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Una Corte d¿appello di Philadelphia ha bloccato ieri l¿applicazione delle nuove disposizioni normative federali sulla concentrazione dei media, che avrebbero permesso ai grandi Gruppi di media di ampliare il loro impero sul mercato statunitense.
Un panel di tre giudici ha chiesto alle Autorità di giustificare meglio le loro decisioni nell¿ambito della regolamentazione dei media, che ammorbidirebbero l¿attuale regime in vigore.
Le nuove disposizioni erano state approvate lo scorso anno dopo una controversa votazione nella Commissione federale delle Comunicazioni (FCC ¿ Federal Communications Commission).
In seguito, il documento era stato oggetto di numerose critiche da parte di alcuni membri del Congresso, che preferivano il precedente quadro normativo.
Secondo i sostenitori del nuovo sistema, il precedente ¿ che stabiliva un limite al numero delle testate, radio e Tv che potevano essere detenute da un singolo proprietario nella stessa città ¿ era divenuto inapplicabile nella società moderna con lo sviluppo dei nuovi media.
I giudici della Corte d¿appello ritengono adesso che FCC non sarebbe riuscita dimostrare la validità delle proprie ipotesi per determinare il grado di concentrazione dei media su un dato mercato.
Il presidente della FCC, Michael Powell, ha dichiarato che il ritardo causato dalla decisione della Corte d¿appello renderà l¿applicazione delle nuove disposizioni più difficile.
¿Con la decisione di oggi ¿ ha commentato Powell ¿ sarà più difficile per la Commissione proteggere (il pubblico americano) contro una maggiore concentrazione dei media¿.
La riforma adottata il 2 giugno 2003 dava la possibilità a una società di controllare fino al 45% dell¿audience televisiva nazionale contro il 35% fissato fino ad allora e permetteva anche a un Gruppo di poter possedere emittenti televisive e giornali coprendo gli stessi mercati.
Prima della Corte di Philadelphia, un¿altra Corte della Pennsylvania a inizio anno, aveva ordinato la sospensione dell¿entrata in vigore di questa riforma.
Nel luglio 2003, una Commissione della Camera americana aveva adottato un provvedimento che di fatto bloccava la nuova norma della FCC che consentirebbe alle società che operano nel mercato della comunicazione di possedere, in via combinata, emittenti televisive, radiofoniche e giornali nella stessa città, oltre a rendere plausibile, per un network televisivo, il controllo di reti locali fino a raggiungere il 90% dell¿intera platea dei telespettatori.
La modifica della FCC modificherebbe il settore mediatico e secondo alcuni potrebbe imbavagliare la libertà d¿espressione. E¿ naturale che dietro le preoccupazioni degli americani ci sono i giganti americani dei media, come Disney, Time Warner, la News Corp del magnate australiano Rupert Murdoch, che in breve potrebbero monopolizzare l¿intero mercato.
Le grosse società americane di media sono scese in campo in difesa della nuova norma sulle concentrazioni editoriali proposta, destinata a garantire loro maggiore influenza nel panorama mediatico statunitense.
Il disegno di legge, che modificherà la normativa vigente in materia di editoria, in vigore dagli anni ¿70, ha già acceso polemiche sia dal fronte repubblicano, che dall¿opposizione. Ma non solo, anche le associazioni dei consumatori si sono schierate contro gli stravolgimenti che questa legge apporterebbe sul mercato mediatico.
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