Europa
Se la Commissione Ue darà l¿OK alla fusione tra le due major discografiche Sony e BMG (Gruppo Bertelssmann), cosa succederà sul mercato della musica?
Questo è uno dei motivi per cui l¿Antitrust Ue ci va con i piedi di piombo. La lista di obiezioni inviata ai due soggetti non risparmia alcun argomento.
Riguardo ai due punti che riguardano l¿ambito della registrazione e quello di Internet, la Commissione ha concluso ¿un¿incompatibilità¿ dell¿operazione di fusione Sony-BMG con ¿le regole del mercato attuale¿.
Le obiezioni sollevate riguardano anche il mercato della produzione, perché secondo Bruxelles anche questo verrà inevitabilmente condizionato al progetto di fusione.
La decisione definitiva è sempre attesa per il 22 luglio. Secondo gli esperti, l¿analisi effettuata dalla Commissione sulle conseguenze di una fusione che darebbe vita a un operatore con una quota del 25,2% del mercato mondiale della musica, è notevolmente più ¿dettagliata¿ rispetto a quella effettuata nel 2000, quando a voler realizzare una fusione erano le società Warner ed EMI.
All¿epoca, le autorità di Bruxelles si erano, in effetti, essenzialmente limitate a studiare gli effetti della fusione sul mercato della produzione musicale, lasciando da parte le conseguenze che avrebbe avuto su quello della registrazione musicale, vale a dire la vendita dei Cd.
A distanza di quattro anni, il Commissario Ue alla Concorrenza, Mario Monti, non vuole più lasciare zone d¿ombra nella propria analisi.
Sony e BMG avevano creduto bene di escludere dalla fusione le loro divisioni di edizione per concentrarsi sulle attività di produzione e registrazione. Ma questo non sarà forse sufficiente. Il questionario che riguardava il mercato della vendita di Cd, inviato dalla Commissione alle due parti interessate, come anche agli oppositori alla fusione, avrebbe dovuto sollevare qualche perplessità.
Nelle proprie conclusioni, la Commissione ha in effetti stimato che il mercato in questione non può essere trattato in modo totalmente separato dagli altri. Convinzione che si poggia sul fatto che alla base di tutta l¿opera registrata ci sono i diritti dell¿autore o del compositore, che sono indispensabili per tutta la produzione ¿meccanica¿.
Precisamente, Bruxelles rileva che la fusione potrebbe permette a Sony e BMG di decidere un¿azione ¿coordinata¿ nel campo della produzione.
Alle due major, adesso, il compito di spiegare all¿Antitrust Ue che non intenderanno agire secondo simili linee.
Ma il grosso delle argomentazioni di Bruxelles riguarda la concentrazione del mercato e il suo impatto su quello della vendita di musica online.
Questa volta ancora, la Commissione è andata ben più lontana di quanto rilevato nel 2000.
Non solo i commissari hanno affermato che le major godono di una posizione dominante sul mercato della musica, ma hanno aggiunto che la fusione Sony-BMG l¿aggravava ulteriormente.
Bruxelles teme in effetti un rafforzamento delle pratiche comuni delle major sui prezzi o le operazioni marketing.
Le major hanno un¿incresciosa tendenza a imporre le loro regole al resto del mercato.
Cosa che i produttori indipendenti non cessano di denunciare da quattro anni a questa parte davanti alle Autorità alla concorrenza. E potrebbe essere lo stesso per la vendita della musica su Internet.
La Commissione ha spiegato infatti che esiste il rischio di vedere questa posizione di potere delle major confluire sic et simpliciter nel nuovo universo della vendita della musica online.
Sembra che la decisa presa di posizione di Apple contro questa fusione sia stata intesa. L¿inventore di iTunes era stato particolarmente agguerrito sui possibili risvolti negativi per Internet di questa fusione.
Infine, Sony e BMG sono state messe alle corde sulle stesse ragioni che stanno alla base del loro progetto di fusione.
L¿operazione avrebbe come obiettivo di salvare le due case discografiche da un contesto generale reso molto difficile dalla pirateria Internet.
L¿argomentazione di base delle due major, non è stata però accettata dalla Commissione che ha, al contrario, verificato la mancanza ¿d¿adattamento¿ alle nuove tecnologie, e principalmente Internet, da parte delle major.
Il 14 e il 15 giugno, il compito si annuncia veramente arduo per Sony e Bertelsmann, che dovranno essere nuovamente sentiti dalla Commissione europea, per proporre delle soluzioni che soddisfino le Autorità di Bruxelles.
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