Europa
Passa al vaglio del Parlamento Ue la relazione della liberale olandese Johanna Boogert-Quaak sugli organi d”informazione in Europa e in particolare in Italia. Favorevoli 237 deputati, hanno espresso voto contrario 24, mentre gli astenuti sono stati 14.
A non partecipare alla votazione sono stati compatti gli eurodeputati del Partito popolare europeo (PPE) e dell”UEM (del quale fanno parte quelli di Alleanza nazionale).
Il capo del PPE, Hans Pöttering, ha spiegato che il suo gruppo ha deciso di non partecipare al voto per protestare contro la ¿decisione di Cox di non ammettere gli emendamenti presentati¿.
Fra gli italiani, hanno votato contro i Radicali, come preannunciato, e la Lega. Questo l”andamento del voto finale sull”intera risoluzione, che si riflette tuttavia quasi sempre anche sui voti paragrafo per paragrafo.
Hanno votato in massa a favore Socialisti, Liberali, Verdi e Comunisti.
Il testo del rapporto sui ¿rischi di violazione, nell¿Ue e in particolare in Italia, della libertà di espressione e informazione¿ è stato votato per paragrafi e dal testo sono stati tolti tutti i riferimenti nominali, così come indicato dal presidente del Parlamento europeo Pat Cox.
Chiaro il riferimento, per quanto riguarda l¿Italia, al conflitto di interesse che coinvolge il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che però non viene mai citato esplicitamente nel testo.
Per quanto riguarda l”Italia, il documento approvato denuncia ¿i ripetuti atti di censura, ingerenze e pressioni del governo italiano¿ e invita il Parlamento italiano a ¿risolvere realmente il conflitto d”interesse del presidente del Consiglio¿.
Nel documento si parla anche delle ¿pressioni del governo spagnolo¿ dell”ex premier Jose Maria Aznar ¿sulla rete pubblica Tve per le deformazioni e le clamorose manipolazioni¿ dopo gli attentati di Madrid dell”11 marzo.
Il testo del rapporto Boogerd-Quaak, è particolarmente duro rispetto alla eccezionale concentrazione di organi di informazione nelle mani del premier italiano, con critiche più blande verso altri Paesi.
“Il sistema italiano presenta un”anomalia dovuta ad una combinazione unica di potere economico, politico e mediatico nelle mani di un solo uomo“, dice il rapporto.
Il documento, che non ha valore legale, chiede, quindi, alla Commissione di presentare una proposta di Direttiva per la salvaguardia del pluralismo dell”informazione e di usare i suoi poteri nell”ambito della legge sulla concorrenza per promuovere la libertà dei media.
In altre parole, il Parlamento europeo ha fatto appello anche all¿Italia perché si agisca per risolvere il conflitto d”interessi posto dal controllo che il presidente del Consiglio esercita, direttamente o indirettamente con il duopolio Rai–Mediaset, su circa il 90% dell”audience radiotelevisiva.
¿Il parlamento italiano deve ancora adottare una legge che risolva il conflitto d”interessi del presidente del Consiglio dei ministri, che è quello che Silvio Berlusconi aveva promesso di fare entro i primi 100 giorni del suo governo¿, scrive l¿europarlamento.
Seguono poi dure accuse: il rapporto ¿lamenta le ripetute e documentate ingerenze, pressioni e censure governative nell”organigramma e nella programmazione del servizio televisivo pubblico Rai¿, citando ¿l”allontanamento di tre noti professionisti (Enzo Biagi, Michele Santoro e Daniele Luttazzi) su clamorosa richiesta del Presidente del Consiglio nell”aprile del 2002¿.
Il rapporto ¿prende atto¿ del fatto ¿che in Italia da decenni il sistema radiotelevisivo opera in una situazione di assenza di legalità, accertata ripetutamente dalla Corte Costituzionale e di fronte alla quale il concorso del legislatore ordinario e delle istituzioni preposte è risultato incapace del ritorno a un regime legale¿. Lamenta la mancata ottemperanza nei confronti della stessa Corte Costituzionale e degli indirizzi della Commissione di vigilanza, affermando che le emittenti ¿continuano a consentire l”accesso ai media televisivi in modo sostanzialmente arbitrario, persino in campagna elettorale¿.
Secondo un recente rapporto presentato dalla European Federation of Journalists (EFJ) a Bruxelles, Silvio Berlusconi, uno dei maggiori player del mercato mediatico europeo, ha il controllo su oltre il 95% delle Tv italiane attraverso i suoi interessi privati e il suo incarico pubblico.
La famiglia del premier controlla le tre emittenti Mediaset in Italia e uno in Spagna, Telecinco, la principale casa editrice italiana, Mondadori, il maggiore produttore e distributore di film, Medusa, e una tra le maggiori concessionarie di pubblicità italiane, Publitalia.
Come primo ministro ha inoltre un”influenza indiretta sulle tre reti Rai.
Silvio Berlusconi si è sempre difeso da questa accuse, asserendo poi che il sistema radiotelevisivo italiano sarà presto riformato con la Legge Gasparri, di cui è stato fin dall¿inizio uno dei principali sostenitori.
Il testo, a firma del Ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri, a parte sancire l¿importante passaggio al digitale terrestre (dicembre 2006), dovrebbe assicurare il realizzarsi di un effettivo pluralismo sul mercato italiano dei media, così come richiesto esplicitamente dal Capo dello Stato Ciampi.
La Legge è ora all”esame del Senato e il voto definitivo è atteso alla fine della prossima settimana.
Nella relazione Ue non manca un riferimento alla Legge Gasparri, per la quale si ¿auspica che la definizione legislativa del sistema integrato delle comunicazioni quale unico mercato rilevante non sia in contrasto con le regole comunitarie in materia di concorrenza¿, e che ¿il sistema di assegnazione delle frequenze non costituisca una mera legittimazione di fatto¿.
Grande soddisfazione è stata espressa dalla promotrice dell¿iniziativa Boogerd-Quaak, secondo cui il Parlamento Ue ¿ha riconosciuto la necessità d”azione per promuovere il pluralismo dei media in Europa, nonostante i disperati sforzi dei cristiano-democratici e dei conservatori di bloccare questo rapporto”.
La deputata è la stessa relatrice della questione sulla privacy dei dati dei passeggeri europei votata ieri ed è stata per anni relatore per il Parlamento europeo di un progetto per porre l”Europa in prima linea nella società dell”informazione globale.
Johanna Boogerd-Quaak dice di voler essere “sicura che le persone vivano in una societa” veramente libera”.
¿Questo riguarda – ha spiegato appena ieri – la libertà di parola e di informazione.”
Boogerd-Quaak conclude che ¿Situazioni come in Italia potrebbero verificarsi anche in altri Paesi se noi non agissimo. E” nostro compito come legislatori assicurare un buon livello di pluralismo nei media¿.
Pronti i commenti dall¿Italia. Il leader della Margherita Francesco Rutelli ha commentato che ¿Un Parlamento libero ha fatto emergere con grande forza l”anomalia italiana¿.
Rutelli ha parlato ¿di un grande successo, della vittoria delle forze che amano e difendono la libertà contro lo strapotere di pochi¿ e ha difeso il presidente del Parlamento Europeo, Pat Cox, definendolo “un arbitro ineccepibile” a fronte delle critiche della destra per la gestione del voto in questa settimana.
Ma dalla maggioranza italiana di centrodestra arrivano dure risposte. A Strasburgo si è vista “una sinistra anti-italiana e antieuropea“. Ha detto il coordinatore di FI Sandro Bondi.
¿La vergognosa canea anti-italiana dei post comunisti italiani inscenata al Parlamento europeo – aggiunge Bondi – ha contribuito non solo a svergognare la stessa sinistra italiana, ma anche a delegittimare il Parlamento europeo, obbligando tutte le forze democratiche e popolari europee a non partecipare al voto su un tema inventato, orchestrato e alimentato dalla propaganda antinazionale della sinistra italiana¿.
Il ministro Gasparri ha messo l¿accento su un altro punto della situazione: ¿Oggi il Parlamento Europeo – ha detto in una nota – ha registrato, sulla relazione sui media in Europa, il voto di soli 237 deputati su un totale di 626. Molti gruppi, infatti, contestando meriti e procedure non hanno partecipato al voto e comunque i sostenitori di questa relazione preelettorale sono stati il 38%¿.
In merito alla questione è intervenuto anche il Direttore generale della Rai, Flavio Cattaneo, che ha respinto le critiche del Parlamento Ue e ha dichiarato di non subire il controllo di Berlusconi.
“Per quanto mi riguarda è completamente falso, mi ritengo autonomo, lo abbiamo dimostrato, non ho mai ricevuto alcun tipo di pressione per favorire alcunché“, ha detto Cattaneo. “Il Parlamento di Strasburgo può dire quel che vuole, io sono testimone vivente, con dati alla mano che non è assolutamente vero. A me Berlusconi non ha mai chiesto niente, il responsabile delle gestione Rai sono io”.
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Commissione per le libertà e i diritti dei cittadini, la giustizia e gli affari interni:
(2003/2237(INI))
Relatrice: Johanna L.A. Boogerd-Quaak
EFJ Welcomes European Parliament Rebuke for Berlusconi and Strong Call for Media Pluralism