Europa
Giorni duri, questi di inizio settimana, per Sony e BMG (Bertelsmann Music Group) che in udienza davanti Commissione Ue stanno difendendo il loro progetto di fusione.
Una jointventure al 50% tra le due big del mercato musicale, potrebbe portare ad una tacita collusione nei prezzi, come viene evidenziato da alcune similarità già rilevate nel prezzo di vendita al dettaglio e all”ingrosso.
Ma Sony e BMG hanno risposto che l”accordo e i prezzi potrebbero essere compatibili con una libera competizione.
Inoltre, hanno aggiunto le due major, le apparenti similarità rilevate nei prezzi possono essere il risultato dell”utilizzo della media nel calcolo dei prezzi al mercato, mentre rilevazioni più dettagliate avrebbero rilevato l”esistenza di disparità nei prezzi più veritiere.
Sony e BMG hanno spiegato che ogni Paese ha un mercato differente e non ci sarebbe ¿né omogeneità, né collusione tacita¿, come ha indicato una fonte, a margine del primo giorno di audizione, che sta avvenendo a porte chiuse a Bruxelles.
Ma la scorsa settimana, alcune case discografiche indipendenti avevano lasciato intendere che la Commissione evocava, nella comunicazione della lista di obiezioni che recentemente ha fatto pervenire a Sony e BMG, la possibilità che i due Gruppi coordinassero i loro prezzi. Cosa smentita dalle due major discografiche.
Le due giornate di audizione devono permettere a Sony e BMG di presentare le proprie argomentazioni, in presenza dei competitor e dei rappresentanti delle Autorità alla Concorrenza degli Stati membri della Ue, a qualche settimana ormai dal verdetto della Commissione sull¿operazione di fusione, che dovrà essere emesso entro il 22 luglio.
Bruxelles ha aperto a febbraio un¿indagine approfondita sul progetto di fusione I servizi del Commissario Ue alla Concorrenza, Mario Monti, asseriscono che ¿La fusione tra Sony e BMG rafforzerebbe in modo significativo la posizione dominante nella quale si trovano le major¿, in particolare perché ¿sarebbe più facile per loro coordinare le loro scelte¿, come hanno scritto nella lista di obiezioni.
Il progetto delle due case discografiche è quindi ¿incompatibile con il funzionamento del Mercato comune¿, conclude Bruxelles.
Se l¿operazione Sony-BMG ricevesse l¿OK dall¿Antitrust Ue, il mercato musicale passerebbe da cinque a quattro major discografiche – Universal, SonyBMG, Warner ed EMI – che controllerebbero circa l¿80% del settore discografico europeo, e i maggiori mercati nazionali dello Spazio economico europeo.
Secondo gli esperti, l¿analisi effettuata dalla Commissione sulle conseguenze di una fusione che darebbe vita a un operatore con una quota del 25,2% del mercato mondiale della musica, è notevolmente più ¿dettagliata¿ rispetto a quella effettuata nel 2000, quando a voler realizzare una fusione erano le società Warner ed EMI.
All¿epoca, le autorità di Bruxelles si erano, in effetti, essenzialmente limitate a studiare gli effetti della fusione sul mercato della produzione musicale, lasciando da parte le conseguenze che avrebbe avuto su quello della registrazione musicale, vale a dire la vendita dei Cd.
A distanza di quattro anni, il Commissario Ue alla Concorrenza, Mario Monti, non vuole più lasciare zone d¿ombra nella propria analisi.
Sony e BMG avevano creduto bene di escludere dalla fusione le loro divisioni di edizione per concentrarsi sulle attività di produzione e registrazione. Ma questo non sarà forse sufficiente. Il questionario che riguardava il mercato della vendita di Cd, inviato dalla Commissione alle due parti interessate, come anche agli oppositori alla fusione, avrebbe dovuto sollevare qualche perplessità.
Le major hanno un¿incresciosa tendenza a imporre le loro regole al resto del mercato.
Cosa che i produttori indipendenti non cessano di denunciare da quattro anni a questa parte davanti alle Autorità alla concorrenza. E potrebbe essere lo stesso per la vendita della musica online.
La Commissione ha spiegato infatti che esiste il rischio di vedere questa posizione di potere delle major confluire sic et simpliciter nel nuovo universo della vendita della musica online. E anche se le due major si difendono, adducendo le difficoltà causante dalla pirateria, per Bruxelles al momento non è sufficiente.
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