Grandi sconvolgimenti nel futuro di RCS MediaGroup. Mister Tod¿s potrebbe acquistare il 30%

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Dopo mesi e mesi di trattative, il Gruppo editorialeRCS MediaGroup ha confermato di ritirarsi dalla corsa all¿acquisto del 60% di Editis (ex Vivendi Universal Publishing) messo in vendita dalla societ&#224 Lagard&#232re.

La notizia &#232 stata data in un comunicato diramato alla stampa, nel quale RCS ha spiegato che dopo aver analizzato i documenti di questa operazione, ha ¿¿preso la decisione di non fare alcuna offerta per l¿acquisizione¿.

Il Gruppo ha addotto come motivazione ¿l¿eccessiva complessit&#224 dell¿operazione¿, la ¿difficolt&#224 di integrare gli asset messi in vendita con quelle di RCS¿ e ¿il prezzo richiesto¿ dai Lagard&#232re, giudicato eccessivo per il valore di mercato di queste attivit&#224.

I vertici della societ&#224 francese hanno infatti chiesto una somma che si aggira intorno ai 600 milioni di euro per Editis.

La decisione di ritirarsi da questa transazione &#232 stata commentata dall¿Amministratore delegato Maurizio Romiti, rispondendo alle domande dei soci nel corso dell”assemblea di bilancio 2003 che si &#232 tenuta nei giorni scorsi a Milano.

Romiti non ha comunque negato l¿interesse della societ&#224 a espandersi sul mercato editoriale francese, dove la societ&#224 ha gi&#224 avviato altri contatti.

Ma per quanto riguarda Editis, si tratta di ¿¿una estrazione di parte di attivit&#224 da alcune societ&#224 – ha spiegato Romiti – e quindi della costituzione di nuove societ&#224 di cui &#232 difficile capire la capacit&#224 di stare sul mercato¿.

Romiti ha chiarito che i dati disponibili sono a tutt”oggi molto carenti e mancano i dati patrimoniali: ¿Non riteniamo che la nostra valutazione possa avvicinarsi alle attese del venditore¿, ha concluso l¿Ad della societ&#224.

Ma quella di Editis non &#232 l¿unica novit&#224 che riguarda il futuro di RCS. I vertici hanno infatti deciso di sciogliere anche i legami con la tedesca Burda Media.

¿Avvalendoci delle caratteristiche del contratto e dei patti parasociali, ieri – ha detto sempre Romiti nel corso dell”assemblea, a proposito della joint venture con il Gruppo tedesco nei periodici di cui controlla il 60% – abbiamo dato recesso dai patti parasociali stessi e chiesto lo scioglimento di qualsiasi accordo con il socio”.

Resta la convinzione, poi, che il Gruppo editoriale abbia ormai preso la strada giusta, e che possano arrivare “risultati decisamente buoni in tempi brevi“, dopo un 2003 che ha segnato il ritorno all”utile, pari a 51,5 milioni per la capogruppo (contro la perdita di 194,4 nel 2002) e a 46,1 milioni a livello consolidato (-152,3 milioni), e al dividendo di 0,07 euro per le ordinarie e di 0,19 per le risparmio.

Un via libera ai conti dato quasi all”unanimit&#224 dei soci di RCS, anche con il voto favorevole del Gruppo Ligresti, in predicato di entrare nel patto di sindacato della societ&#224 in scadenza, che attraverso i due suoi rappresentanti ha espresso “i complimenti” per i risultati raggiunti.

Il presidente di Premafin Giulia Ligresti ha commentato: ¿Vorrei ribadire che con il 5,2% la nostra partecipazione in RCS &#232 importante. Riteniamo quindi un atto dovuto, quasi naturale, partecipare al patto della societ&#224¿, ha concluso sulle trattative per il rinnovo dell”accordo parasociale della holding editoriale di via Rizzoli.

Inoltre, la Ligresti ha espresso apprezzamento per le dichiarazioni di Giovanni Bazoli, presidente di Banca Intesa, sull”apertura per l”ingresso dei nuovi soci.

L”assemblea, da parte sua, ha ridotto a 18 il numero dei componenti il Consiglio d¿Amministrazione e non &#232 pertanto stato sostituito il dimissionario Franco Tat&#242. Poi ha approvato il progetto di fusione per incorporazione in RCS MediaGroup delle societ&#224 interamente controllate come Agr, Cnr, RCS Radio e Tv, Immobiliare Solferino 28, Hdp sviluppo immobiliare, Rcs Internal Auditing.

La societ&#224 rileva che l¿operazione si inquadra nel processo di riorganizzazione e semplificazione della struttura societaria.

L”assemblea ha anche revocato la delega attribuita al Cda il primo giugno 1999 di aumentare il capitale sociale con emissione di azioni riservate ai dirigenti del Gruppo.

Prima dell”assemblea, il Cda ha preso atto poi delle dimissioni di Nicol&#242 Nefri dal comitato esecutivo e ha nominato, incrementando a 8 i componenti dell”organismo, Carlo Buora, Carlo Pesenti e Umberto Quadrino.

Per quanto riguarda il comitato per il controllo interno ha recepito le dimissioni del presidente Carlo Buora, sostituito da Raffaele Agrusti.

In assemblea non si &#232 invece entrati nel merito delle indiscrezioni circolate nei giorni scorsi, secondo cui sono in corso contatti tra i soci per definire gli assetti futuri della societ&#224.

Alcune voci danno addirittura come possibile che una cordata con a capo Diego Della Valle (Gruppo Tod¿s) possa fare un¿offerta per rilevare il 20-30% di RCS MediaGroup.

Della Valle si &#232 comunque astenuto dal fare commenti su questa possibilit&#224.

Nell¿aria circola anche che Romiti starebbe pensando di quotare in Borsa il Corriere della Sera.

Secondo La Repubblica, ipotesi confermata da fonti finanziarie, Romiti avrebbe intenzione di dividere i destini di Gemina e della sua famiglia dal core business del gruppo RCS e in particolare dal suo asset pi&#249 importante il Corsera appunto.

RCS, a parte Il Corriere della Sera, possiede la Gazzetta dello Sport, e controlla anche in Spagna El Mundo, oltre alla casa editrice Flammarion in Francia.

&#169 2004 key4biz.it

Raffaella Natale

Per ulteriori approfondimenti, leggi:

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