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Valutazioni di mercato
Con un livello di precisione come quello attualmente disponibile, è logico supporre che a breve termine le tecnologie biometriche conquisteranno una fetta di mercato sempre più consistente, per un giro d¿affari di tutto rispetto.
Secondo l¿International Biometric Group il valore di questo segmento si aggira intorno ai 4 miliardi di dollari, ed il tasso di crescita da qui al 2007 dovrebbe mantenersi costante, intorno al 50%. Il bacino più solido è quello nordamericano (34%) seguito da quello asiatico (23%) ed europeo (13%).
Eppure, il mercato non sembra essere molto propenso ad accogliere questi sistemi, non sempre user-friendly. Di fatto, esistono alcune questioni di fondo ancora da risolvere. Per prima cosa, i software biometrici implicano dei costi ancora piuttosto sostenuti. Ma al di là dei software, ad intimorire il mercato sono gli alti costi relativi alle apparecchiature specifiche e soprattutto l¿onerosa gestione del sistema.
Il maggiore deterrente per l¿implementazione dei sistemi biometrici resta però quel limite sottile che separa il diritto alla sicurezza dalla violazione della privacy. Per discernere l¿uso improprio da quello corretto, è indispensabile perciò distinguere fra registrazione dei ¿dati biometrici¿, per la qual cosa è indispensabile l¿intervento del garante della privacy, e registrazione dei ¿codici indentificativi¿, ottenuti sulla base del dato biometrico e che costituiscono né più né meno che una sorta di codici fiscali.
In effetti, non in tutti i Paesi essere monitorati da una telecamera è ben tollerato così come negli Usa, né tanto meno inserire la propria impronta digitale in un sensore di riconoscimento. Spesso, assunti di natura socio-culturale creano ostacoli non indifferenti all¿implementazione di tali metodiche di sicurezza: per alcune culture, persino sfiorare un sensore già toccato da decine di altre persone può costituire un problema piuttosto serio.
Implementare o meno questi sistemi richiede la valutazione di una serie di fattori chiave: livello di sicurezza richiesto; precisione; costi e tempi di implementazione; accettazione dell¿utente.
Per quanto riguarda i primi due punti, vale la considerazione che le tecniche biometriche basate sull¿identificazione di tratti fisici siano in genere le più affidabili. Fra queste, la scansione retinica e dell¿iride sono di certo le più precise, ma anche le più costose. Oltretutto, sono poche le strutture che necessitano realmente di un livello di precisione così elevato, soprattutto in ambiti non pubblici o governativi. In linea di massima, però, le tecniche di riconoscimento facciale, digitale o della mano offrono un buon livello di accuratezza ad un costo più che ragionevole.
Per quanto riguarda costi e tempi, bisogna considerare tutti i numerosi step che compongono la catena d¿implementazione:
Ricerca, acquisto ed installazione del software e dell¿hardware di identificazione propriamente biometrico e PC-compatibile;
Acquisizione delle apparecchiature hardware secondarie di supporto (lettori, telecamere, scanner, ecc) e dei relativi software;
Installazione di ulteriore hardware e software per la gestione dei data-base;
Integrazione dei nuovi sistemi installati nell¿ambiente di lavoro già esistente;
Formazione dello staff destinato alla gestione e supervisione del nuovo sistema;
Formazione degli utenti in merito al nuovo protocollo di autenticazione;
Creazione e mantenimento di un data base per l¿identificazione;
Aggiornamento costante dei data base e assistenza tecnica alle strumentazioni.
A tutto questo bisogna aggiungere una variabile fondamentale: il fattore umano, in termini di accettazione del sistema. È inutile negare che essere monitorati, controllati, addirittura ¿analizzati¿ implichi una forte componente psicologica oltre che un problema di privacy. Il punto centrale è sicuramente la sfera d¿applicazione dei sistemi biometrici. Acquisire la sufficiente familiarità con queste tecniche non significa accettarle e subirle di buon grado.
Per assicurare una piena funzionalità al sistema biometrico, quindi, è necessario che i dati rispettino alcuni parametri:
Invariabilità: i dati da confrontare devono rimanere costanti nel tempo
Misurabilità: le proprietà devono poter essere rilevate con rapidità
Singolarità: le caratteristiche analizzate devono essere pressoché uniche e univoche
Accettabilità: la rilevazione dei tratti da analizzare deve escludere le tecniche invasive
Riducibilità: i dati acquisiti devono essere facilmente gestibili
Affidabilità: la tecnica di acquisizione non deve generare dubbi sulla sua accuratezza
Privacy: il procedimento di acquisizione non deve violare la privacy della persona
In conclusione, laddove sia realmente necessario un elevato standard di sicurezza, i sistemi biometrici risultano essere adeguai alle aspettative, affidabili, e di fattibile implementazione. I costi di gestione possono essere contenuti individuando la metodica più congeniale alle proprie possibilità, mentre i rischi di dafaillance possono essere pressoché limitati attraverso la modulazione mirata del False Acceptance Rate.
Negli USA sono ormai centinaia le installazioni nei porti e negli aeroporti che monitorano gli ingressi nel Paese, registrando e confrontando migliaia di dati biometrici. L¿Europa sembra aver intrapreso la medesima strada.
Da qui a pochi anni, se si attuassero delle strategie atte a favorire l”applicazione delle tecnologie biometriche a livello globale e la convergenza di standard di registrazione dei dati per la loro conservazione, si potrebbe giungere ad una sorta di protocollo biometrico internazionale.
Ma quali sarebbero i risvolti di una tale interazione transoceanica sul piano della privacy? Per molti, si tratterebbe di dare legittimità ad un onnipresente occhio di proporzioni Orwelliane, in grado di seguirci, monitorarci e schedarci.
Dove si colloca la soglia del consentito?Nell¿identificazione chiara delle finalità, ovviamente. Nella reale finalità di tutto questo, ritornando nuovamente a quanto specificato dai Garanti Privacy di tutta Europa: il nocciolo dell¿intera questione sta nel giustoequilibrio fra necessità di sicurezza e rispetto della privacy.
Un fatto è certo: secondo le direttive della Commissione, nel 2005 in tutti gli Stati membri i passaporti cartacei saranno sostituiti da quelli elettronici che, nel proprio microchip conteranno i dati biometrici del titolare, conformandosi così alle condizioni previste dal programma statunitense di esenzione dai visti, in accordo con le norme internazionali.
Insomma: sa da un lato il dibattito normativo si concentra sull”ammissibilità dei sistemi biometrici e sul loro corretto utilizzo, dall¿altro, le stesse stanno imponendosi come valido strumento di garanzia, almeno per chi non avrà timore a ricorrervi.
La biometria cambierà la vita dei cittadini europei? Diverrà davvero una ¿frontiera del controllo¿ , così severa da ledere la nostra libertà? Chi vivrà vedrà.
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Biometria e Privacy: tra entusiasmi e incertezze, guida pratica alla tecnologia di sicurezza più promettente sul mercato (1a parte)