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Acque agitate ai vertici dell¿esecutivo del colosso statunitense dei media Viacom.
All¿indomani dell¿addio di Mel Karmazin presidente ed amministratore delegato del Gruppo, in una nota diramata mercoledì sera la società ha annunciato anche l¿abbandono di Jonathan Dolgen, chairman di Viacom Entertainment Group, la divisione che controlla la Paramount Pictures, la Paramount TV e la casa editrice Simon & Schuster.
Le dimissioni diverranno effettive il prossimo 15 luglio.
Sconcerta gli analisti il fulmineo avvicendamento nel board della società: dopo l¿aspra lotta appena conclusasi tra lo stesso Karmazin e Sumner Redstone, l¿anziano CEO del Gruppo, il rapido cambio della guardia di mercoledì ed il nuovo annuncio a sole 24 ore di distanza hanno danneggiato il titolo che ha perso l”1,13% a Wall Street.
In passato alcune indiscrezioni avevano indicato in Shari Redstone, figlia del numero uno Redstone, una possibile candidata all¿ambita poltrona, ma le vicende interne all”azienda ne avevano reso subito improbabile un ruolo operativo.
Con il ritiro di Karmazin la corsa al prestigioso incarico di nuovo CEO si riduce ora a due nomi, Leslie Moonves, numero uno della rete CBS e Tom Freston, attualmente alla direzione di MTV.
¿Alla luce dei recenti cambiamenti annunciati nel management di Viacom, è tempo per me di farmi da parte¿ ha affermato Dolgen in una dichiarazione alla stampa.
Un duro colpo per la divisione entertainemnt del Gruppo Viacom, che sotto la sua direzione ha visto la Paramount accaparrarsi tre indimenticabili Oscar (“Forrest Gump“, “Braveheart” e “Titanic“), senza considerare i successi televisivi della Paramount Tv con notissime sit-com come “Frasier” e i numerosi best-sellers editi da Simon & Schuster.
Negli ultimi anni, tuttavia, la casa cinematografica aveva assunto un atteggiamento più cauto in materia di investimenti e budget, a dispetto di altri grossi studios che, osando maggiormente, avevano portato a segno importanti successi come Spider-Man di Sony Pictures e la trilogia de IlSignore degli Anelli prodotto dalla New Line Cinema di Time Warner.
¿Jon ha semplicemente sentito che nella Paramount non c¿erano più ruoli appropriati per lui¿, halaconicamente commentato Redstone. A Dolgen, Redstone ha però riconosciuto il merito di essere stato pioniere del concetto di co-finanziamento, in seguito emulato da altre case di produzione.
Gli analisti di S&P equity hanno espresso forti preoccupazioni per il gruppo, i cui avvicendamenti ai vertici sono la conseguenza delle nuove rotte strategiche dell¿azienda. Secondo le recenti dichiarazioni di Redstone, infatti, il nuovo corso prevedrebbe acquisizioni nel settore delle radio e delle tv a scapito degli investimenti nei sistemi via cavo. Una scelta contestabile secondo gli analisti, che hanno ridotto il giudizio su Viacom da buy a un più prudente hold.
Non è iniziato bene il 2004 per il gigante dei media, quindi, che già a febbraio aveva annunciato una perdita netta di 385,5 milioni di dollari nel quarto trimestre 2003, contro un utile di 652,4 milioni di dollari registrato nello stesso periodo 2002.
A marzo, l¿annuncio di un accordo per i diritti di trasmissione raggiunto con l¿operatore di Tv satellitare EchoStar sembrava aver segnato una nota positiva sull¿andamento del gruppo, che aveva comunque negato di essere interessato all”acquisto di un operatore televisivo via cavo.
Per ovviare ai gravi problemi finanziari il Wall Street Journal, aveva riportato alcune voci interne all¿azienda secondo cui Viacom avrebbe annunciato presto lo spin-off di Blockbuster, leader nella distribuzione video di cui Viacom controlla l¿81% e che ultimamente ha fatto registrare un incidenza negativa sul bilancio. Le voci, però, non hanno avuto nessuna conferma ufficiale.
A questo punto, in attesa di un nome definitivo come nuovo CEO, è opinione comune che a fare la differenza potrà essere la strategia adottata dal successore di Redstone, che potrebbe portare una boccata d¿aria fresca al gruppo in difficoltà.
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