Europa
In seguito all¿implementazione del nuovo framework normativo europeo, tutti i Paesi dell¿Unione hanno la possibilità di introdurre uno scambio secondario dei diritti d¿uso dello spettro di frequenze per le reti radio.
Alcuni Paesi hanno già introdotto le nuove normative base e molti altri stanno per farlo, ma in attesa dei prossimi sviluppi, la Radio Spectrum Policy Unit della Commissione europea ha Commissionato lo studio: ¿Conditions and options in introducing secondary trading of radio spectrum in the European Community¿.
Il rapporto ¿ portato a termine da Analysys Consulting, DotEcon e Hogan and Hartson – ha identificato le possibili opzioni per implementare lo scambio dello spettro radio, considerando gli eventuali benefici di un approccio coordinato a livello europeo.
Lo spettro radio è un elemento chiave per l¿introduzione di nuovi servizi di comunicazione e il suo uso ha generato un fiorente settore manifatturiero nel campo delle infrastrutture elettroniche.
I servizi derivanti dall¿uso dello spettro radio sono determinanti praticamente in ogni settore dell¿economia europea, creando lavoro, produttività e crescita economica.
In base ai dati disponibili, i servizi derivanti dall¿uso delle frequenze rappresentano il 2-2,5 per cento del PIL aggregato europeo.
La quantità di spettro disponibile per alcune particolari applicazioni è però limitata e non è possibile per gli utenti condividere indiscriminatamente lo spettro a causa delle interferenze che un dispositivo potrebbe provocare agli altri.
Diverse frequenze hanno usi differenti e ogni frequenza è adatta a un uso specifico.
In molti Paesi europei, la domanda di accesso a particolari frequenze, eccede la disponibilità: c¿è dunque bisogno di una distribuzione efficiente dello spettro per garantire un accesso alle diverse combinazioni di uso e di utenza che massimizzi il valore aggiunto economico.
Il rapporto distingue due diverse politiche in relazione alla compravendita dello spettro:
Lo scambio: il trasferimento dei diritti d¿uso dello spettro ai player secondari del mercato.
La liberalizzazione: allentamento delle restrizioni sui servizi e le tecnologie associate ai diritti d¿uso dello spettro.
Secondo i ricercatori, l¿Ue dovrebbe cercare di muoversi in entrambe le direzioni attraverso l¿uso di misure appropriate da estendere a tutti gli Stati membri.
I servizi derivanti dallo spettro radio ¿ si legge nel rapporto ¿ sono di grande valore sociale ed economico. Assicurare che lo spettro sia usato in modo efficiente, garantisce benefici ai cittadini e l¿efficienza può essere assicurata solo attraverso la giusta applicazione dello scambio e della liberalizzazione.
Il mix di questi due fattori può infatti accelerare lo sviluppo di nuovi servizi e la rimozione delle barriere di entrata nel mercato, anche se in alcuni contesti lo scambio e la liberalizzazione non sono le soluzioni più appropriate.
L¿introduzione coordinata dello scambio e della liberalizzazione, incoraggia l¿innovazione, attraverso l¿accesso allo spettro per nuove applicazioni a livello Pan-europeo.
Senza queste misure, l¿attività di innovazione potrebbe spostarsi verso altri Paesi in cui lo spettro necessario per accedere ai grandi mercati, può essere ottenuto più rapidamente.
Questo potrebbe causare ritardi nell¿introduzione di nuovi servizi, ricadendo in modo negativo sulla competitività dell¿Europa in ambito ICT.
Alcuni aspetti relativi allo scambio della licenza, beneficerebbero di un approccio coordinato attraverso l¿Europa per promuovere l¿efficienza e minimizzare i costi relativi sia allo scambio che alla liberalizzazione.
Tra questi:
Una serie di parametri comuni per definire i diritti d¿uso (frequenza, area geografica ecc.)
L¿impegno a non imporre restrizioni a priori sul tipo di scambi, sulla riconfigurazione dei diritti d¿uso o sull¿emergenza dei meccanismi di trading.
L¿assicurazione che gli Stati membri adottino approcci chiari e trasparenti verso il rinnovamento dei diritti d¿uso, per evitare incertezza sul loro decorso, inibendo il commercio e disincentivando gli investimenti.
Un approccio comune verso la protezione della competitività, basato sulle leggi esistenti sia a livello europeo che nazionale.
La combinazione di scambio e liberalizzazione dello spettro radio, spiega Amit Nagpal, senior consultant di Analysys Consulting, è di fondamentale importanza per la rimozione delle barriere all¿ingresso del mercato, create dai blocchi di frequenza riservati a usi particolari e per promuovere la fornitura di servizi derivati dallo spettro.
L¿attuale framework normativo europeo, permette ma non richiede agli Stati membri l¿implementazione dello scambio di spettro.
Richiedere ai singoli Stati di introdurre lo scambio e la liberalizzazione entro una certa data, richiederà probabilmente una misura vincolante, come ad esempio una direttiva.
Un coordinamento limitato però potrebbe anche essere raggiunto attraverso misure di implementazione tecnica, proposte ad esempio dalla Radio Spectrum Committee dell¿Unione europea.
Questo senza precludere, attraverso l¿Europa, l¿armonizzazione di una particolare banda di frequenza per un uso specifico, se nel futuro dovesse presentarsi un caso urgente di standardizzazione.
Lo scambio dello spettro si basa sul trasferimento dei diritti d¿uso da parte degli utenti che ne possiedono l¿esclusiva.
Tuttavia, alcune bande di frequenza sono condivise tra molti utenti che non hanno alcuna licenza, con le interferenze gestite limitando la portata e la potenza dei dispositivi usati. Per queste bande prive di licenza, non può essere effettuato nessuno scambio. In più, gli alti costi delle transazioni limitano l¿applicabilità dei meccanismi di mercato.
Lo scambio dello spettro permette tuttavia di concedere una porzione di spettro per usi che non richiedono licenza ma che devono essere comunque monitorati: questo permette alle autorità di stabilire dove sia di interesse pubblico concedere lo spettro per questi fini.
Lo studio si propone di sensibilizzare gli investitori e le autorità europee verso l¿opportunità di procedere allo scambio e alla liberalizzazione delle frequenze e di identificare gli ambiti in cui è opportuno un approccio unificato a livello comunitario.
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“Study on conditions and options in introducing secondary trading of radio spectrum in the European Community”