Italia
L¿Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha dato il proprio consenso alla Rai per l”acquisto di impianti e frequenze per la trasmissione in digitale. La notizia è stata data alla stampa dal Direttore generale dell¿emittente pubblica, Flavio Cattaneo. ¿”L”antitrust ha dato il via libera, ha già detto che la Rai è a posto“, ha dichiarato Cattaneo. “Non c”è nessun problema“, ha aggiunto, relativamente a un”istruttoria che deve decidere se la Rai abbia costituito una posizione dominante nel mercato delle frequenze televisive. La decisione dell”Autorità presieduta da Antonio Tesauro, che doveva arrivare entro il 30 marzo, è slittata al 30 aprile e sarà adottata dopo aver ricevuto il parere, non vincolante, dell”Autorità per le Comunicazioni, come ha detto una fonte dell”Antitrust.
Al vaglio dell¿Autorità antitrust c¿è l”acquisto da parte di Rai Radiotelevisione Italiana Spa di rami d”azienda e delle relative frequenze di 11 società di televisione locale per lo sviluppo di canali televisivi in tecnica digitale.
Secondo quanto previsto infatti dal Ddl Gasparri, che dovrebbe essere definitivamente approvato nella prossima settimana, prevede il passaggio dalle trasmissioni in tecnica analogica a quella digitale per il 2006.
Le frequenze comprate dalla Rai insieme ad altre, già detenute dalla società, vengono attualmente utilizzate per trasmettere canali digitali che negli ultimi otto mesi hanno raggiunto il 70% della popolazione, ha detto Cattaneo.
L¿Antitrust ha deciso di aprire un¿istruttoria sul caso della Rai per valutare l¿eventualità di posizioni dominanti sul mercato mediatico.
La Tv di Stato ha già un alto numero di frequenze e acquistandone altre per l”avvio del digitale rischia di arrivare a una posizione nel mercato televisivo che potrebbe configurarsi come dominante.
Insieme alla Rai, l¿indagine riguarda anche le società Emilia Tv, Rete 7, Teletime, Video Puglia, Edivision, Telecolor International Tci, Sige, Teleliguria, Radiotelevisione di campione e Tgr Telegrosseto.
L”Antitrust ha spiegato che in Italia, a differenza degli altri Paesi europei, lo sviluppo del mercato delle reti per la trasmissione del segnale televisivo è avvenuto in maniera disordinata: Rai e Mediaset dispongono di un monte frequenze e impianti tale da garantirgli la disponibilità di tre reti televisive che coprono la quasi totalità del territorio e della popolazione nazionale.
Le frequenze Rai raggiungerebbero infatti un numero tale che il Garante sembra giudicare più che sufficiente, visto che nel provvedimento con cui aveva aperto la proceduta aveva precisato che “tale monte frequenze, risultando fortemente eccedentario rispetto a quanto previsto dal Piano analogico, appare idoneo a determinare significative ridondanze di copertura delle reti televisive”.
Il Consiglio di amministrazione della Rai, guidato da Lucia Annunziata, ha approvato nel novembre scorso l”acquisizione delle ultime due frequenze necessarie a raggiungere il 50% dell”utenza italiana con le trasmissioni digitali, così come previsto dalla cosiddetta Legge Gasparri che riforma il sistema radiotelevisivo italiano.
La Rai ha pagato complessivamente le frequenze 21 milioni di euro, ottenendo anche in concessione dal ministero delle Comunicazioni alcuni canali in Veneto, Toscana, Lazio e Campania. I due multiplex della emittente pubblica coprono circa 28 milioni di utenti.
Su circa 23.000 frequenze utilizzate, Rai e Mediaset ne usano circa 10.000. Troppe, per il garante della Concorrenza.
La Rai ha sempre tenuto a precisare che, pur nel rispetto della delibera dell”Autorità Antitrust ai sensi dell”art. 16 della legge 287 del 1990, ogni suo atto è stato eseguito in funzione di leggi vigenti, quali la 66 del 2001e il decreto legge 352 del 24 dicembre 2003¿.
L¿azienda ha detto che ha proceduto e procederà sul tema del digitale terrestre con criteri improntati all”efficacia e alla massima prudenza e trasparenza.
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