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La questione della pubblicità occulta contrappone la Tv pubblica contro l¿Antitrust. La situazione sembra aggravarsi di fronte al rifiuto della Rai di fornire all¿Autorità presieduta da Giuseppe Tesauro le cassette delle trasmissioni che conterrebbero presunte pubblicità occulte, impedendo all”Autorità ¿l¿esercizio di una precisa competenza di legge“.
Entrando nel merito della vicenda e delle indagini condotte dall¿Antitrust, Tesauro ha commentato che la concessionaria della Rai rifiuta sistematicamente di fornire copia delle relative cassette, impedendo così all”Autorità l”esercizio di una precisa competenza prevista dalla legge.
Nei giorni scorsi, l¿Autorità aveva chiesto alla Tv pubblica la copia delle cassette di alcuni programmi televisivi che dimostrerebbero l¿esercizio della pubblicità occulta.
La Rai ha rifiutato di fornire queste copie, adducendo che l¿Antitrust non sarebbe competente in materia.
¿La Rai non ha il dovere di fornire all”Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato copia delle sue trasmissioni, a differenza di quanto previsto dalle normative di legge per l”Autorità Garante delle Comunicazioni¿, si legge nel comunicato diramato dall¿azienda.
Ma Tesauro ha commentato che ¿Un Direttore generale quando parla deve sapere di che parla. Non posso ritenere che Cattaneo abbia parlato seriamente“, ha detto ancora Tesauro, a margine dell¿importante appuntamento di ieri.
¿Ritengo che un Direttore generale della Rai certe cose le debba sapere, quindi, parto dal presupposto che se dice che siamo incompetenti ha fatto una battuta scherzosa, altrimenti c”è un problema¿.
Per il presidente dell¿Antitrust esiste semmai un problema di un cattivo servizio legale della Rai. ¿Noi abbiamo competenze sulla pubblicità ingannevole non riconoscibile. Mediaset ce le ha sempre date (le cassette), la Concessionaria del servizio pubblico no¿.
Nella sua relazione, Tesauro ha indicato che “complessivamente sono più di mille all”anno le denunce che l”Autorità riceve in materia di pubblicità ingannevole, la maggior parte da singoli consumatori. Ciò a testimonianza del fatto che cresce la consapevolezza dei consumatori e la fiducia nell”attività svolta dall”Autorità, nonostante alcune carenze, limiti e difficoltà (…) che rendono talvolta troppo oneroso l”intervento, fino a precluderlo”.
Il Presidente dell”Antitrust ricorda quindi che il fatto stesso che l”Autorità non possa visionare le cassette, imponga il riconoscimento della pubblicità contenuta in esse come ¿non riconoscibile¿ e quindi condannata. Ogni pubblicità – ha ricordato – può essere sanzionata da 1.000 a 100.000 euro, con la possibilità di far chiudere l”azienda per 30 giorni.
Nel maggio scorso, la campagna contro la pubblicità occulta in Rai condotta dalla trasmissione Striscia la Notizia di Canale5 aveva portato alla autosospensione del conduttore Michele Cocuzza dal programma La vita in diretta, che avrebbe mandato in onda spot occulti a favore di locali e ristoranti.
In una nota l¿Antitrust ha dichiarato che ¿Non può non stupire che sia proprio la concessionaria del servizio pubblico a negare ogni collaborazione all”Autorità preposta alla tutela dei consumatori dalla pubblicità ingannevole e occulta, anche in considerazione della particolare sensibilità al tema in questione manifestata più volte dalla stessa Rai¿.
L¿Antitrust si dice consapevole che al potere, fissato da una norma, di chiedere alle emittenti televisive copia della registrazione di programmi non corrisponde per le stesse alcun obbligo di fornirla.
¿E” precisamente per questo che le relative denunce vengono spesso archiviate, ma non sempre. L”Autorità infatti – afferma ancora il comunicato – ogni qual volta ciò sia possibile e pur non avendo alcun obbligo di legge in tal senso, acquista tali registrazioni da società terze che conservano copia di tutte le trasmissioni per i successivi tre mesi. Ciò ha consentito, in non pochi casi, di avviare i relativi procedimenti e di condannare per pubblicità occulta la stessa Rai, con provvedimenti già passati in giudicato. Va inoltre sottolineato che altre emittenti hanno fornito e forniscono copie di spot e di programmi¿.
Immediata replica della Rai al presidente dell”Antitrust. In un comunicato proveniente da Viale Mazzini, l¿azienda spiega che ””si tratta di una procedura da sempre seguita dall”azienda, come dimostra una lettera ufficiale in materia inviata anni fa dall”allora presidente Roberto Zaccaria. Nelle risposte fornite all”Antitrust, è stato chiarito che mentre la legge obbliga l”Autorità a porre ”in essere ogni adempimento necessario per acquisirne copia”, l”unico obbligo a carico delle emittenti televisive è previsto dall”art.4: ¿quando il committente non è conosciuto, il responsabile del procedimento fissa un termine al proprietario del mezzo perché fornisca ogni informazione idonea ad identificarlo¿.
Secondo quanto si apprende da Viale Mazzini ¿¿il 99% dei giudizi espressi dal Tar in materia di pubblicità occulta e ingannevole sul ricorso della Rai è stato favorevole alla Tv pubblica¿.
¿La sensibilità della Rai su questi temi – si fa notare dagli stessi ambienti – è dimostrata dal fatto che l”azienda si è rivolta immediatamente, per prima, alla magistratura per accertarsi dei fatti in questione¿.
Intanto le associazioni dell¿Intesaconsumatori hanno chiesto l¿immediato intervento del Parlamento, in una lettera inviata al presidente della Commissione Parlamentare di Vigilanza Claudio Petruccioli, ¿per far ripristinare alla Rai, la legalità ed doveroso rispetto delle leggi¿.
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