e codici ¿è assolutamente inadeguato ¿ ha ammesso Traversa ¿ anche perché la forchetta delle sanzioni è troppo ristretta¿. Da qui l”impegno della Autorità per le tlc che, ha spiegato il vicepresidente dell”Authority, ¿sta studiando il sistema e sollecitando gli organi competenti, dal parlamento al governo, per arrivare ad una revisione delle sanzioni per lo meno sotto il profilo dell”esclusione dell”applicabilità dell”istituto dell”oblazione per certi reati¿ (¿).
L¿8 aprile arriva una replica del Ministro:
(Ansa), Roma, 8 aprile: ¿Il Comitato per l”applicazione del Codice di autoregolamentazione tv-minori ¿nel primo anno di attività si è mosso nell”ambito dei poteri di cui dispone e ha avviato 137 procedimenti e sanzionato 47 programmi¿. Lo ricorda il Ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri, replicando al Vicepresidente dimissionario del Consiglio nazionale degli utenti, Paolo Bafile. ¿In una dozzina di casi ¿ sottolinea Gasparri in una nota ¿ l¿emittente sanzionata ha dovuto dar notizia in trasmissione dell”intervento a proprio carico. Non era mai successo. Tutte le delibere sono state trasmesse all”Autorità per le Comunicazioni che a sua volta ha aperto numerosi procedimenti sanzionatori. In otto casi, a tutt”oggi, tali procedimenti si sono conclusi con sanzioni pecuniarie a carico delle emittenti¿. Nei giorni scorsi, Bafile aveva lasciato l”incarico di Vicepresidente del Consiglio degli utenti per sottolineare la scarsa incisività dell”organismo, citando tra l”altro alcune delibere dell”Autorità per le Comunicazioni che avevano archiviato gli atti relativi alle infrazioni di tv commerciali che avevano trasmesso film vietati ai minori di 18 anni per ¿intervenuta oblazione¿. La stessa Autorità aveva poi annunciato l”intenzione di rivedere il sistema delle sanzioni, in particolare escludendo l”oblazione per i reati più gravi, come le violazioni del codice tv-minori¿.
Sono convinto che una vicenda come quella che ha visto Paolo Bafile come protagonista, ¿vox clamans¿ in deserto, debba stimolare una riflessione, almeno nella ampia comunità dei lettori di Key4biz, sull¿importanza, sulla necessità, sulla indispensabilità, del dissenso e della critica (insomma, anche delle voci fuori dal coro, appunto) in società sempre più appiattite sul ¿buon senso¿ del potere dominante.
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