Italia
L¿Antitrust ha dato il proprio OK alla Rai per l¿acquisto di 84 impianti di trasmissioni da utilizzare per le frequenze del digitale terrestre.
Nella delibera si legge che l¿Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha autorizzato l”acquisizione da parte della Rai di 11 rami d”azienda, costituiti da 84 impianti di trasmissioni televisive e dalle relative frequenze.
La decisione (provvedimento n° 13137) è stata pubblicata nel bollettino 18.
Nella propria nota, l¿Antitrust spiega che tali acquisizioni sono finalizzate alla sperimentazione per la diffusione di programmi e di servizi in tecnica digitale su frequenze terrestri e si inseriscono in un Progetto unitario che ha come obiettivo la costituzione di due reti trasmissive in tecnica digitale terrestre (cosiddetto multiplex).
Nel corso dell”istruttoria l”Autorità ha verificato che in Italia, a differenza degli altri Paesi europei, lo sviluppo del mercato delle reti per la trasmissione del segnale televisivo è avvenuto in maniera disordinata: Rai e Mediasest dispongono infatti di un monte frequenze ed impianti tale da garantirgli la disponibilità di tre reti televisive che coprono la quasi totalità del territorio e della popolazione nazionale.
In particolare, dicono dall¿Antitrust che la Rai ha il maggior numero di frequenze, disponendone in media di un numero largamente superiore per ognuno dei tre canali nazionali (RAI1, RAI2 e RAI3) ¿¿rispetto a quelle previste dal Piano nazionale di assegnazione delle frequenze per la radiodiffusione televisiva in tecnica analogica”.
Nella delibera si legge che la perizia disposta dall”Autorità nel corso dell”istruttoria, ha accertato ¿¿l”esistenza di significative ridondanze di copertura delle suddette reti televisive e, di conseguenza, la possibilità che Rai potesse sfruttare tale eccesso di risorse frequenziali per realizzare uno dei due multiplex previsti”.
In definitiva, per l¿Antitrust l”attuale assetto delle reti analogiche è particolarmente concentrato, sia per le elevate barriere all”entrata di carattere economico che a livello normativo, che hanno cristallizzato la struttura del mercato, lasciandola sostanzialmente inalterata nel corso degli ultimi quindici anni. Questa situazione rischia di riprodursi anche a livello delle reti digitali, considerato che il digitale terrestre si configura come un passaggio per travaso di risorse all”analogico.
L”Autorità, tuttavia, ritiene che l”operazione presa in esame non determina una posizione dominante in capo alla Rai, sui mercati nazionali delle reti e delle infrastrutture per la trasmissione del segnale televisivo terrestre. Al riguardo, infatti, è indispensabile contestualizzare la valutazione delle acquisizioni in questione con l”assoluta specificità del particolare assetto storico, normativo e di mercato, nonché con l”evoluzione tecnologica che qualifica ulteriormente il settore della radiodiffusione televisiva terrestre.
L”Autorità ha inoltre tenuto conto della circostanza che sussiste a tutt”oggi un”offerta di frequenze, che è nella disponibilità di emittenti locali, e che, dunque, le acquisizioni in esame non pregiudicano le possibilità di altri concorrenti, peraltro già attivi con posizioni di rilievo in questo medesimo mercato e in mercati connessi.
L”Antitrust ha pertanto concluso, “con parere favorevole dell”Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, pervenuto in data 26 aprile, che le operazioni notificate, pur non essendo strettamente indispensabili per realizzare i due multiplex richiesti dalla legge, non appaiono idonee a realizzare la costituzione di una posizione dominante in capo a Rai tale da ostacolare in modo sostanziale e durevole la concorrenza”.
Bollettino n°18 del 2004 (pdf)
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