Italia
La Commissione europea ha formalmente incriminato Italia e Germania per aver favorito l¿uso di chip Intel sul mercato, dettando particolari procedure che avrebbero escluso senza motivo la concorrenza nell¿ambito di bandi pubblici per la fornitura di materiale informatico.
Lo rende noto il Financial Times, secondo cui nelle indagini potrebbero entrare anche Francia, Belgio, Olanda, Finlandia, Svezia, e Norvegia.
L¿obiettivo della Commissione è quello di stabilire se le amministrazioni locali abbiano violato la legislazione europea in materia di mercato pubblico, richiedendo esplicitamente la fornitura di computer equipaggiati con processori Intel.
Un simile atteggiamento contravverrebbe al principio di uguaglianza, che vieta di esigere una marca piuttosto che un¿altra nel caso di offerte per il mercato pubblico. Le pratiche perpetrate dagli stati indagati sono state contrarie a tale principio e per tutto ciò l”Unione Europea chiede a riguardo spiegazioni e dimostrazioni precise.
“Abbiamo ricevuto diverse segnalazioni riguardo agli acquisti di computer in alcuni stati membri e abbiamo iniziato a lavorare sul dossier dallo scorso anno – ha spiegato il portavoce Ue Jonathan Todd – Le leggi comunitarie prevedono un sistema aperto e non consentono di richiedere prodotti di uno specifico fornitore. Se ciò avviene, infatti, deve anche essere specificata la dicitura ¿o equivalente¿”.
Secondo un recente studio commissionato dall¿Ue, in presenza di appalti “aperti” si può ottenere un abbattimento dei costi anche del 30%.
L”uso del nome Intel nei dettami istituzionali italiani e tedeschi avrebbe di fatto limitato il mercato di aziende quali la AMD che, col 18% del mercato dei processori per Pc è la principale concorrente della compagnia di Santa Clara.
Già nel 2000, AMD aveva fatto ricorso alla Commissione per denunciare le pratiche anti-concorrenziali di Intel. Il costruttore, anch¿esso statunitense, accusava il concorrente di minacciare i produttori di personal computer di sanzioni finanziarie se avessero usato chip AMD piuttosto che Intel sui loro prodotti.
All¿epoca, però, le argomentazioni presentate da AMD non avevano convinto la Commissione ad aprire un¿inchiesta.
Un¿altra simile inchiesta ¿ di cui AMD attende ancora l¿esito ¿ è in corso invece negli Stati Uniti, dove la Corte Suprema sta analizzando un dossier di 600 mila pagine, che probabilmente verrà esaminato anche da Bruxelles.
Italia e Germania hanno tempo fino alla fine di maggio per confermare la rimozione di ogni vincolo dai futuri contratti relativi a offerte di fornitura pubblica, a cui dovranno essere ammessi anche i prodotti di AMD, IBM, Sun Microsystems e Apple.
Se le argomentazioni presentate non soddisferanno le richieste della Commissione, i governi incriminati potrebbero finire davanti alla Corte di giustizia della Ue.
¿Abbiamo mandato lettere di messa in mora, prima tappa della procedura di infrazione, a Germania e Italia a fine marzo¿, ha detto ancora il portavoce aggiungendo che tutte le parti coinvolte sperano che la questione possa essere risolta senza la necessità di ulteriori azioni.
Queste procedure di infrazione, ha sottolineato il portavoce, vengono aperte ¿¿nell”interesse dell”industria e dei contribuenti¿.
© 2004 Key4biz.it