Stati Uniti
E¿ attesa per oggi l’uscita dal fallimento di MCI (ex WorldCom), che dovrebbe finalmente ottenere l’approvazione finale del giudice in carica, per archiviare definitivamente una delle pagine più nere della finanza statunitense.
A quasi due anni dalla richiesta di protezione dalla bancarotta ai sensi del Chapter 11 della legge fallimentare americana, il gruppo, un tempo simbolo eccellente della telefonia Usa, potrà dunque ripartire e lasciarsi alle spalle uno scandalo contabile da oltre 11 miliardi di dollari, arrivato come un macigno a destabilizzare la già precaria situazione delle telecom mondiali.
Il nome WorldCom non comparirà più, al suo posto il gruppo ha infatti assunto quello più rassicurante di MCI, col quale si riaffaccerà sulle borse mondiali totalmente rinnovato nel management e con un struttura decisamente diversa dal colosso che Bernard Ebbers mise in piedi a furia di acquisizioni nel corso degli anni Novanta.
La nuova società riorganizzata da Michael Capellas ¿ dall’inizio del 2003 alla guida del colosso ¿ uscirà dalla bancarotta come un gruppo razionalizzato e trasparente, dalle attività più efficaci, basate sulle più alte norme etiche.
Subito dopo la sua nomina, infatti, Cappellas aveva delineato le linee guida da seguire, comprese nel “programma dei 100 giorni”, che hanno portato il gruppo a presentare un piano di riorganizzazione rivolto ai creditori al Tribunale Fallimentare del Distretto di New York.
ncluso nel piano anche un business plan a 3 anni, elaborato sui principi dell’integrità, dell’innovazione, della semplicità e orientato alla creazione di valore.
Grazie a questo piano, il debito del gruppo è stato ridotto di circa 35 miliardi di dollari ¿ da 45 miliardi di dollari a 6 miliardi – ossia circa l’85% del totale, così come il totale dei dipendenti è stato contratto da 70 mila a 50 mila unità.
WorldCom, secondo operatore long distance degli Stati Uniti, aveva fatto richiesta di protezione dalla bancarotta il 22 luglio del 2002.
l’ex presidente della società, Bernie Ebbers, rischia ora fino a 25 anni di prigione, con l’accusa di frode, complotto e false dichiarazioni. Ebbers, inchiodato alle sue responsabilità di manovratore occulto della frode, continua a dichiararsi non colpevole, a differenza del suo ex direttore finanziario, Scott Sullivan, che sta collaborando con la giustizia.
Ultimo passo verso l’uscita dalla bancarotta, lo scorso autunno l’azienda si è accordata con la Sec per un rimborso da 750 milioni di dollari da destinare agli azionisti traditi.
Resta il fatto che l’ex WorldCom troverà però anche uno scenario completamente diverso da quello che si è lasciato alle spalle, caratterizzato da una competizione molto più feroce e dall’ingresso nel settore di nuovi player quali le società di accesso a Internet via cavo.
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