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Quando ormai tutto sembrava definito, tranne che per alcuni dettagli strettamente tecnici, ecco cambiate le carte sul tavolo delle trattative dove si sta giocando il futuro della prima holding editoriale italiana, Rcs MediaGroup.
Secondo indiscrezioni dell¿ultima ora, l¿atteso spin-off sarebbe saltato. A deciderlo sarebbero stati i principali soci di Rcs, Fiat (10,2%) e Mediobanca (9,4%).
All¿attuale patto partecipano anche Gemina con il 9,2%, il Gruppo Pesenti con il 4,8%, Generali con il 2,5%, Pirelli, Intesa, la Sinpar di Luigi Lucchini, la Finint di Roberto Bertazzoni, Edison e Mittel con quote sotto il 2%.
“Siamo a un punto cruciale, c”è il rischio che salti tutto“, ha spiegato la fonte aggiungendo che i principali soci si sarebbero compattati nel porre un limite alle richieste di Romiti aspettando un eventuale passo indietro da parte sua.
“E” un momento molto delicato, tutto può succedere, anche che le trattative saltino, ma bisogna essere prudenti nello sbilanciarsi“, ha detto però un”altra fonte.
Ieri c”è stato un nuovo incontro tecnico nella sede di Mediobanca a cui hanno preso parte l”Ad di Rcs Maurizio Romiti e i consulenti Roberto Poli e Michele Carpinelli, durato poco meno di un”ora.
In serata il presidente di Pirelli Marco Tronchetti Provera e l”Amministratore delegato Carlo Buora si sono trattenuti per circa due ore nella sede di Mediobanca, ma i motivi della visita non sono noti.
Cesare Romiti aveva recentemente proposto ai propri azionisti di scindere il Gruppo Rcs in due unità distinte.
Progetto che fin dall¿inizio si è rivelato problematico, Fiat ha preso una posizione molto forte insieme a Mediobanca per osteggiare queste modifiche.
I Romiti avrebbero voluto separare le attività della stampa ¿ Corriere della Sera, Gazzetta dello Sport, El Mundo e altre riviste ¿ da quelle che riguardano l¿editoria – Rizzoli, Fabbri, Bompiani in Italia, Flammarion in Francia ¿ per dar vita a due società separate, prevedendo poi la quotazione in Borsa della società scissa, Rcs2.
Le indiscrezioni a riguardo sostenevano che la famiglia Romiti stesse considerando l¿ipotesi di in un primo Gruppo, Rcs1 (stampa) che sarebbe finito nella mani degli attuali azionisti, e di un¿altra unità, Rcs2 (editoria, compresa la quota di El Mundo), che sarebbe toccata alla società Gemina della famiglia Romiti e ad altri azionisti Rcs, da Tronchetti Provera a Pesenti, da Generali a Edison.
Secondo i rumor, la famiglia Romiti avrebbe voluto prendere il controllo della maggioranza di Rcs2, conservando però delle quote in Rcs1.
Il piano in realtà non ha convinto da subito alcuni membri del patto, in particolare la Fiat. Il nuovo presidente dell¿azienda automobilistica, Luca Cordero di Montezemolo, si e posto immediatamente sulla stessa linea di Umberto Agnelli, alleandosi con Mediobanca, Generali, Pirelli e con la famiglia Pesenti per contrastare il piano di una società Rcs2 interamente consacrata all¿edizione.
In questi ultimi giorni, si sono susseguiti fino a tarda sera gli incontri dei vertici di Rcs, che si sono riuniti con i gli avvocati e gli advisor messi in campo per definire le condizioni e le modalità tecniche per questa possibile scissione delle attività libri, che avrebbe dovuto passare a Gemina
A Gemina sarebbe dovuta andare una quota di Rcs Libri che la stampa indicava intorno al 30%. La partecipazione di in Rcs MediaGroup avrebbe potuto essere in parte oggetto di uno swap con il pacchetto di Rcs Libri e in parte essere ceduta pro quota agli altri azionisti del patto.
Ma adesso tutto sembra nuovamente in gioco. Cosa riserverà il futuro alla holding?
Al momento, l¿ipotesi più accreditata, riportata da Repubblica, è che a Gemina non rimarrebbe che vendere, agli altri grandi soci di Rcs, le azioni a un prezzo definito in base ai valori di ¿Borsa più un premio che a questo punto potrebbe essere molto sostanzioso¿.
Secondo Il Sole 24 Ore, è probabile che la definizione dell”operazione prenda corpo nelle prossime ore, al massimo entro il fine settimana, con ¿una nuova riunione del patto per chiudere definitivamente il dossier scissione¿.
Il valore di mercato del 9,2% di Rcs MediaGroup in capo a Gemina è di 237 milioni di euro, con la quale la holding potrebbe ricapitalizzarsi considerando l”elevato livello di indebitamento e trovare risorse per l”eventuale aumento di capitale della controllata Impregilo
A pesare sul bilancio dei Romiti, secondo il Wall Street Journal, sarebbero stati proprio i debiti di Impregilo.
In passato, ha ricordato il quotidiano nella rubrica Breaking News, Rcs ha “mostrato una cattiva performance sotto la guida del figlio di Cesare, Maurizio Romiti“. E gli azionisti sono stati costretti a lungo “a subire” questa gestione, mentre “adesso le cose potrebbero cambiare“.
Effettivamente da tempo ormai la holding è insoddisfatta della gestione Romiti. Alcuni giorni fa una fonte ha dichiarato che da quando la gestione del Gruppo è passata nella mani dei due figli di Cesare Romiti, ¿I risultati finanziari della società non hanno cessato di andare giù¿.
Nel 2001, Rcs ha registrato 232 milioni di euro di perdite, contro un utile di 39 milioni nel 2000, e di 105,7 milioni nel 1997.
Nel primo trimestre dell¿esercizio in corso, la società ha registrato un utile pretasse in rialzo, ma sempre negativo a ¿4,4 milioni di euro.
Intanto, si attende il nuovo incontro plenario tra i soci stabili, fissato per questo weekend. Gli azionisti parrebbero impegnati a trovare una soluzione nel poco tempo che resta a disposizione prima della scadenza naturale dell”accordo parasociale, il prossimo primo luglio.
Intanto da Gemina fanno sapere che al momento non ci sono convocazioni per il Cda. Indiscrezioni stampa ipotizzavano per sabato un consiglio Gemina per l”esame del progetto di scissione Rcs. I tempi di convocazione del Consiglio, in caso di urgenza, sono di 48 ore e quindi se il Cda fosse sabato le convocazioni dovrebbero partire oggi.
Secondo fonti non sarebbe convocato, al momento, neanche il Cda Rcs, che le indiscrezioni davano possibile per domenica.
Questa mattina, il titolo Rcs MediaGroup, quotato al listino del Midex, si muove in terreno negativo, pur senza accusare perdite particolarmente rilevanti, e al momento fa registrare un ribasso dello 0,37% a 3,24 euro.
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