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Il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha apposto la propria firma alla Legge Gasparri, approvata in via definitiva lo scorso 29 aprile dal Senato.
Il testo riforma il sistema radiotelevisivo italiano, prevedendo il passaggio alla tecnica di diffusione in digitale terrestre.
Secondo le nuove disposizioni normative, cambiano anche le procedure di nomina alla Rai, Cda compreso.
Fino a oggi, le nomine spettavano ai presidenti di Camera e Senato, ma ai sensi della nuova legge il successore di Lucia Annunziata sarà nominato dal Ministro dell”Economia, Giulio Tremonti.
Secondo gli articoli 20 e 21 della legge Gasparri, la Rai avrà un Cda di 9 membri che resteranno in carica tre anni e rieleggibili una sola volta.
Fino alla prima fase della privatizzazione (alienazione del 10% del capitale), sarà la Commissione di Vigilanza a nominare sette membri del Cda (con voto limitato ad uno, cioè 4 alla maggioranza e 3 all”opposizione), mentre gli altri due, tra cui il presidente, saranno invece scelti dal Ministero dell”Economia. La nomina del presidente diventa efficace con il sì, a due terzi, della Vigilanza.
Le nuove disposizioni entreranno in vigore 15 giorni dopo che il testo sarà pubblicato sulla Gazzetta ufficiale.
E” ormai certo che per questo periodo transitorio i presidenti di Camera e Senato, Pier Ferdinando Casini e Marcello Pera, non procederanno alla nomina di alcun presidente.
Il testo era stato respinto lo scorso 15 dicembre proprio dal Capo dello Stato, che si era avvalso del potere che gli conferisce la Costituzione (art.74) di obbligare il Parlamento a riesaminare una legge già approvata.
Le osservazioni del Capo dello Stato, contenute in un messaggio di 5 pagine, riguardavano punti chiave del provvedimento, come il Sic, il sistema integrato di telecomunicazioni, il passaggio al digitale terrestre e il rischio di posizione dominante nel mercato della raccolta pubblicitaria. E infine la questione del trasferimento di Rete4 sul satellite.
Dopo aver richiamato diffusamente la sentenza 466 della Corte Costituzionale del 20 novembre 2002, e la deliberazione del 7 agosto 2001 dell”Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, il Presidente aveva segnalato i punti che a suo avviso erano compatibili o meno con il pronunciamento della Consulta.
La posizione di Ciampi aveva fatto ulteriormente slittare l¿approvazione del provvedimento e reso necessaria l¿immediata approvazione del Decreto Salvareti che evitava il passaggio di Rete4 e Rai3 sul satellite in attesa che venisse approvata la Gasparri.
Il Ddl così come modificato era stato approvato dalla Camera il 24 marzo scorso, a scrutinio segreto, con il voto favorevole di tutti i gruppi del centrodestra e quello contrario delle opposizioni. I sì erano stati 311, i no 246.
Il 29 aprile scorso ha passato anche il vaglio del Senato, con 142 voti a favore, 91 contrari, 1 solo astenuto.
La settimana scorsa, il Consiglio dell”Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, su proposta dei Commissari relatori, Silvio Traversa e Alfredo Meocci, ha preso atto, approvandola, della relazione tecnica approntata dalle strutture sulla complessiva offerta dei programmi televisivi digitali terrestri, così come previsto dalla legge n. 43/2004.
La relazione – spiega una nota – contiene i risultati dell”accertamento tecnico effettuato, tenendo anche conto delle tendenze in atto nel mercato, relativo alla quota di popolazione coperta dalle nuove reti digitali terrestri, alla presenza sul mercato di decoder a prezzi accessibili, all”effettiva offerta al pubblico su tali reti anche di programmi diversi da quelli diffusi dalle reti analogiche.
Il Consiglio ha dato quindi mandato ai relatori di predisporre lo schema di relazione – da approvare in una successiva riunione – contenente i risultati degli accertamenti effettuati, con le relative valutazioni, in ordine all”esistenza o meno delle condizioni previste dalla legge. La relazione sarà presentata entro il mese di maggio al governo e alle competenti commissioni parlamentari.
Tra i punti principali introdotti dalla nuova normativa ci sono la riforma dei vertici Rai, l”introduzione delle trasmissioni in digitale terrestre e soprattutto l”introduzione del cosiddetto SIC (Sistema Integrato delle Comunicazioni), che fissa un tetto limite all”attività di ogni operatore nel settore dei media.
Il SIC serve appunto a determinare a quanto ammonta il limite del 20% di fatturato per ciascun operatore per non incorrere nel divieto antitrust.
Vi rientrano, tra l”altro, tutte le forme di pubblicità sui diversi media, ma anche le sponsorizzazioni e le telepromozioni, il canone Rai e i contributi pubblici all”editoria, i ricavi da stampa quotidiana, periodica, e agenzie. Sono inclusi inoltre i biglietti del cinema e i proventi del noleggio di videocassette e DVD, o le vendite dei videogames.
La legge dà anche la possibilità ai proprietari di Tv di poter acquistare nei prossimi anni quotidiani, superando così le precedenti restrizioni.
Per il ministro Maurizio Gasparri, si tratta di una legge che ai cittadini ¿consente una maggiore offerta¿ e che attraverso il Sic dà vita ad un sistema ¿moderno e adeguato¿.
Gasparri continua a sottolineare, nonostante le polemiche, le qualità e le novità positive che la sua legge porterà nel settore mediatico.
In questa legge, spiega Gasparri, ¿c¿è una rivisitazione complessiva e completa che serve per modernizzare in termini tecnologici l”intero sistema per aprire il mercato ad altri operatori e per dare garanzie più forti sul tema del federalismo¿.
Una legge, continua il ministro, ¿incentrata sul futuro¿ con il via alla televisione digitale terrestre. Una televisione che grazie al SIC evita la formazione di monopoli e permette alle aziende di essere più competitive e di dare vita a ¿un sistema moderno e adeguato¿. Il SIC, rileva Gasparri, ¿è ormai nella realtà di tutti i giorni, basta andare in edicola. Nessuno può controllare più del 20% del complesso delle risorse, nella nuova rilettura sono state tolte numerose voci e ora la stima di questo sistema spetta alle Autorità di garanzia che in base ai fatturati dovranno dire qual è il suo valore¿.
L¿opposizione di centrosinistra ha condotto una dura battaglia contro il testo di legge che porta la firma di Gasparri.
Immediatamente dopo l¿approvazione del testo, il presidente della Margherita, Francesco Rutelli, ha assicurato che la battaglia alla Gasparri non termina con l¿approvazione.
¿Non è una missione contro Berlusconi – ha detto Rutelli ai giornalisti – ma è una missione per la libertà¿.
Rutelli ha parlato di ¿¿spaventosa concentrazione di interessi¿ ha annunciato che il contrasto della legge Gasparri proseguirà a livello della Corte Costituzionale e contemporaneamente anche presso la Corte europea di Giustizia.
Legge Gasparri, Testo Integrale
Le tappe principali della Legge Gasparri
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