Italia
L¿Intesa Consumatori ha presentato un esposto alla Procura sulla pubblicità occulta Rai, chiedendo anche che vengano accertate eventuali violazioni.
L¿iniziativa è stata presa, all¿indomani della pubblicazione sul Corriere della Sera di un dossier che denunciava il caso di pubblicità occulta.
I vertici di Viale Mazzini hanno immediatamente avviato un monitoraggio di tutta la programmazione, in modo da intervenire rapidamente sui casi di pubblicità indiretta.
Sulla questione sollevata dall¿articolo pubblicato dal Corsera, ¿Rai, il dossier sugli spot occulti¿, è intervenuto il direttore di Rai Fiction, Agostino Saccà, con una lettera inviata al giornale.
Saccà sostiene che il pezzo controverso, nell”affrontare il tema della pubblicità indiretta, cita con evidenza l”esempio della ¿fiction, in cui un prodotto viene collocato nella sequenza o addirittura diventa protagonista¿.
¿Considerato il taglio del servizio, che parla di ”raggiro”, ci preme ricordare, – ha scritto Saccà – per tutelare l”immagine di quanti lavorano nel settore della fiction, che nelle centinaia e centinaia di ore prodotte annualmente dalla fiction Rai, i cui risultati di qualità e di ascolto sono sotto gli occhi di tutti, non si attuano forme di pubblicità indiretta, che è espressamente vietata ed evitata¿.
Il direttore di Rai Fiction spiega che nell¿episodio citato con evidenza e come ”esempio” in cui nella fiction ”un prodotto diventa protagonista” riguarda un caso non esemplare, ma unico, risalente al 1997, che la Rai ha chiarito nelle sedi competenti.
Saccà infatti dice che il riferimento è a una vecchia puntata della fiction ¿Linda e il brigadiere¿, trasmessa il 28 aprile 1997, nella quale i protagonisti nel corso di un”indagine si imbattevano in un orologio di plastica di una nota marca svizzera, il cui nome del resto è entrato nel linguaggio comune.
All”epoca l”Antitrust considerò la citazione una pubblicità non trasparente, ma il TAR del Lazio nel 1998, accogliendo le osservazioni della Rai, dichiarò che l”episodio faceva parte della specifica narrazione della fiction.
¿Dal 1998 ad oggi, a fronte di circa 600 serate di fiction Rai, – si legge ancora nella lettera di Saccà – l”Autorità Garante della concorrenza e del mercato, nel suo costante monitoraggio, non ha rilevato alcun elemento che consentisse di avviare un procedimento per eventuali casi di pubblicità indiretta o occulta. Non c”è alcuna base pertanto per associare la fiction Rai a ”raggiri” di alcun tipo¿.
Nel merito della questione aperta dall¿articolo del Corsera, è intervenuto anche un comunicato diramato dai vertici Rai, nel quale si sostiene che il pezzo presenta in modo talmente enfatizzato da sembrare scandalistico una iniziativa che l”azienda ha avviato proprio per poter intervenire tempestivamente sugli eventuali casi di pubblicità indiretta.
¿Attraverso il monitoraggio di tutta la programmazione – precisa un comunicato Rai – vengono rilevate tutte le ”presenze” che possono sembrare anomale, anche quelle che possono avere una piena e legittima motivazione come quando si parla o si vedono marchi di associazioni come l”AIRC, l”AIDO ecc. Ogni caso viene esaminato con attenzione e valutato per la sua reale natura che, quando si rivela non corrispondente alla dovuta correttezza imposta dalle regole aziendali, comporta interventi anche disciplinari, fino a esposti alla Procura della Repubblica¿.
Dalla Rai fanno sapere che questi controlli hanno l”obiettivo di fare chiarezza individuando eventuali responsabilità ma anche quello di scagionare da qualsiasi ombra comportamenti corretti, avendo come unico obiettivo quello di tutelare gli interessi e l”immagine dell”azienda.
La Tv pubblica, ribadisce il comunicato, ¿effettua i dovuti controlli in tutte le situazioni che potrebbero apparire al di fuori delle regole, provvedendo, dopo le dovute verifiche, ad avviare tutte le procedure necessarie, anche attraverso il ricorso alla Magistratura¿.
I vertici Rai tengono a ribadire che tutto questo viene fatto con senso di responsabilità, e non per facile scandalismo, per accertare la verità dei fatti che comporta l”individuazione di eventuali colpevoli o il riconoscimento della completa estraneità, al fine di difendere l”immagine della Rai e ¿¿respingere critiche e attacchi pretestuosi che mirano a presentare i dipendenti Rai in modo negativo, quando hanno sempre dimostrato le loro capacità e la loro professionalità, che sono alla base dei positivi risultati ottenuti dall”azienda””.
Il Corriere della Sera ha parlato di un giro d¿affari equivalente a 81 milioni di euro dietro la pubblicità indiretta nella programmazione Rai.
La situazione sollevata dal dossier pubblicato dal Corsera approderà presto alla Commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai.
Il presidente della commissione Claudio Petruccioli ha annunciato: ¿Ho preso contatto con il Direttore generale della Rai, Flavio Cattaneo. Mi ha detto che stanno svolgendo delle indagini all”interno dell”azienda per fare chiarezza. Ci vorrà un po¿ di tempo: quando l”indagine sarà finita, chiederemo di acquisirne i risultati¿.
Ieri l¿ufficio di presidenza della commissione si è riunito senza i rappresentanti della maggioranza, impegnati nel voto alla Camera. Ma martedì ci sarà una nuova riunione e si deciderà se convocare Cattaneo.
Petruccioli ha aggiunto di ritenere opportuna l”audizione di Flavio Cattaneo dopo le elezioni europee.
Luigi Zanda e Giampaolo D”Andrea, della Margherita, hanno dichiarato che ¿In un Paese normale, la lettura del Corriere della Sera porterebbe il governo ad un immediato commissariamento della Rai. C”è stato il caso Cucuzza, poi le denunce circostanziate di Paolo Francia sui favori nei servizi sportivi della Rai e adesso veniamo a sapere che nella stagione televisiva 2003-2004 la Rai ha trasmesso ben 81 milioni di euro di spot ¿occulti¿ il cui ¿fatturato¿ non è andato a beneficio del bilancio Rai, ma è finito nelle tasche di chissà chi¿.
Ma dalla maggioranza, fanno sapere che in realtà la questione è già da tempo all¿attenzione del Direttore generale Flavio Cattaneo, che ha già sporto denunce alla procura per mettere fine a una cattiva abitudine ereditata dalle precedenti gestioni Rai in quota Ulivo.
Il presidente dell¿Apt (Associazione dei produttori televisivi) Carlo degli Esposti non ha gradito quanto dichiarato dalla stampa, e specie dal Corsera sulla questione della pubblicità indiretta.
¿La diffusione di una ricerca interna Rai non ancora vagliata dagli uffici è un fatto gravissimo, dannosissimo e pericolosissimo. Si accentua la demagogia negativa su un settore che invece ha bisogno di aiuti, di una legge che non ha, di interventi di sostegno di cui nemmeno la legge Gasparri si è occupata. Negli ultimi quindici anni la fiction italiana ha prodotto 2500 ore di qualità e non esistono casi di pubblicità irregolare¿.
Dalla Rai dicono anche: ¿Come si può riprendere una gara di sport senza far vedere i marchi? È praticamente impossibile, tanto è vero che in questo caso si parla di pubblicità inevitabile, come è stato riconosciuto dalla stessa Autorità per le comunicazioni¿.
Ma sembra che ormai sulla questione della pubblicità indiretta si sia sollevato un vero polverone, che diventerà sempre più difficile gestire.
L¿ex vicedirettore di RaiSport, Oliviero Beha, ha rilasciato un¿intervista a un inviato di ¿Striscia la notizia¿, in cui ha dichiarato: ¿Chiesi un appuntamento con Cattaneo, dicendogli che era necessaria un”indagine. Ma Cattaneo minimizzò dicendo tra l”altro che ¿queste cose in azienda nascono e muoiono¿…¿. Beha ha infine accusato: ¿Io una settimana fa sono stato deposto da vicedirettore… traete voi le conclusioni¿.
A riguardo è arrivata pronta la replica dalla direzione generale, che ha fatto sapere che le affermazioni di Beha ¿non corrispondono a verità e risultano inverosimili a chiunque conosca il Direttore generale¿ e ha annunciato un¿indagine interna dai risultati della quale ¿se verrà confermata l”infondatezza delle affermazioni di Beha, il giornalista sarà sottoposto a provvedimento disciplinare¿. In quanto alla rimozione, secondo fonti aziendali la fine dell¿incarico di vicedirettore sarebbe legata alla mancata conferma da parte del nuovo direttore, Fabrizio Maffei, di Oliviero Beha.
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