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Le spese per le telecomunicazioni e le tecnologie dell¿informazione nel Medio Oriente e in Nord Africa arriveranno a 60 miliardi di dollari nei prossimi quattro anni, rinforzando le economie locali e fornendo nuove opportunità per il mercato del lavoro.
Perché ciò avvenga, però, gli Stati arabi dovranno compiere maggiori sforzi verso la liberalizzazione del settore.
Questo quanto emerge da una conferenza internazionale svoltasi a Beirut per fare il punto sulla situazione del mercato delle tlc nei paesi arabi.
Secondo i calcoli di MTC, un gruppo di telecomunicazioni del Kuwait, le spese nei settori ICT e Telecomunicazioni, nei Paesi del Golfo, dovrebbero quasi raddoppiare, dai 14,5 miliardi del 2002 a 24 miliardi nel 2007.
Il presidente di MTC, Saad Hamad al-Barrak, ha però ribadito che c¿è ancora bisogno di ¿¿liberalizzazione, trasparenza e libertà di movimento di capitali e persone attraverso la regione¿, facendo riferimento alle divergenze amministrative e alla domanda di visti, fattori che continuano a ostacolare la libera circolazione di persone e capitali nella maggior parte dei Paesi della regione.
¿Le leggi sul commercio internazionale sono al di sopra delle leggi nazionali e se i governi non procederanno nella liberalizzazione, le grandi multinazionali domineranno i mercati regionali. In un tale contesto, nei prossimi anni non sopravvivranno che 5 o 6 operatori arabi¿, ha aggiunto Saad Hamad al-Barrak.
Lo sviluppo del settore delle telecomunicazioni rappresenta un¿opportunità unica per questi Paesi, soprattutto per combattere la disoccupazione.
Di questo parere, Samia Melhem, un alto funzionario della Banca Mondiale, che cita l¿esempio di Stati Uniti e Finlandia, dove il settore ICT impiega circa il 9% della popolazione attiva.
Nei paesi arabi, la percentuale è invece al di sotto dell¿1%.
¿Il settore ICT nel mondo arabo continua a essere sottosviluppato, nonostante il suo enorme potenziale¿, ha quindi concluso la Melhem.
Anche secondo gli analisti di IDC, le regioni mediorientali e nord africane rappresentano una porzione minima del settore delle tecnologie dell¿informazione e delle telecomunicazioni, pur detenendo uno dei più forti tassi di crescita in termini di spesa.
¿I paesi arabi ¿ spiega Mohsen Malaki ¿ hanno cominciato a liberalizzare questi settori, ma solo il Bahreïn si è pienamente mobilizzato, altri Paesi come l¿Arabia Saudita e la Giordania hanno qualche operatore privato ma non hanno ancora liberalizzato totalmente¿.
Secondo Malaki, i paesi arabi sono lenti a liberalizzare i settori ICT e telecom per via dei forti interessi statali, ma anche per ragioni politiche e perché le misure di ristrutturazione richiedono forti investimenti.
Nel Bahreïn i due settori saranno completamente liberalizzati dal 1° luglio, mentre le autorità libanesi sembra abbiano già riconosciuto che le tariffe ancora troppo elevate nel settore della telefonia mobile costituiscono una forma d¿imposta.
¿Il 20% degli sms nel mondo arabo contengono dei poemi, ma sono molto frequenti gli scherzi e i sermoni religiosi¿, riferisce ancora il presidente di MTC, che gestisce anche una delle reti mobili libanesi.
Secondo gli ultimi dati forniti dalla società di ricerca Madar Research Group, a febbraio 2004 il numero di utenti di telefonia mobile nei paesi arabi è cresciuto del 9,92% rispetto allo scorso giugno.
Secondo la ricerca, condotta in 18 paesi arabi, gli utenti mobili sono passati dai 24,88 milioni del giugno 2003 agli attuali 29,43 milioni.
In particolare, nel Bahrein, nel Kuwait e in Arabia Saudita il numero di utenti mobili supera quello degli abbonati alla rete fissa.
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