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Proprio mentre i legislatori e l¿industria discografica e dell¿entertainment stanno intensificando gli sforzi per arginare lo scambio illegale di musica in Rete, molti team di sviluppatori di software lavorano invece all¿elaborazione di tecnologie che promettono l¿anonimato degli Internauti che frequentano i network peer-to-peer.
La RIAA (associazione che riunisce le più grandi major Usa) sta infatti cercando di bloccare il fenomeno del file-sharing a suon di cause legali, pescando fortunosamente in un bacino di diverse decine di milioni di potenziali colpevoli.
L¿offensiva della RIAA è partita a gennaio e ha portato ad azioni giudiziarie contro più di 2.000 utenti americani che avevano infranto le leggi sul diritto d¿autore, scambiando file musicali sulle reti peer-to-peer come KaZaa e WinMX.
Diverse centinaia di utenti sono stati perseguiti anche in Europa e in Canada, mentre le reti di scambio sono state passate al setaccio per identificare gli Internauti più attivi.
Si finisce nel mirino dell¿organizzazione, anche solo per aver scaricato una canzone dal web o per aver permesso l¿uso del Pc a qualcuno che ha scaricato materiale protetto da copyright.
¿I nostri utenti esigono più rispetto per la privacy e sono disgustati dalle continue minacce di persecuzione giudiziaria¿, ha dichiarato Pablo Soto, cofondatore della società madrilena Optisoft.
Optisoft ha messo a punto due reti di condivisione – Blubster (http://www.blubster.com) e Piolet (http://www.piolet.com), gestite dalla piattaforma proprietaria MP2P di Optisoft.
La nuova versione della piattaforma ¿ di prossima uscita ¿ dovrebbe evitare agli utenti il rischio di essere identificati e, dunque, denunciati alle autorità.
Essa includerà infatti un sistema capace di garantire l¿anonimato, come quello utilizzato da altre piattaforme come EarthStation 5 (http://www.es5.com), situato in un campo profughi palestinese in Cisgiordania e Filetopia (http://www.filetopia.com).
Soto ha spiegato che la nuova piattaforma di scambio di file musicali offre dei livelli di camuffamento che rendono quattro volte più difficile l¿identificazione degli utenti rispetto alle reti tradizionali.
Ad ogni utente vengono assegnati indirizzi IP multipli corrispondenti a quelli degli altri utenti connessi nello stesso momento, ingarbugliando così l¿attività reale di ogni persona collegata.
Quello che Soto non dice, è che scaricando il programma di Blubster si va incontro a seri rischi, tra cui l¿installazione sul proprio Pc di uno spyware, WebHancer, definito come “performance monitoring software”.
La funzione principale degli spyware è quella di catalogare i programmi presenti nel computer e di spaziare nella Base di Registro alla ricerca di informazioni private, per poi inviare il tutto al sito di origine.
L¿obiettivo degli spywares ¿ secondo i loro ideatori – è innocente: servirebbero infatti ¿solo¿ per capire i gusti del proprietario del Pc su cui si autoinstallano (il più delle volte), raccogliendo informazioni statistiche a loro uso e consumo per poi affiggere dei banner pubblicitari mirati.
Ufficialmente, questi programmi dichiarano di rispettare la privacy, ma di fatto le informazioni raccolte possono essere utilizzate per fini tutt”altro che innocenti, per non dire che la sola presenza di uno spyware è in grado di compromettere l”intero sistema, a causa di una falla di sicurezza che crea installandosi. Questa breccia di sicurezza può infatti essere sfruttata agevolmente dagli hackers per inserirsi nel computer.
La RIAA, da canto, si è già detta molto diffidente riguardo le dichiarazioni di Soto, che definisce semplici trovate pubblicitarie, senza alcuna aderenza alla realtà.
Di questa opinione sono anche molti esperti, secondo cui raggiungere un totale anonimato in questo ambito è difficile ¿ se non impossibile ¿ ma, se l¿utente non può beneficiare di un camuffamento integrale, almeno ha qualche speranza di rendere estremamente difficile la sua identificazione.
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