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Il Gruppo americano Walt Disney ha vietato al proprio studio cinematografico Miramax di distribuire un documentario molto critico nei confronti del presidente degli Stati Uniti George W. Bush, realizzato dal produttore Michael Moore.
La notizia è stata data nell¿edizione di ieri del New York Times che citava alcune fonti della società.
Il documentario intitolato Fahrenheit 911, candidato alla palma d¿oro al festival del cinema di Cannes, denuncia la politica di Bush prima degli attacchi terroristici dell¿11 settembre 2001.
Parla dei legami esistenti tra la famiglia Bush con le grandi famiglie saudite, tra cui la famiglia di Osama Bin Laden, capo di Al-Qaïda.
Il film mostra il ruolo giocato dall¿amministrazione americana nell¿evacuazione dei membri della famiglia Bin Laden dopo l¿attentato alle Twin Towers rivendicato da Al-Qaïda, che ha fatto registrare circa 3.000 morti negli Stati Uniti.
Disney ha concluso un contratto con due dirigenti della Miramax, Bob e Harvey Weinstein, che dà a Disney il diritto, in alcune circostanze (film vietati ai minori di 17 anni e con un budget di produzione eccessivo) di impedire a Miramax la distribuzione di determinati film.
Secondo i vertici di Miramax, questo divieto va al di là tuttavia delle clausole del contratto e a riguardo deve esserci un chiarimento con la società di produzione.
Miramax, rilevata da Disney 10 anni fa, è da un anno il principale finanziatore dei progetti di Moore.
Matthew Hiltzik, portavoce di Miramax, in un comunicato citato dal noto quotidiano newyorchese, ha dichiarato che la società è aperta a ogni chiarimento con la Disney, e che spera di risolvere amichevolmente la faccenda.
Il portavoce di Disney, Zenia Mucha, ha tuttavia indicato che la propria società non cambierà opinione: ¿Abbiamo avvertito l¿agente di Moore e Miramax nel maggio 2003 che questo film non sarebbe stato distribuito da Miramax. E non intendiamo tornare su quella decisione¿.
Mucha difende il lavoro del regista: “Non è proprio un film adatto alla Disney – dice – una compagnia che produce film d”intrattenimento per famiglie. Moore era stato messo in guardia più di un anno fa, ma ha ancora tempo per trovarsi un altro distributore¿.
Persona alquanto controversa negli Stati Uniti, Michael Moore, 50 anni, è da tempo l¿autore di documentari, in particolare sugli armamenti americani – Bowling for Colombine, vincitore del premio Oscar 2003 e della Palma d”Oro a Cannes ¿ e di due reportage molto critici nei confronti dell¿amministrazione Bush.
Michael Moore, che presenterà lui stesso il documentario a Cannes a fine mese, ha reagito a questa decisione dichiarando al New York Times che “la situazione merita un¿attenta riflessione¿.
¿Tutto questo succede in una società libera e aperta dove gli interessi finanziari decidono essenzialmente su ciò che il pubblico è autorizzato a guardare?¿.
Moore ha comunque espresso gratitudine per il sostegno ricevuto dalla Miramax e dal suo presidente per il film.
¿Tutto quel che posso dire è grazie di cuore a Miramax e Harvey Weinstein, che sono rimasti al mio fianco per tutta la produzione di questo film“.
Nella sua lettera, pubblicata sul sito web, Moore ha anche detto che “per circa un anno, questa lotta è stata una lezione su quanto sia difficile in questo Paese creare un”opera d”arte che possa dar fastidio a chi è al potere”.
Per Moore la Disney avrebbe chiesto alla consociata Miramax di bloccare la distribuzione del nuovo documentario esclusivamente per ottenere sgravi fiscali dal governatore della Florida, Jeb Bush, fratello del presidente americano, per il parco giochi della Disney a Orlando.
A queste pesanti accuse, il presidente della Disney Michael Eisner ha prontamente risposta definendole ¿ridicole¿. Eisner sostiene che quanto riferito è ¿totalmente falso¿.
La richiesta della Disney avrebbero però non poco irritato Harvey Weinstein visto e considerato che il precedente Bowling a Columbine è stato un successo di proporzioni straordinarie: costato soltanto 3 milioni di dollari, ne ha incassati 120 milioni e vinto un Oscar.
L¿”intervento di Miramax/Disney nella produzione di un regista considerato per scomodo a Hollywood, lo scorso anno aveva lasciato sconcertati gli osservatori, tanto più perché era giunto nel momento stesso in cui uno dei maggiori finanziatori di Fahreneit 911, la Icon di proprietà dell¿attore Mel Gibson, aveva rinunciato per timore delle polemiche che il film avrebbe sollevato e che ha sollevato.
In ogni caso, il documentario anti-Bush di Michael Moore dovrebbe arrivare nelle sale il prossimo 2 luglio.
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