Cosa riserverà il futuro al Corsera? Storie di imprese e di indebitamenti dietro le scelte della famiglia Romiti

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Alleanze, incontri segreti anche poco chiari, &#232 tutto quello che si sta muovendo intorno al fiore all¿occhiello dell¿editoria italiana, il Corriere della Sera.

L¿industria nazionale e internazionale &#232 in fermento, e tiene strettamente sotto controllo i movimenti di Rcs MediaGroup.

La societ&#224 si regge su un patto di ferro tra 11 grandi azionisti, tra i quali figurano la Fiat, Mediobanca, Pirelli o ancora la Generali.

In passato, queste societ&#224 si erano gi&#224 scontrate con diversi problemi, in particolare per quanto riguardava l¿ingresso di nuovi azionisti in questo patto.

Adesso sembra proprio che dovranno nuovamente scontrarsi. Alcune settimane fa, infatti, Cesare Romiti, che possiede il 9% attraverso la holding Gemina, ha proposto ai propri azionisti di scindere il Gruppo Rcs in due unit&#224 distinte.

Da quel momento &#232 iniziato un vero e proprio braccio di ferro tra gli azionisti per sapere quali asset usciranno e chi possieder&#224 cosa.

In un comunicato del 17 maggio, la societ&#224 confermava che il dossier &#232 allo studio ma “ad oggi – precisava – non &#232 stato conferito alcun mandato di advisory n&#233 il tema ha ancora formato oggetto di esame da parte del Cda”.

“E” stata avviata la verifica se vi siano altri possibili interventi aggiuntivi e complementari, rispetto a quelli gi&#224 contemplati nel piano, che possano favorire un”ulteriore e pi&#249 accelerata creazione di valore per gli azionisti” e “tra gli interventi &#232 stata presa in esame – si leggeva nel comunicato – anche la separazione di alcune attivit&#224″.

RCS ha spiegato nel comunicato di restare legata al piano industriale triennale designato a dicembre che prevede tagli di posti di lavoro e investimenti nei suoi core business, ma ha aggiunto che prendendo in considerazione passi ulteriori.

“Tra gli interventi &#232 stata presa in esame anche la separazione di alcune attivit&#224”, spiega la nota, aggiungendo che il tema non &#232 ancora stato oggetto di esame da parte del Consiglio di amministrazione, ma &#232 probabile che i consiglieri inseriscano un nuovo appuntamento in agenda per la fine del mese.

La famiglia Romiti starebbe considerando l¿ipotesi di in un primo Gruppo, Rcs1, tutte le attivit&#224 legate alla stampa, tra le quali il Corriere della Sera, la Gazzetta dello Sport e altre riviste. Un¿altra unit&#224, Rcs2, concentrerebbe invece le attivit&#224 dell¿editoria, vale a dire Rizzoli, Fabbri, Bompiani in Italia, Flammarion in Francia, e anche l¿attuale partecipazione di maggioranza nel quotidiano spagnolo El Mundo. Secondo indiscrezioni, la famiglia Romiti vorrebbe prendere il controllo della maggioranza di Rcs2, conservando per&#242 delle quote in Rcs1.

Un piano che per&#242 non convince alcuni membri del patto, in particolare la Fiat. L¿azienda automobilistica si sarebbe alleata con Mediobanca, Generali, Pirelli e con la famiglia Pesenti per difendere la tesi di una societ&#224 Rcs2 interamente consacrata all¿edizione, quindi senza le partecipazioni di El Mundo.

Questi stessi azionisti si oppongono anche all¿ipotesi che i Romiti mantengano un piede anche dentro Rcs1.

Ma che cos¿&#232 che ha spinto i Romiti a mettere fuoco alle polveri? In realt&#224 nessuno conferma che l¿idea arrivi proprio dai Romiti, alcuni ritengono possa provenire da un gruppo di azionisti insoddisfatti dall¿attuale performance di Rcs.

Da quando la gestione del Gruppo &#232 passata nella mani dei due figli di Cesare Romiti, ¿I risultati finanziari della societ&#224 non hanno cessato di andare gi&#249¿, dichiara una fonte.

Nel 2001, Rcs ha registrato 232 milioni di euro di perdite, contro un utile di 39 milioni nel 2000, e di 105,7 milioni nel 1997.

Nel primo trimestre dell¿esercizio in corso, la societ&#224 ha registrato un utile pretasse in rialzo, ma sempre negativo a ¿4,4 milioni di euro.

Lo scorso anno, il perimetro del Gruppo &#232 stato privato anche delle due societ&#224 del tessile, Valentino e Fila, l¿una venduta al Gruppo Marzotto e l¿altra a degli americani.

Due anni fa si fece una gran parlare di questa storia, e del futuro che avrebbe avuto la societ&#224 cos&#236 ridimensionata. Qualcuno aveva anche considerato che la Fiat potesse farsi indietro per concentrarsi sulle proprie attivit&#224 core. Ma la famiglia Agnelli non ha voluto rinunciare al Corsera.

Restano le critiche alla gestione Romiti, che sicuramente da tempo ormai non brilla.

Di fronte a questa situazione, l¿ipotesi della scissione potrebbe essere una soluzione elegante per dividersi questo piccolo mondo, con, da un lato, gli azionisti che si sono sbarazzati del loro nemico, e dall¿altro, una famiglia che manterr&#224 un piede nella propria casa, aprendo per&#242 la porta a delle new entry.

Tra maggio e giugno, dovrebbero riunirsi anche gli azionisti del sindacato in vista del rinnovo del patto in scadenza il 30 giugno.

Alcuni pretendenti di lunga data come, Salvatore Ligresti (Premafin), Diego della Valle (Tod”s) o Vittorio Merloni, si erano visti sistematicamente sbarrare l¿entrata nel Gruppo. Ma il nuovo piano potrebbe cambiare le regole del gioco.

Resta comunque che l¿operazione di scissione sar&#224 sicuramente complicata, e non solo dal punto di vista strettamente economico, ma anche per gli inevitabili risvolti politici. Con una tiratura media di 960.000 copie, Il Corriere della Sera non &#232 solo l¿asset pi&#249 redditizio del Gruppo, e un organo di un¿influenza straordinaria. Per alcun rinunciarci potrebbe essere davvero molto, molto difficile.

&#169 2004 key4biz.it

Raffaella Natale

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