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Lucia Annunziata ha ratificato nella serata di ieri le proprie dimissioni dalla presidenza del Consiglio d¿amministrazione Rai.
In poche righe, solo 11, inviate al presidente del collegio sindacale Marcello Bigi, la Annunziata scrive: ¿Con la presente rassegno le dimissioni dalla carica di presidente della Rai con decorrenza dal giorno di entrata in vigore della legge del Riassetto Radiotelevisivo – cosiddetta Legge Gasparri – motivate, congiuntamente e disgiuntamente, dalle seguenti ragioni¿.
Alla base della sua decisione le ¿¿continue e reiterate delibere del Consiglio d”amministrazione che – attraverso la mia costante messa in minoranza in sede deliberante – hanno determinato il mio sostanziale isolamento in seno all”Organo collegiale¿.
A questo la Annunziata aggiunge il ¿¿gravissimo deterioramento dei rapporti con il Direttore generale, a seguito del succedersi, da parte dello stesso Direttore generale, di comportamenti continui ed univoci finalizzati a contestare lo stesso diritto di esercizio dei poteri del Presidente, anche in ordine alla sua funzione di garanzia¿.
Lucia Annunziata ha inviato una lettera anche ai consiglieri Rai e al Direttore generale Flavio Cattaneo, in cui fa riferimenti ad alcuni recenti fatti ¿ le frasi offensive che le ha rivolto Cattaneo, la mancanza di garanzia all¿interno dell¿azienda ¿ per spiegare la propria scelta di lasciare i vertici di Viale Mazzini.
La lettera in questione è datata 5 maggio, ma scritta prima delle dimissioni e basata sul verbale della seduta del Cda del 20 aprile scorso.
La Annunziata scrive per sottoporre all¿attenzione dei consiglieri alcune situazioni, spiegando che il testo è stata scritto quando ancora ricopriva la carica di presidente. Nella lettera fa riferimento al caso Bilancia, citando il verbale: ”Di tanto è stata informata la presidente che ha convenuto su tale linea di condotta”. L¿ex presidente sostiene che questa affermazione messa a verbale non risulta vera. E spiega: ¿¿Sull”intervista al serial killer ho avuto informazioni, su mia richiesta tramite una telefonata al Dg solamente quando era già in onda. Dunque, non essendo stata informata prima, tanto meno potevo aver ”convenuto” su alcunché. Il punto non e” di secondaria importanza in quanto l”esistenza di un”intesa precedente avrebbe davvero reso provocatoria la mia successiva presa di distanza pubblica¿.
L¿ex presidente invita ad aprire una procedura formale per verificare la veridicità di quanto successo.
Riguardo poi alle offese che le avrebbe rivolto Cattaneo, la Annunziata sostiene che si è trattato di un¿aggressione a freddo. ¿¿Senza che avessi né il tempo né il modo di poter controbattere o reagire. Non intendo, comunque, in questo caso sì per il bene dell”azienda, riprendere la questione. Il dottor Cattaneo sa come sono andare le cose. E tanto mi basta¿.
La Annunziata fa poi riferimento all”ordine del giorno e la deplorazione contro il presidente. ””Ho trovato sorprendente che consiglieri e Sindaci, di fronte ad una così drammatica contrapposizione, non abbiano sentito il dovere di ascoltare la versione del presidente. Credo siano state ignorate così le regole fondamentali del garantismo. Mi astengo dunque dal commentare l”ordine del giorno che stigmatizza il comportamento del presidente e che è il risultato di questo metodo¿.
Altro punto riguarda invece ¿la procedura con cui il Cda la scorsa settimana ha affrontato la grave crisi di rapporti ai vertici Rai¿.
¿Credo – scrive Annunziata – sia solo la perfetta prosecuzione di un equilibrio interno a quest”azienda che ha portato fin dall”inizio la maggioranza del Consiglio a schierarsi sempre a fianco del Dg piuttosto che a confrontarsi con il presidente. Al punto da negare al presidente anche la sua legittima funzione di ombudsman dell”azienda, di istituzione e voce editoriale con un suo proprio ruolo. Al punto da considerare ogni espressione pubblica del presidente addirittura una ”provocazione se non addirittura un ”danno aziendale¿¿.
La Annunziata conclude sostenendo che di fronte a questa drammatica situazione non le resta che rassegnare le dimissioni.
Spiegando che questo era un Cda nato con una formula eccezionale, quella di ”Garanzia”, in attesa che la nuova legge dettasse i nuovi criteri per l”elezione dei vertici Rai.
¿La storia di questo Cda – scrive l¿ex presidente – dimostra che la formula di garanzia non ha funzionato, non è stata messa in condizione di funzionare. Soprattutto perché la maggioranza del Consiglio non ha mai accettato che il presidente rappresentasse istituzionalmente la parte del Paese che nel Cda non trova né espressione né tutela¿.
La Annunziata sostiene che a questo punto sia giusto che ¿¿dopo le elezioni europee, questo Consiglio debba farsi da parte dimettendosi. Così da evitare un lungo periodo di instabilità alla Rai¿.
Pronta la replica di Flavio Cattaneo che risponde che da subito la Annunziata ha contestato i poteri del Direttore generale. Nella lettera di risposta, Cattaneo sottolinea anche che il suo rapporto con la Annunziata ¿¿è rimasto corretto e collaborativo, ma non potevo certo accettare indicazioni personali non condivise dall”intero Consiglio¿.
Respinge invece al mittente la situazione di isolamento nel Cda lamentata da Annunziata: ¿quasi il 90% delle decisioni del Cda sono state prese all”unanimità¿.
Pareri contrastanti in seno alla Commissione parlamentare di vigilanza. La maggioranza ritiene legittimo il Cda con soli 4 membri Francesco Alberoni, Marcello Veneziani, Giorgio Rumi e Angelo Maria Petroni. L¿opposizione chiede invece che appena entrerà in vigore la Legge Gasparri, si seguano i nuovi criteri di nomina.
Fino a oggi, le nomine spettavano ai presidenti di Camera e Senato, ma ai sensi della nuova legge il successore di Lucia Annunziata sarà nominato dal Ministro dell”Economia, Giulio Tremonti.
Secondo gli articoli 20 e 21 della legge Gasparri, la Rai avrà un Cda di 9 membri che resteranno in carica tre anni e rieleggibili una sola volta.
Fino alla prima fase della privatizzazione (alienazione del 10% del capitale), sarà la Commissione di Vigilanza a nominare sette membri del Cda (con voto limitato ad uno, cioè 4 alla maggioranza e 3 all”opposizione), mentre gli altri due, tra cui il presidente, saranno invece scelti dal Ministero dell”Economia. La nomina del presidente diventa efficace con il sì, a due terzi, della Vigilanza.
All¿interno della maggioranza, An è propensa a congelare l”attuale assetto comunque fino alle elezioni, mentre Fi che lascerebbe lavorare il Consiglio fino a scadenza naturale, nel 2005.
Il presidente della Commissione di vigilanza, Claudio Petruccioli, sostiene invece la necessità di un rinnovo del Cda ¿perché così non si può andare avanti¿.
Il dibattito in Commissione è comunque stato aggiornato alla prossima seduta.
Nel merito delle vicenda è intervenuto anche il presidente della regione Lazio, Francesco Storace, ¿Mi imbarazza il solito spettacolo del centrosinistra che attacca e del centrodestra che si difende, perché i torti stanno da tutte e due le parti¿.
Storace poi rispondendo alla domanda di chi gli chiedeva se i diritti dell”opposizione fossero rispettati, ha detto: ””E quali diritti hanno le opposizioni? I diritti li hanno i cittadini. Questo è lo sbaglio che commettono i due poli. Il problema sono i diritti dei cittadini. Io pago il canone, ne vale la pena? E” una Rai diversa dalla Tv commerciale? Questa è la grande domanda. La Rai che trasmette il serial killer Bilancia mi fa schifo. Qualcuno potrebbe dire: con chi ce l”hai? Con lo spettacolo – ha risposto Storace – che vedo tutte le sere. E” una vicenda orripilante¿.
Per il segretario dei Ds, Piero Fassino, ¿La strategia di occupazione della Rai messa in atto dalla maggioranza di centrodestra è inaccettabile e insostenibile e chi se ne è reso responsabile, il Consiglio d”amministrazione e il direttore generale, se ne devono andare¿.
Fassino si è detto preoccupato per le sorti dell¿azienda, ¿¿sottoposta a una concezione padronale e proprietaria dell”informazione radiotelevisiva, perché è lesiva delle professionalità che vi lavorano e del diritto dei cittadini ad avere un”informazione pluralista e di qualità¿.
Il ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri ha comunque escluso che possa essere nominato subito un nuovo Consiglio di amministrazione.
“La nuova legge prevede la sostituzione anticipata solo in caso della dimissione dell”intero Consiglio, non se si dimette un solo consigliere“, ha detto.
¿In termini di diritto non è necessario, poi la scelta politica è un”altra cosa. La mia valutazione politica è che valga quello che dice la legge”.
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