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Le principali ragioni che spingono all¿acquisto di un telefonino sono ancora il prezzo, la copertura e la qualità del servizio, ma tra queste si sta insinuando in modo sempre più importante la possibilità di fruire di servizi dati e di intrattenimento.
Il mercato dell¿intrattenimento ¿ che spazia dalle suonerie alle news, dai giochi agli screensaver ¿ è sano e sta crescendo, dicono gli analisti.
Solo negli Usa, quest¿anno, il segmento dovrebbe generare profitti per almeno mezzo miliardo di dollari, contro i 200 milioni dello scorso anno.
Il mobile entertainment ha dunque raggiunto l¿approvazione del pubblico e comincia a creare valore per gli operatori.
Fox Sports Interactive Media ad esempio, ha fatto sapere che la società ha eseguito 1,5 milioni di transazioni, con prezzi che variano da 1 dollaro per i loghi sportivi e 6 dollari per i giochi. Il servizio di informazioni interattive costa invece 5 dollari al mese.
Gli operatori e i vendor, da canto loro, stanno facendo la loro parte per invogliare gli utenti a cambiare il loro vecchio telefonino con un nuovo modello capace di supportare i servizi multimediali.
Entro la fine di quest¿anno, negli Usa dovrebbero essere venduti oltre 17 milioni di telefonini Java o Brew, le piattaforme che maggiormente hanno contribuito a far decollare lo sviluppo di contenuti adatti all¿intrattenimento mobile. Le proiezioni parlano di 100 milioni di apparecchi nel 2005, quando circa 60 milioni di persone tra Ue e Usa saranno disposte a pagare per giochi mobili.
Il business di sicuro è redditizio e le cifre a riguardo si sprecano.
Secondo gli analisti di Ovum, il settore frutterà globalmente 4.4 miliardi di dollari nel 2006, quando i ricavi mondiali da SMS e MMS saranno di 87.5 miliardi.
Mentre secondo uno studio realizzato da ARC Group, le applicazioni di entertainment genereranno entro il 2008 profitti annuali per 15 miliardi di dollari, pari al 12,4% dei profitti totali del segmento dati.
La vera condizione del mercato, in termini economici, tuttavia è difficile da stabilire visto che sono pochi i content provider che rilasciano le cifre ufficiali di un business che, anche se proficuo, non è ancora arrivato a livelli significativi se comparato con altri segmenti del mercato wireless.
In Europa, inoltre, il linguaggio Java non va ancora per la maggiore: la gran parte dei profitti mondiali è circoscritta ai mercati asiatici, Giappone e Corea in testa. In Giappone ad esempio, il 50% dei telefonini sono già abilitati a supportare Java.
Questa marcata spaccatura geografica non è una questione di disponibilità degli apparecchi, ma di effettiva propensione degli utenti verso la tecnologia. Secondo ARC in Giappone e Corea circa l¿80% delle persone che hanno acquistato telefonini Java sono diventati utenti attivi delle applicazioni. In Europa la percentuale tocca appena il 10%.
Per quanto riguarda invece il mercato Usa il Verizon Get It Now store, lanciato nel 2002 per riunire tutti i contenuti wireless in una sola piattaforma, ha registrato oltre 5 milioni di download al mese, per un servizio che si paga a la carte.
Sprint, che invece offre un abbonamento all inclusive di 15 dollari al mese, ha totalizzato 4,2 milioni di abbonamenti al primo trimestre 2004, un milione in più rispetto al trimestre precedente.
Sprint ha anche riferito che nel 2003 gli utenti hanno scaricato 20 milioni di suonerie, mentre nel primo trimestre 2004 l¿azienda ha venduto più di 3,5 milioni di giochi.
I produttori di tutto il mondo, di fronte alla crescente diffusione di queste tecnologie, hanno creato un working group per sviluppare e definire un criterio di verifica unificato che consenta la crescita di Java sul mercato dei servizi per dati.
Motorola, Nokia, Siemens, Sony Ericsson e Sun, tra gli altri, si sono impegnati a cooperare allo sviluppo del processo di verifica unificato già dal mese di giugno 2003 e dichiarano di aver compiuto rapidi progressi che dimostrano quanto il settore sia pronto ad affrontare le sfide di questo mercato che sta evolvendo così velocemente.
Denominato “Java Verified” il progetto permetterà di controllare e certificare le applicazioni un¿unica volta per poi utilizzarle su tutta una vasta serie di canali di erogazione. Questo programma aiuterà l¿industria del wireless a soddisfare la crescente domanda di servizi dati per dispositivi mobili, riducendo i costi di applicazione e accelerando il time-to-market.
Ovviamente, esistono ancora diverse difficoltà relative alla distribuzione dei contenuti, che attualmente ruota intorno al ruolo dell”operatore mobile che possiede la rete e consente la distribuzione delle applicazioni verso gli utenti, sebbene sia possibile aggirare l”operatore e scaricare i giochi dal PC al cellulare.
Questo nonostante gli attori coinvolti nella catena del valore siano molti: sviluppatori di piattaforme, giochi e applicativi, fornitori di contenuti, possessori di marchi, costruttori di periferiche e, naturalmente, utenti finali.
Caso a sè è il mercato giapponese e asiatico in genere, dominato dalle tecnologie i-mode che hanno raggiunto quota 42 milioni di abbonati, a conferma del successo del servizio che può essere considerato il più popolare servizio Internet mobile del mondo.
A spingere così in alto l¿i-mode, è il modello di business scelto da DoCoMo che ha optato per un approccio win-win, in cui i profitti dei fornitori di contenuti sono proporzionali all¿effettivo utilizzo dei loro siti da parte degli utenti. In questo modo, i content provider intascano fino al 91% del costo dell¿abbonamento.
In Giappone DoCoMo ha stretto accordi commerciali con oltre 50 mila siti che hanno costituito una vera e propria alleanza (i-mode alliance) e che forniscono notizie e informazioni di vario genere, puntando molto sui contenuti, ma non solo.
Al suodebutto, la tecnologia ha sofferto degli stessi problemi che hanno finora ostacolato il decollo del 3G e cioè gli apparecchi.
Un uso massiccio dei servizi, lanciati nel 1999, si è avuto soltanto quando sono arrivati sul mercato anche telefonini maneggevoli e affidabili. E ora in Giappone, l¿Arpu (il ricavo medio mensile per utente) dei servizi dati è arrivato a 236 dollari, mentre gli operatori europei dichiarano che il servizio genera un Arpu che va dai 6 ai 10 Euro al mese e che i due terzi degli abbonati i-mode sono clienti attivi.
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