Italia
Il direttore del Tg3, Antonio Di Bella, ha sostenuto che non ci sarebbe stata alcuna manipolazione nella controversa intervista che Pina Bruno, la moglie di uno dei carabinieri morti nel novembre scorso nell¿attentato di Nassiriya, ha concesso ai microfoni di Rai3. Il servizio riguardava anche le presunte violenze sui detenuti iracheni.
Questa, la posizione sostenuta davanti alla Commissione di Vigilanza Rai dal direttore del Tg3.
Commentando l”intervista mandata in onda tre giorni fa, nella rubrica Primo Piano del Tg3, Di Bella ha dichiarato: “Non abbiamo trasmesso tutto, era un”ora e mezza, ma non abbiamo fatto manipolazioni (…) per questo ho dato le cassette alla Commissione e le abbiamo messe in Internet”.
Nel servizio in questione, che ha sollevato diverse polemiche negli ambienti politici, la vedova del carabiniere ha dichiarato che il marito le aveva riferito delle condizioni disumane dei prigionieri iracheni. Secondo la signora Bruno, il marito aveva pure riferito la situazione ai propri superiori.
Di Bella ha detto in Vigilanza che la cassetta in questione sarebbe stata consegnata, oltre che ai commissari, anche al Direttore generale Flavio Cattaneo, ed è stata quindi acquisita dall”azienda.
Il direttore del Tg3 ha spiegato che quella alla vedova Bruno, “doveva essere un”intervista di ricordi, umana, ma c”era un aspetto giornalisticamente molto interessante che sarebbe stato un errore non trasmettere”.
Chiaro il riferimento del direttore alle dichiarazioni delle signora Bruno, sulla conoscenza da parte dei carabinieri italiani dei trattamenti disumani che i prigionieri iracheni erano costretti a subire.
Dalla maggioranza di centrodestra, il portavoce di An, Mario Landolfi, ha chiesto le dimissioni di Di Bella, asserendo che il direttore ¿¿ha mandato in onda un servizio senza fare le opportune verifiche, con uno scopo politico, quello di arrivare a mettere in difficoltà il governo e forse portare alle dimissioni del presidente del Consiglio e del ministro della Difesa”.
Il portavoce di An ha affermato che, al massimo, dall”intervista alla vedova Bruno si potevano evincere le torture inflitte ai prigionieri da agenti iracheni, ma non gli abusi compiuti dai soldati americani.
Cosa del resto confermata dall”intervista pubblicata sul Corriere della Sera a un colonnello dei carabinieri, Carmelo Burgio, che ha confermato le notizie di abusi sui prigionieri, ma effettuate dagli agenti iracheni, su cui anche che i militari italiani avevano fatto rapporto.
Landolfi ha quindi ribadito la richiesta di dimissioni già avanzata dal vicepremier Gianfranco Fini e dal ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri.
¿Mi hanno criticato ¿ ha detto il ministro Gasparri – perché io ho chiesto le dimissioni del direttore del Tg3, però io vado addirittura oltre. Le persone responsabili del montaggio vanno incriminate perché hanno messo in pericolo la vita dei nostri concittadini ostaggi in Iraq¿.
Richiesta a cui non si è associato il resto del centrodestra, anche se nel suo intervento il capogruppo di Forza Italia in Commissione, il deputato Giorgio Lainati ha detto a Di Bella: “Sono certo che ci saranno altre occasioni in cui chiedere le sue dimissioni”.
¿¿faccio il giornalista ¿ ha detto Di Bella durante l¿audizione – Il mio scopo è quello di dare informazioni e non di far dimettere il presidente del Consiglio¿. E spiega: ¿Non c”è stata alcuna argomentazione politica
il direttore ha aggiunto che ¿Dalla politica, c”è stato l”uso di alcune informazioni¿.
¿Sono stato molto attento nella titolazione ¿ ha detto ancora – nel lancio e nella scelta delle frasi, senza alcuna manipolazione che era l”accusa principale¿.
Il presidente della Commissione di Vigilanza, Claudio Petruccioli, non condivide l¿opinione della maggioranza, e ha affermato che ¿¿L¿intervista alla signora Bruno è autentica, libera e non forzata. Attiene alla libera scelta del direttore mandarla in onda¿.
Petruccioli, durante il suo intervento nella seduta di ieri, ha ribadito con forza che, di fronte alla verifica effettuata, non esiste alcuna motivazione per chiedere le dimissioni del direttore del Tg3, ¿¿nessuna forma di censura, per quanto vaga o generica, è formulabile¿.
Petruccioli ammette che ¿se avessi visto una trappola, avrei chiesto io per primo le dimissioni, ma non c”è alcuna forzatura, nessuna trappola e nessuna intenzione subdola¿.
L”intervista, fa notare il presidente della Vigilanza, è stata affidata a ¿¿una giovane intervistatrice donna, che ha fatto pochissimi interventi¿.
Secondo Petruccioli, ¿¿è ovvio che non si potesse trasmettere l”intervista completa e sarebbe interessante mandarla integrale¿. Se la Rai lo facesse, ¿sarebbe un importante documento¿.
In questa occasione Di Bella ¿¿si è comportato correttamente, e quanto ha detto corrisponde alla realtà: non sono stati fatti tagli, ma solo presi dei brani¿.
A chi ha chiesto le dimissioni del direttore del Tg3, Petruccioli risponde: ¿¿non ritengo giusto pensare che siccome c”è una posizione critica nei confronti di Di Bella fino alla richiesta delle dimissioni da parte della maggioranza, questo automaticamente debba trasferirsi all”interno dell”azienda. Finora non è avvenuto e io mi aspetto che non avvenga ¿ ha sottolineato il presidente – perché non ne vedo i motivi: non sono state estorte dichiarazioni e manipolazioni alla signora¿.
Ieri il ministro della Difesa Antonio Martino, intervenendo al question time alla Camera, ha ribadito che il governo italiano non era a conoscenza degli abusi su detenuti da parte delle forze della coalizione.
La signora Bruno, dalla sua, ha detto che i giornalisti del Tg3 le avrebbero teso “una trappola” sulla vicenda delle torture di cui sarebbe stato testimone il marito.
Intervista integrale alla vedova Bruno
© 2004 Key4biz.it
Per ulteriori approfondimenti, consulta:
Archivio delle News più recenti sulla Rai