Europa
Un passo in più verso la repressione. Dopo il processo contro gli internauti colpevoli di scambiare file musicali in Rete, i professionisti della musica, Universal Music in testa, vogliono ottenere la proibizione delle tecnologie peer-to-peer. I più noti siti, e i più nocivi per gli aventi diritto, che praticano lo scambio di Mp3 sulle reti P2p sono KaZaA, eDonkey e anche Bittorrent. Il ragionamento che sottintende questa nuova proibizione è semplice. Secondo le major discografiche, l¿offerta legale sul Web non potrà mai svilupparsi normalmente se esistono ancora delle soluzioni di file-sharing gratuito di contenuti. Apple e il suo iTunes Music Store hanno realizzato una buona performance sul mercato della musica online, vendendo più di 85 milioni di brani in un solo anno, ma tutto questo non rappresenta che il 2% del mercato della vendita di dischi negli Stati Uniti. La vendita di Cd sta crollando velocemente, parliamo del 10% l¿anno. iTunes non può fare miracoli, il gap è troppo profondo. E per le case discografiche, il P2p è l¿unico responsabile di questa crisi. La soluzione radicale capace di ridare speranze al settore, è una sola: vietare tout court il peer-to-peer. Una risposta dura al progetto di licenza legale sulle reti P2p sostenuta dall¿Adami (Amministrazione dei diritti degli artisti e musicisti interpretati). Bisogna però capire se una simile iniziativa sia possibile tecnicamente e politicamente. La SACD (Società degli autori e compositori drammatici), si mostra, per una volta, molto discreta sull¿opportunità di sostenere a riguardo gli aventi diritto della musica. ¿Abbiamo parlato di questa ipotesi. Ma non sappiamo se sarà possibile metterla in atto. Conviene avviare un dialogo con i fornitori d¿accesso Internet nell¿ambito di un comitato creato dai poteri pubblici¿, sottolinea Pascal Rogard, il presidente della società civile dell¿audiovisivo. La prima riunione tra gli Isp e gli aventi diritto dovrebbe essere fissata per il prossimo 15 luglio in Francia, come ha annunciato la scorsa settimana il ministro francese della Cultura e della Comunicazione, Renaud Donnedieu de Vabres. Un atteggiamento prudente che però non ha convinto le case discografiche, ormai sul piede di guerra. I tempi stringono, infatti, nei primi mesi dell¿anno, le major francesi hanno registrato una riduzione del 20% delle vendite di Cd. L¿avanzata della banda larga non è del tutto estranea a questa recessione drammatica. Secondo le major anche l¿avanzata delle connessioni veloci a Internet ha contribuito a incentivare la pirateria. Spetta ormai ai poteri pubblici trovare una soluzione a questo incandescente dossier. Il governo francese ha mostrato chiaramente dall¿inizio del 2004 la ferma volontà a lottare contro i furti online di musica, servendosi di tutti i mezzi disponibili. Il divieto del peer-to-peer, allora, come ultima arma per vincere questa guerra?
© 2004 Key4biz.it
Per ulteriori approfondimenti, consulta:
Archivio delle news sul Decreto Urbani, la Direttiva Europea e la Proprietà intellettuale