Europa
Discreto, ma nell¿ombra. E¿ così che il governo francese sta gestendo il caso che vede impegnato il primo Gruppo editoriale del mercato d¿oltralpe, Lagardère, nella cessione di alcuni asset di Editis (ex Vivendi Universal Publishing), come impostogli dall¿Antitrust Ue.
Nessuna dichiarazione in merito, per ciò che ¿resta un affaire privato¿, come insistono negli uffici del ministero della Cultura.
Anche se, rendendo pubblici i propri appuntamenti in agenda, il ministro Renaud Donnadieu de Vabres ha dovuto rivelare il proprio appuntamento con Vincent Montagne, presidente di Media Participation, candidato al riscatto del 60% di Editis.
Le due parti, ministero da una parte e Media Participation dall¿altra, si rimpallano l¿iniziativa. Il ministero precisa di aver già ricevuto Antoine Gallimard.
Il governo non vuole apparire parte attiva in questa transazione, ma conferma di essere sulla stessa linea della Commissione europea, in merito alla regolamentazione di questa operazione.
Tendente quindi a privilegiare una soluzione industriale per Editis. Bruxelles nel mese di gennaio aveva infatti insistito sul fatto che l¿acquirente avrebbe dovuto avere i mezzi per creare il numero due sul mercato francese dell¿editoria, capace di poter competere in modo durevole con Hachette Livre.
Una dichiarazione sibillina che avrebbe potuto eliminare d¿ufficio le decine di fondi di investimenti che sono in lizza per l¿acquisto di Editis.
¿Tutto dipenderà dalla capacità dei fondi di offrire delle garanzie sufficienti¿, indicano fonti vicine ad Arnaud Lagardère, che non ha nessun interesse a limitare la transazione ai due soli industriali che hanno presentato un¿offerta, vale a dire Gallimard e Media Participation.
Alcuni fondi hanno capito che per poter accedere alla seconda fase della transazione, che ti permette di accedere ai libri contabili della società, bisogna dare carta bianca.
Patrick Sayer, presidente del direttorio di Eurazeo, insiste sulle intenzioni della società che dirige.
¿Noi siamo investitori, e certamente non speculatori in una logica di compra-vendita a medio termine¿, precisa Sayer. Sarà sufficiente a rassicurare Bruxelles?
Per il momento la battaglia sembra stringersi intorno a Media e Gallimard, che portano avanti la loro transazione e che dovranno soddisfare le esigenze non solo di Lagardère, ma anche del governo francese oltre che di Bruxelles.
Contro di loro, i fondi di investimento vantano la loro capacità a finanziare meglio l¿operazione Editis.
Tutti si sono mobilizzati, intorno a questa trattativa che ha un sapore più politico di quanto in realtà appaia.
Dalla corsa al riscatto si è ritirata recentemente l¿italiana RCS Media Group, che aveva fin da subito mostrato il proprio interesse per gli asset di Lagardère, nel proprio obiettivo di rafforzarsi sul mercato francese dell¿editoria.
Ma l¿Amministratore delegato della società, Maurizio Romiti, ha dichiarato alcune settimane fa che il Gruppo non presenterà alcuna offerta, tenuto conto ¿¿delle complicazioni che presenta questa azienda e per come sarà messa sul mercato¿.
Romiti ha però confermato un notevole interesse a espandersi sul mercato francese, dove sono stati avviati altri contatti. Ma per quanto riguarda Editis, si tratta di ¿¿una estrazione di parte di attività da alcune società – ha spiegato – e quindi della costituzione di nuove società di cui è difficile capire la capacità di stare sul mercato¿.
Romiti ha spiegato che i dati disponibili sono a tutt”oggi molto carenti e mancano i dati patrimoniali: ¿Non riteniamo che la nostra valutazione possa avvicinarsi alle attese del venditore¿.
L¿Interesse del Gruppo Rizzoli per la Francia non è una cosa di ieri. Nel 2000, il gigante milanese dei media ha messo le mani sull¿editore francese Flammarion. Ma oggi, più che mai, sembra che il mercato francese sia diventato ¿prioritario¿ nei piani di sviluppo del primo polo editoriale italiano.
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