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Una legge non è bastata a frenare il fermento attorno al nuovo servizio di posta elettronica Gmail di Google, che ancora deve essere proposto al grande pubblico in via definitiva, ma ha già dato vita a un fiorente ed eccentrico mercato nero su Internet.
Per rassicurare le molte associazioni dei consumatori che erano insorte compatte contro il nuovo servizio, accusato di ledere in modo grave la privacy degli utenti, il Senato americano ha recentemente approvato la legge SB 1822, già soprannominata legge anti-Gmail.
Sostenuto dalla senatrice Liz Figueroa, il testo proibisce chiaramente la connessione tra contenuti e persone fisiche, la cessione a terzi dei dati ottenuti dallo scanning delle mail e impone la cancellazione definitiva delle mail eliminate dall¿utente.
Gli internauti di tutto il mondo, però, non sembrano affatto preoccupati da queste faccende, tanto che da alcuni giorni si è scatenata una vera e propria caccia all¿account, che la società ha finora concesso in prova a pochi selezionati utenti e ad alcuni collaudatori di fiducia.
La richiesta è tale che un webmaster canadese, tale Sean Michaels, ha addirittura creato un sito attraverso cui i fortunati possessori dell¿ambito account possono ¿subaffittare¿ l¿indirizzo, a prezzi che oscillano tra i 50 e i 100 dollari.
Facendo un giro sul sito GmailSwap si scopre comunque che gli Internauti sono disposti a tutto pur di ottenere un indirizzo di posta elettronica targato Google: c¿è chi offre un tour turistico in gondola a Vanezia, un pezzo del muro di Berlino, un giro in Porche, 2 chili di pasta italiana fatta in casa e chi addirittura offre in cambio la propria ragazza o una lettera autografata da Dio…
Le mode, si sa, nascono naturalmente, senza bisogno di troppa pubblicità e a questo punto appare evidente che Google è davvero il Re Mida della rete, capace di far pagare per qualcosa che tutti gli altri propongono gratuitamente, in un mondo, quello di Internet, in cui nessun pare tanto propenso a mettere mano al portafogli.
Sean Michaels assicura che il suo sito non è alcun modo associato a Google Inc., la società che gestisce il più famoso dei motori di ricerca e che ora sta facendo tremare colossi del calibro di Microsoft (HotMail) e Yahoo! i quali, per correre ai ripari, stanno puntando sullo sviluppo di piattaforme alternative per spodestare Google dal suo trono, nonostante la cinica accoglienza riservata a Gmail.
¿Molte persone ¿ dice Michaels ¿ sembravano disperate all¿idea di non poter ottenere un indirizzo Gmail e di non disporre di uno strumento in grado di metterle in contatto con chi invece ne possiede uno. Non siamo in alcun modo affiliati a Google Inc., ma loro ci piacciono¿.
La battaglia della posta elettronica, dunque, è appena all¿inizio, con Microsoft che tra l¿altro si è anche messa in testa di attaccare Google nel settore dei search engine. Il gigante di Redmond sta infatti studiando nuovi algoritmi di ricerca in grado di spodestare quelli attuali.
Con molta tempestività, poi, nei giorni scorsi, Yahoo! ha annunciato che entro la fine dell”anno, forse anche per l¿estate, i tradizionali 4 MB gratuiti di spazio per la posta saranno ampliati fino a 100 MB. Gli utenti che invece usufruiscono di un servizio a pagamento, vedranno lo spazio a disposizione aumentare a dismisura, quasi certamente fino a 1 giga ¿ anche se la società furbescamente non conferma.
Ma cos¿ha di speciale Gmail?
Il servizio offre gratis agli utenti uno spazio, appunto, di mille mega, contro i 4 di Yahoo! e i 2 di HotMail. Una quantità enorme, a prova di spamming e in grado di soddisfare qualsiasi esigenza.
Gmail, inoltre, arricchirà l¿offerta con le tecnologie di ricerca Google per consentire a ogni utente di ritrovare con facilità un messaggio tra quelli inviati o ricevuti.
L”algoritmo di Google, però, servirà anche a esaminare le mail e inserire, in base al loro contenuto, pubblicità testuali che sostituiranno i banner e i pop-up attualmente utilizzati per finanziare i servizi di posta elettronica.
Da qui le polemiche, e l¿approvazione della legge proposta dalla Figueroa, elementi che potremmo definire a questo punto ¿di contorno¿ ¿ nonostante l¿innegabile giusta causa – e che possono essere sintetizzati con un ¿molto rumore per nulla¿.
Il pubblico, infatti, non se n¿è neanche accorto e si è subito lanciato nella corsa sfrenata all¿account.
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Privacy: continuano le polemiche sul servizio Gmail di Google