Italia
Tecniche biometriche e libertà del corpo
(¿¿¿) Per documenti di identificazione d¿ogni tipo, dai passaporti alle semplici carte d¿identità, si esige sempre più largamente che in essi siano inseriti dati biometrici, ritenuti indispensabili per assicurare la certezza dell¿identificazione. (¿¿¿) Lo ripetiamo: il corpo in sé sta diventando una password. La fisicità prende il posto delle astratte parole chiave, sostituite da impronte digitali, geometria della mano o delle dita o dell¿orecchio, iride, retina, tratti del volto, odori, voce, firma, uso di una tastiera, andatura, Dna.(¿¿¿) Il principio di necessità impone di accertare se la finalità perseguita non possa essere realizzata utilizzando dati che non coinvolgano il corpo. (¿¿¿) Difendendo la persona e il suo corpo si difendono valori fondamentali dei sistemi democratici, che non possono essere limitati o sacrificati senza avviare pericolose derive di tipo totalitario.
L¿utilizzazione dei dati biometrici offre certamente nuove forme di sicurezza, semplificazioni delle attività quotidiane. Aumenta la certezza delle identificazioni e delle verifiche dell¿identità. Può facilitare attività investigative.
Ma non ci si può limitare a registrare il contributo tecnico della biometria alle attività di identificazione e verifica. È indispensabile assicurarsi della loro accuratezza, poiché le tecniche utilizzate possono determinare percentuali elevate di falsi. (¿¿¿) Il diffondersi del ricorso alla biometria oltre le situazioni di stretta necessità rischia di far progressivamente perdere ai cittadini la sensibilità necessaria per avvertire i rischi per la loro libertà personale. La società può essere anestetizzata attraverso la progressiva cancellazione delle percezioni legate alla perdita del controllo esclusivo sul proprio corpo. (¿¿¿)
Trasformazioni della persona
Davanti a noi sono mutamenti che toccano l¿antropologia stessa delle persone. Siamo di fronte a slittamenti progressivi: dalla persona ¿scrutata¿ attraverso la videosorveglianza e le tecniche biometriche si può passare ad una persona modificata¿ dall¿inserimento di chip ed etichette ¿intelligenti¿, in un contesto che sempre più nettamente ci mostra come stiamo diventando ¿networked persons¿, persone perennemente in rete, via via configurate in modo da emettere e ricevere impulsi che consentono di rintracciare e ricostruire movimenti, abitudini, contatti, modificando così senso e contenuti dell¿autonomia delle persone. (¿..) Il rimanere perennemente in rete, peraltro, può modificare, o cancellare del tutto, il ¿diritto all¿oblio¿. Fino a ieri una notizia apparsa anni prima su un giornale locale, una vecchia foto pubblicata in un remoto gazzettino, non seguivano implacabilmente la persona alla quale si riferivano. Oggi è sufficiente che quella notizia o quella foto si riferiscano ad una persona appena nota, o abbiano fatto parte di una vicenda di qualche rilevanza, ed ecco che basta digitare un nome su un motore di ricerca per farle riaffiorare, rendendo estremamente difficile il ricorso agli strumenti che possono consentire ad una persona di non rimanere prigioniera di un passato che non passa. (¿.) Interventi del Garante italiano, del Gruppo europeo sulla protezione dei dati personali, di molte autorità nazionali indicano le strade di una concreta strategia.
Libertà, sicurezza, diritti fondamentali
Si tratta di una strategia volta a mostrare l¿improprietà delle tesi che vogliono
identificare la tutela della sicurezza con la compressione della protezione dei dati personali, dunque di diritti fondamentali. Non solo sono possibili bilanciamenti tra i diversi interessi, ma è comunque indispensabile che ogni eventuale limitazione venga accompagnata da nuove garanzie, adeguate alla diversa situazione che si è creata. (¿.) Non siamo, evidentemente, insensibili ai temi della sicurezza. Ma operiamo perché essi vengano affrontati in modo razionale, depurando le proposte dal tasso di emotività o improvvisazione che finiscono col renderle inefficienti, sottolineando sempre che il rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali non è solo un dovere imposto dalle leggi, ma un formidabile ¿valore aggiunto¿ per la democrazia nella lotta contro chi, terroristi in primo luogo, negano con i loro atti proprio i suoi valori. Lavoriamo per questo non soltanto in Italia. Un virtuoso circuito istituzionale ha ben funzionato nell¿Unione europea. (¿.) Consapevoli di tutto questo, abbiamo ritenuto che molte proposte di conservazione dei dati di traffico su Internet siano in conflitto con la dimensione dei diritti fondamentali. Ma non abbiamo mai considerato la rete come uno spazio senza regole. Basta ricordare i nostri interventi in materia di spamming, che hanno preso le mosse proprio dalla considerazione che la semplice reperibilità su Internet di un indirizzo di posta elettronica non implica la sua libera appropriabilità da parte di chiunque. (¿)
Garante, istituzioni, cittadini
Il Codice ha aperto al Garante nuove possibilità di azione con l¿articolo 154, estendendo il suo potere di segnalazione anche al Parlamento, e non più al solo
Governo. Nasce così un nuovo circuito istituzionale, che si spera virtuoso quanto quello europeo. Questo potere è già stato esercitato, in particolare nelle delicatissime materie della tutela dei dati sulla salute e della conservazione dei dati del traffico in rete. Da qui ha preso le mosse una collaborazione complessivamente assai positiva, testimoniata anche da alcuni voti unanimi con i quali la Camera dei deputati ha assunto posizioni che sottolineano l¿importanza della tutela di questa nuova dimensione della libertà. Il legame con il Parlamento, peraltro, riflette la specifica legittimazione del Garante, che vede i suoi quattro componenti scelti da un voto delle Camere. E il rafforzamento del Garante è in linea con l¿emersione sempre più netta della sua natura di istituzione di garanzia, confermata anche dalla Carta dei diritti fondamentali dell¿Unione europea e dal Progetto di Trattato per una Costituzione europea. (¿.) Lo ricordiamo anche perché davanti alla Commissione europea è stato sollevato un dubbio sulle modalità di nomina di alcune autorità europee, con l¿argomento che il peso esercitato dall¿esecutivo farebbe venir meno i requisiti di indipendenza richiesti della Direttiva 95/46. L¿azione del Garante non si esaurisce nei pur ricchi circuiti istituzionali interni ed internazionali. Vive sulla lunga frontiera del rapporto con il singolo cittadino, nel dialogo con l¿opinione pubblica. Quello che oggi sta davanti a voi è un Garante più aperto e attento, non prigioniero di una banale logica di ¿comunicazione¿, ma consapevole della necessità di parlare e di essere compreso. (¿.) Ma, come sempre, sono le nude cifre ad avere la più forte eloquenza. Abbiamo deciso ben 775 ricorsi (erano stati 500 nel 2002), un impressionante dato quantitativo che rende immediatamente evidente una scelta preferenziale per la risoluzione delle controversie ad opera del Garante piuttosto che dall¿autorità giudiziaria. Emerge così la più vera natura del Garante, quella di essere interlocutore diretto dei cittadini, come confermano le 4914 risposte a quesiti, segnalazioni e reclami (3689 nell¿anno precedente) e, soprattutto, lo spettacolare balzo in avanti delle risposte a richieste di informazioni per telefono, passate da 12.800 a 38.000. In questi dati, più che il riflesso di difficoltà interpretative e applicative, riteniamo che debba scorgersi proprio l¿effetto della migliore informazione sull¿accesso al Garante e della riorganizzazione dell¿Ufficio per le relazioni con il pubblico. Quale che sia la spiegazione più corretta di questo fenomeno, comunque, le cifre appena ricordate sono un segno di efficienza e, se scomposte nelle molteplici materie a cui si riferiscono, rivelano quanto sia larga l¿area che la nostra attività deve coprire ogni giorno ¿ salute, credito, telecomunicazioni, genetica, informazione, sicurezza, assicurazioni, pubblica amministrazione. Qui, in questo continuo confronto con il mondo, è il fascino del nostro lavoro. Di fronte a tutti questi compiti, le forze di cui disponiamo sono inadeguate.
Ma riusciamo a farcela lo stesso ¿ tra mille difficoltà, e magari con qualche ritardo o conflitto. Per questo è grande il ringraziamento di tutto il Collegio, e il mio personale, a questa piccola e operosa comunità di lavoro, qui rappresentata dal segretario generale, Giovanni Buttarelli (¿).
Relazione 2003
Allegati alla Relazione 2003
Saluto del Presidente della Camera
Discorso di Presentazione della Relazione 2003
Codice in materia di protezione dei dati personali
www.garanteprivacy.it
© 2004 Key4biz.it