Mondo
Un nuovo pericolo si presenta all¿orizzonte del cyber-spazio. A minacciare gli utenti appassionati della Rete, non sono più solo i virus, i worm o la fastidiosa pratica dello spam.
Alla lunga lista dei pericoli virtuali bisogna adesso aggiungere gli spyware. Si tratta dei cosiddetti ¿programmi spia¿, che si nascondono nei computer per sorvegliarne tutte le attività.
Sono software che finiscono nei Pc normalmente senza che l”utente lo sappia e trasmettono a terzi informazioni personali. Chiaro che vi sia un rischio per la privacy dell¿utente.
Gli spyware finiscono nel Pc con l”installazione di altri programmi a cui gli spyware sono allegati, per esempio giochi, player multimediali, tool di download e via dicendo.
Nonostante sia stata più volte denunciata la presenza di spyware all”interno degli Accordi di Licenza, la maggioranza degli utenti non li legge e quindi molto difficilmente verrà mai a sapere di avere uno spyware sul proprio computer.
Gli spyware possono causare problemi al funzionamento dei software, sommergere l¿utente di messaggi pubblicitari non sollecitati, il cosiddetto spamming, scoprire password, numeri delle carte di credito o altri dati strettamente privati.
Questi programmi pongono dei problemi sufficientemente importanti per i quali la Commissione federale del Commercio (FTC ¿ Federal Trade Commission) Usa ha riunito proprio ieri un gruppo di parlamentari, alcuni esperti e dei rappresentanti dei consumatori per discutere la questione.
Questo Working Group avrà come obiettivo, quello della sensibilizzazione degli utenti Internet verso il pericolo degli spyware, un pericolo sicuramente molto più difficile da individuare rispetto ai diretti danni provocati dai virus o dallo spam.
“Lo spam è concepito per essere visibile. Uno spyware non vuole essere individuato“, ha spiegato Dave Baker, vicepresidente per i servizi legali dell”Internet provider EarthLink.
Necessario quindi in primo luogo individuare e definire il problema.
Alcuni programmi utilizzano comunemente alcuni spyware. Le applicazioni di condivisione dei file, in grado di analizzare il contenuto di harddisk, contengono spesso degli spyware per inviare messaggi pubblicitari con il fine di finanziarsi.
Questi software chiamati “adware” non raccolgono informazioni personali e i loro utilizzatori possono facilmente disinstallarli quando lo vogliono. O almeno così assicurano molti editori di programmi per il peer-to-peer.
Altri programmi, invece, sono chiaramente dannosi, come quelli che provocano malfunzionamenti del computer e poi inviano un file che dovrebbe risolvere il problema, o quelli che registrano le operazioni degli utenti, come la serie di tasti digitati, per individuare i numeri di codice del conto bancario, che poi trasmettono ai pirati.
Un¿analisi di EarthLink condotta su 1,1 milioni di computer e pubblicata la settimana scorsa ha mostrato che più di 300.000 Pc sono stati infettati da questi programmo nocivi.
Un¿associazione di consumatori, il Center for Democracy and Technology, ha proposto venerdì scorso, in un documento di lavoro approvato da alcuni industriali, un mezzo per poter distinguere i programmi nocivi da quelli considerati inoffensivi.
Anche i programmi che deviano il traffico Internet, o che tracciano gli internauti a loro insaputa, o quelli che non possono essere disinstallati facilmente vanno considerati come spyware.
Alcuni stati Usa hanno cominciato a seguire la questione. L”Utah, per esempio, ha approvato una legge che vieta gli spyware, mentre altre due proposte di normativa sono all”attenzione del Congresso Usa, anche se è difficile che saranno votate nel corso dell”anno.
Alcuni produttori di software denunciano questa legge come incompleta e per altri versi si tratta di una normativa che, ritengono, tratta con approssimazione alcuni programmi legittimi come i filtri dei contenuti o l¿assistenza tecnica a distanza.
© 2004 Key4biz.it