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Ora che le reti 3G sono attive su gran parte dei mercati europei, gli operatori sono a caccia di nuovi metodi per ottenere facili profitti e recuperare i soldi spesi per l¿implementazione della tecnologia.
Tra questi, il più gettonato ¿ ed economico ¿ è sicuro la pornografia. Per questo, denuncia il New York Times, alcune delle maggiori società delle tlc mobili mondiali si sono date appuntamento ad Amsterdam alla fine del mese scorso e hanno preso contatto con proprietari di sex shop, editori e produttori di video hard core.
Fino a ora i servizi telefonici cosiddetti ¿risquè¿ sono stati limitati, ma adesso che le reti telefoniche di terza generazione hanno reso la trasmissione di immagini e video molto più veloce, gli operatori vogliono sfruttare la tecnologia per fare soldi in modo rapido ed economico. E si sa che la pornografia è da sempre il metodo migliore.
L¿industria pornografica ¿ secondo un rapporto presentato all¿esame dell¿Assemblea di Strasburgo il mese scorso – genera un giro d¿affari superiore a quello dell¿industria degli armamenti. Ogni anno, denuncia il rapporto, la pornografia sviluppa un fatturato che va dai 5 ai 7 miliardi di dollari, ¿¿cifra che supera la spesa militare mondiale e comporta il traffico di quattro milioni di persone, per lo più ragazze e donne, ai fini dello sfruttamento sessuale¿.
Secondo i dati di Gartner Research, il business dei contenuti pornografici sui cellulari genererà nell¿Europa occidentale un giro d¿affari di 1,5 miliardi di dollari, pari al 5,1 per cento del mercato dati.
¿Il 3G – dice l¿europarlamentare Marianne Eriksson, – è una nuova tecnologia, che consente di inviare e ricevere materiale visivo mediante la telefonia mobile. Per molti operatori di telefonia mobile, la rete 3G e le relative licenze comportato costi molto elevati, per cui la maggioranza degli operatori europei cerca ora di finanziare gli investimenti trattando il materiale pornografico, tramite accordi tra i produttori di materiale pornografico e i gestori di telefonia mobile¿.
I contenuti a sfondo sessuale rappresentano insomma uno dei metodi più facili per recuperare parte degli ingenti investimenti affrontati per sviluppare le reti di terza generazione e gli operatori non vogliono certo farsi sfuggire la ghiotta occasione, anche se nessuno di loro vuole ammetterlo.
Molte società che hanno fatto del porno un business – dalla svedese Private Media, alla tedesca Beate Uhse all¿australiana Daily Placet – sono anche quotate in Borsa.
Azionista maggioritario della Beate Uhse è la Consipio Holding, che finanzia anche la Private Media.
Consipio Holding è di proprietà di Gerard Cok, secondo i mezzi d¿informazione uno fra i più ricchi uomini d¿affari olandesi, potente nel settore immobiliare e in passato anche produttore nazionale di materiale pornografico.
Berth Milton, CEO di Private Media Group, ha dichiarato però che i videofonini hanno ancora bisogno di qualche aggiustamento per poter sfruttare a pieno il filone pornografico: ¿¿bisogna correggerli e renderli un po¿ più interattivi¿.
C¿è da scommetterci che i costruttori saranno pronti a investire qualche altro miliardo di euro per seguire i suoi consigli.
Netcollex, una società Britannica che offre materiale pornografico sia soft che hard attraverso i telefonini, ha riferito che in un anno si sono abbonati ai servizi oltre 67 mila utenti che pagano 2,65 dollari ¿ costi di trasmissione esclusi – per vedere una selezione di brevi videoclip a sfondo sessuale.
Il mercato dunque, c¿è e sembra gradire molto questo tipo di servizi.
All¿inizio di quest¿anno, gli operatori britannici hanno sollevato il problema dei contenuti pornografici via cellulare, decidendo di darsi codice di autodisciplina per classificare i contenuti disponibili per gli utenti, anche ¿ o soprattutto – per fare in modo che non intervengano le istituzioni a imporre le proprie regole e, di conseguenza, a privarli di parte dei guadagni derivanti da mms, chat erotiche e via dicendo.
Tra i punti chiave del Code of Practice: la classificazione dei contenuti per adulti; una procedura per verificare l¿età degli utenti prima di distribuire il materiale richiesto; una struttura di classificazione indipendente simile a quella usata dall¿industria dei media; il monitoraggio delle chat room e strumenti per il controllo dei dispositivi da parte degli adulti.
Virgin Mobile ha anche creato all¿interno del proprio management una specifica carica denominata ¿direttore dei servizi per adulti¿, che fa capo a John Colon.
L¿operatore ha anche fatto sapere che non lancerà i servizi fino a quando non verranno prese le opportune precauzioni a difesa dei minori.
Vodafone, da canto suo, ha riferito di vere in mente una stretta collaborazione con le banche per verificare i dati delle carte di credito degli utenti, partendo dal presupposto che gli under 18 non le possiedono.
La società sta anche lavorando per introdurre filtri che permettano ai genitori di bloccare la ricezione di materiale per adulti sul cellulari dei figli.
Il vero problema comunque è che fino a qualche anno fa se si cercava materiale pornografico o delle prostitute bisognava veramente andarle a cercare. Adesso bisogna invece fare degli sforzi per evitare di imbattersi in queste cose.
La pornografia ha invaso la televisione, la posta e ora anche i telefonini e ha permeato così subdolamente il nostro quotidiano che anche il vocabolario oggi sembra averla accettata e liberalizzata: la pornografia diventa sempre più spesso ¿erotismo¿, mentre la prostituzione è diventata ¿lavoro sessuale¿ e gli sfruttatori ¿impresari dell¿eros¿.
Del resto, business is business, anche se è significativo il fatto che le istituzioni stiano osservando quasi passivamente l¿evolvere di un fenomeno raccapricciante, facendo sì che un¿attività che in passato veniva considerata criminale rientri ora nel settore economico legale.
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