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Gli Stati Uniti stanno conducendo una forte azione diplomatica nei confronti delle società e dei governi asiatici, volta al rispetto da parte di questi ultimi delle specifiche internazionali del settore hi-tech.
Il primo accordo è maturato con la Corea del Sud con cui i funzionari Usa sono giunti a un”importante intesa relativa all¿interoperabilità degli standard locali per Internet sui cellulari.
L¿accordo è giunto dopo due giorni di intense trattative ed eviterà quella che già si prefigurava come un¿aspra battaglia tecnologica tra i due Paesi.
Lo standard adottato dai costruttori sud coreani per abilitare i telefonini al download di musica giochi e dati – il WIPI ¿ sarà dunque pienamente compatibile con le specifiche internazionali. Lo ha reso noto il ministro dell¿Informazione sud coreano, aggiungendo che lo standard locale verrà al più presto reso noto al pubblico e agli sviluppatori di piattaforme e programmi di applicazione.
Qualcomm, che ha già esportato in Corea del Sud le piattaforme BREW (Binary Runtime Environment for Wireless), ha dichiarato che l¿importante apertura del governo locale consentirà all¿azienda di poter modificare le proprie tecnologie per soddisfare gli standard locali.
La vendita di telefonini basati sulle tecnologie BREW – un ambiente per l”esecuzione delle applicazioni che fornisce un”architettura standard e aperta per dispositivi wireless ¿ è aumentata in modo significativo da quando l¿azienda americana ha acconsentito a fornire le specifiche all¿operatore locale KTF, nel novembre del 2001.
Inoltre ¿ secondo quanto dichiarato dal ministero e dagli operatori mobili ¿ gli utenti della tecnologia made in Usa sono 5,7 milioni, contro i 140 mila utenti del WIPI.
In Corea del Sud, il 70% dei 48 milioni di abitanti possiede almeno un telefonino.
Quello con la Corea del Sud non è l¿unico accordo strategico portato a termine dal ministero del Commercio Usa negli ultimi giorni.
Le aziende hi tech statunitensi possono infatti dirsi più che soddisfatte dell¿operato dei funzionari governativi, che hanno convinto il governo cinese a rinunciare all¿implementazione dello standard locale per il 3G, noto come TD-SCDMA, sviluppato col sostegno del ministero cinese dell”Informazione e dell”Industria in aperta concorrenza con le due norme 3G più diffuse: la Wcdma, adottata in molti paesi europei, e la Cdma2000, proposta da Qualcomm.
Le licenze per la messa in commercio della tecnologia avrebbero dovuto essere assegnate entro la fine di quest¿anno, appena completati i necessari test.
Il governo di Pechino si è inoltre impegnato a non interferire con le negoziazioni sulle royalty tra le aziende locali e quelle straniere.
La Cina ha investito molto nello sviluppo di una tecnologia indipendente da quelle occidentali, annunciando anche che il governo si riservava il diritto di non imporre alcuna royalty sulla vendita: la decisione avrebbe sicuramente influito in modo decisivo sulle scelte degli operatori che intendevano investire sul gigantesco mercato locale, con 300 milioni di utenti previsti nel 2005.
La mossa, visti anche i ritardi nell¿implementazione dello standard, è stata subito indicata come un espediente per indurre le aziende occidentali ad abbassare le loro di royalties, che nel caso di Qualcomm vanno dal 5 al 6 per cento.
La Cina si è dunque impegnata a supportare la neutralità tecnologica rispetto all¿adozione del 3G, per permettere ai service provider di scegliere liberamente lo standard da adottare in base alle proprie esigenze individuali e a non intromettersi nelle negoziazioni sui diritti di licenza delle tecnologie.
Resta da vedere quanto alla lettera la Cina rispetterà gli impegni presi, anche nel campo delle tecnologie Wi-Fi: il governo di Pechino, infatti, ha rinunciato ad imporre alle aziende straniere il proprio codice di cifratura WAPI 802.11.
La decisione aveva scatenato le polemiche delle aziende occidentali che avrebbero dovuto collaborare per forza con una società locale con il serio rischio di dover loro rivelare le proprie conoscenze tecnologiche.
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