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Si susseguono le indiscrezioni riguardo al futuro di Rcs MediaGroup. Già da tempo circolano alcuni rumor che darebbero come possibile l¿avvicendarsi dell¿Amministratore delegato Maurizio Romiti. Il quotidiano La Repubblica parlava addirittura della possibilità che all¿incarico ai vertici della holding fosse chiamato Vittorio Colao, attualmente Ad di Vodafone Italia.
E¿ di oggi, quanto apparso sul Wall Street Journal che dà come imminente l”abbandono del Gruppo da parte della famiglia Romiti attraverso la vendita della propria quota.
Secondo il quotidiano finanziario sul bilancio dei Romiti pesano i debiti di Impregilo.
In passato, ricorda il quotidiano nella rubrica Breaking News, Rcs ha “mostrato una cattiva performance sotto la guida del figlio di Cesare, Maurizio Romiti“. E gli azionisti sono stati costretti a lungo “a subire” questa gestione, mentre “adesso le cose potrebbero cambiare“.
Effettivamente da tempo ormai la holding è insoddisfatta della gestione Romiti. Alcuni giorni fa una fonte ha dichiarato che da quando la gestione del Gruppo è passata nella mani dei due figli di Cesare Romiti, ¿I risultati finanziari della società non hanno cessato di andare giù¿.
Nel 2001, Rcs ha registrato 232 milioni di euro di perdite, contro un utile di 39 milioni nel 2000, e di 105,7 milioni nel 1997.
Nel primo trimestre dell¿esercizio in corso, la società ha registrato un utile pretasse in rialzo, ma sempre negativo a ¿4,4 milioni di euro.
Lo scorso anno, il perimetro del Gruppo è stato privato anche delle due società del tessile, Valentino e Fila, l¿una venduta al Gruppo Marzotto e l¿altra a degli americani.
Due anni fa si fece una gran parlare di questa storia, e del futuro che avrebbe avuto la società così ridimensionata. Qualcuno aveva anche considerato che la Fiat potesse farsi indietro per concentrarsi sulle proprie attività core. Ma la famiglia Agnelli non ha voluto rinunciare al Corriere della Sera.
Restano le critiche all¿amministrazione Romiti, che sicuramente da tempo ormai non brilla.
Di fronte a questa situazione, l¿ipotesi della scissione, di cui si sta facendo un gran parlare, potrebbe essere una soluzione elegante per dividersi questo piccolo mondo, con, da un lato, gli azionisti che si sono sbarazzati del loro nemico, e dall¿altro, una famiglia che manterrà un piede nella propria casa, aprendo però la porta a delle new entry.
La famiglia “potrebbe essere costretta a vendere la propria quota in Rcs“, scrive adesso il WSJ. Il problema dei Romiti si chiama Impregilo, gravato da 784 milioni di debiti “difficili da rifinanziare, vista la situazione attuale del mercato obbligazionario italiano. Questo potrebbe rappresentare un”opportunità per gli altri azionisti di Rcs. Se riescono ad acquistare la quota dei Romiti potrebbero imporre un nuovo management e ristrutturare il Gruppo con la prospettiva di riavvicinare il Mol del 7% al 20% del grande rivale, il Gruppo Espresso”.
Intanto, in attesa di un¿uscita ufficiale del Gruppo, si continua a parlare dell”allargamento del patto e sulla riorganizzazione dell”intera holding, con l”eventuale scissione delle attività libri e l”ipotizzata uscita di Gemina.
All”accordo attuale partecipano Fiat con il 10,2%, Mediobanca con il 9,4%, Gemina con il 9,2%, il Gruppo Pesenti con il 4,8%, Generali con il 2,5%, Pirelli, Intesa, la Sinpar di Luigi Lucchini, la Finint di Roberto Bertazzoni, Edison e Mittel con quote sotto il 2%.
Secondo la stampa, un incontro tra i tre maggiori soci, Fiat e Gemina, sarebbe previsto per questo weekend. Invece la riunione ufficiale del patto di sindacato avrà luogo la prossima settimana, dopo che il 15 giugno Goldman Sachs avrà steso il suo parere sulle opzioni per valorizzare gli asset del Gruppo.
Ma Maurizio Romiti ha dichiarato di non essere a conoscenza di un incontro in programma tra i maggiori azionisti della holding editoriale
¿Non ne so niente, è un argomento di cui non so niente. Leggo cose tutti i giorni sui giornali, ne sapete più voi di me“, ha risposto Romiti ai giornalisti a margine dell”assemblea Upa (Unione Pubblicitari Associati).
A questi cambiamenti va ad aggiungersi l¿incertezza determinata dai nuovi vertici del Gruppo Fiat, che ancora non si sa come gestiranno il caso Rcs.
Fino a che era in vita Umberto Agnelli, la società aveva osteggiato i cambiamenti previsti dai Romiti, ed è possibile che il nuovo presidente Fiat, Luca Cordero di Montezemolo mantenga la stessa linea.
Alcune settimane fa, infatti, Cesare Romiti aveva proposto ai propri azionisti di scindere il Gruppo Rcs in due unità distinte.
Da quel momento è iniziato un vero e proprio braccio di ferro tra gli azionisti per sapere quali asset usciranno e chi possiederà cosa. Fiat ave preso una posizione molto forte insieme a Mediobanca per osteggiare queste modifiche.
I Romiti avrebbero voluto separare le attività della stampa ¿ Corriere della Sera, Gazzetta dello Sport, El Mundo e altre riviste ¿ da quelle che riguardano l¿editoria – Rizzoli, Fabbri, Bompiani in Italia, Flammarion in Francia ¿ per dar vita a due società separate, prevedendo poi la quotazione in Borsa della società scissa, Rcs2.
Si sosteneva infatti che la famiglia Romiti stava considerando l¿ipotesi di in un primo Gruppo, Rcs1 (stampa) che sarebbe finito nella mani degli attuali azionisti, e di un¿altra unità, Rcs2 (editoria, compresa la quota di El Mundo), che sarebbe toccata alla società Gemina e ad altri azionisti Rcs, da Tronchetti Provera a Pesenti, da Generali a Edison.
Secondo le indiscrezioni, la famiglia Romiti voleva prendere il controllo della maggioranza di Rcs2, conservando però delle quote in Rcs1.
Il piano in realtà non ha convinto alcuni membri del patto, in particolare la Fiat. L¿azienda automobilistica si sarebbe alleata con Mediobanca, Generali, Pirelli e con la famiglia Pesenti per difendere la tesi di una società Rcs2 interamente consacrata all¿edizione, quindi senza le partecipazioni di El Mundo.
Questi stessi azionisti si opponevano anche all¿ipotesi che i Romiti mantenessero un piede anche dentro Rcs1.
Il progetto dello spin off sembra ormai tramontato, anche se non è ancora detta l¿ultima parola. Secondo le indiscrezioni dell¿ultima ora l¿uscita di Gemina dal patto di sindacato di Rcs MediaGroup potrebbe avvenire in due fasi. Entro fine giugno Gemina potrebbe escludere dal patto poco più della metà della sua quota favorendo l”ingresso dei tre nuovi candidati (Diego Della Valle, Salvatore Ligresti e Francesco Merloni). La quota residua resterebbe vincolata al sindacato, ma con una opzione di cessione ai soci oppure a disposizione qualora dovesse tornare l”ipotesi di scissione della Rcs Libri.
Attualmente, da quanto si apprende, resta confermata la strada, già imboccata dai soci legati dall”accordo parasociale, per arrivare prima della scadenza di fine giugno all”ampliamento del patto stesso con l”ingresso di Diego della Valle e di Salvatore Ligresti (appare al momento più incerta l”entrata di Francesco Merloni), senza superare di molto l”attuale quota nel complesso vincolata (44,8%).
In un secondo momento, secondo la bozza finora emersa, si profila il disimpegno di Gemina con l”attribuzione alla famiglia Romiti, tramite una scissione, del settore Libri (e non di El Mundo). L”intesa alla quale si lavora dovrebbe inoltre fissare – secondo fonti del patto – i tempi per l”uscita dell”Amministratore delegato Maurizio Romiti.
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