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Gli americani potranno vedere Fahrenheit 9/11, il documentario di Michael Moore, palma d”oro 2004 al Festival de Cannes.
La questione che opponeva i fratelli Weinstein, a capo degli studios Miramax, e la casa madre, il Gruppo Disney, pare infatti che verranno risolti in maniera radicale.
I fratelli Harvey e Bob Weinstein hanno infatti comprato a titolo personale tutti i diritti del film, e potranno liberamente distribuirlo ¿su alcuni mercati¿, come ha indicato la Disney in un comunicato.
Dopo oltre tre settimane di colloqui, i Weinstein hanno chiuso l¿operazione per una cifra stimata attorno ai 6 milioni di dollari, e ne organizzeranno la distribuzione in sale e homevideo.
La Miramax aveva finanziato la pellicola ma la Disney, che detiene i diritti dello studio, aveva deciso di non distribuirla, dicendo che il documentario e le critiche nei confronti della guerra in Iraq voluta dal presidente Usa George W. Bush fossero troppo politiche.
Michael Eisner, presidente della Disney, aveva sollevato un¿importante polemica rifiutando di distribuire il film, che secondo lui era ¿troppo politico per il suo gusto¿. Una forma di censura che aveva urtato il regista Michael Moore, con un evidente talento di grande comunicatore.
Secondo il produttore, Michael Eisner ha agito per timore di vedere il film rimettere i causa i ¿milioni di dollari¿ di abbattimenti fiscali concessi agli studios Disney in Florida. Attacco che puntava diritto al governatore di questo Stato, Jeb Bush, fratello del presidente. Michael Eisner aveva replicato che si tratta di un film ¿legittimo, ma che non vogliamo che esca in prossimità della campagna elettorale¿. Spiegando che ¿la Disney non è mai stata una società politicamente impegnata¿.
Polemica intorno al film che non è destinata a spegnersi, adesso che i fratelli Weinstein hanno acquistato i diritti del documentario.
I fondatori di Miramax hanno per l¿occasione creato una società apposita, The Fellowship Adventure Group, e pagato a Miramax il costo dei diritti acquisiti.
¿I Weinstein assicureranno la distribuzione attraverso parti terze o potranno farlo direttamente su alcuni mercati¿, ha indicato il Gruppo Disney.
The Fellowship Adventure Group dovrà pagare ugualmente ¿tutti i costi per finire il film e i costi marketing a carico dei distributori¿.
Michael Moore sta già pensando all¿uscita mondiale della sua creatura, che potrebbe farsi per ¿la settimana del 4 luglio¿, giorno di festa nazionale negli Stati Uniti.
Il 23 maggio scorso, sul proprio sito Internet, Michael Moore scriveva: ¿Darò circa un giorno in più al massimo, prima di trovare qualcuno di molto coraggioso e intelligente per mostrare agli americani ciò che il mondo è sicuro di vedere¿.
Secondo una previsione del New York Post, la pellicola potrebbe superare i 100 milioni di dollari, ovvero quanto già incassato da Bowling for Columbine. Il film premiato con l¿Oscar, sulla tragedia nella scuola di Denver ha fruttato tra incassi al botteghino e vendita di Dvd, circa 120 milioni di dollari e le stesse previsioni vengono fatte per il secondo lavoro di Moore.
Michael Moore non nasconde tra l¿altro il proprio desiderio di vedere George W. Bush perdere le prossime elezioni presidenziali.
E Michael Eisner appare come un altro probabile perdente in questa questione. Il presidente della Disney esce chiaramente indebolito da questo duello a distanza con Michael Moore. Una cattiva notizia che va ad aggiungersi alle insignificanti performance realizzate dagli studios Disney in questi ultimi mesi.
Ma ancora più inquietanti, dopo il successo del Mondo di Nemo di Pixar, è oggi Shrek 2, una produzione DreamWorks, che domina i box-office americani. Sembra proprio che la supremazia di Disney nella produzione dei film animati sia ormai messa in discussione. Una posizione molto scomoda per Michael Eisner, che non riesce più ad aver presa sul giovane pubblico, obiettivo privilegiato da Disney dalla sua nascita.
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