Italia
di Raffaele Barberio
E¿ una storia fatta di pressapochismo, incongruenze, scarso rispetto per le procedure, totale mancanza di considerazione per i ruoli di tutti, delle istituzioni, dei rappresentanti di tutti i gruppi di interesse, per i detentori di diritti, per i consumatori-cittadini-utenti, per l¿industria di settore.
S
Abbiamo avuto modo di chiedere ad alcuni attori della vicenda se qualcuno si fosse preso la briga di chiedere un parere preventivo a Bruxelles. Ovvero se il governo avesse chiesto un parere formale agli uffici UE.
Ci è stato risposto che la scelta fatta è stata quella di chiedere parere alla XIV Commissione ¿Politiche dell¿Unione Europea¿. Quindi un parere da Commissione parlamentare a Commissione parlamentare.
Siamo andati a vedere il parere e siamo rimasti sconcertati.
Il testo inviato alla VII Commissione riporta :
La XIV Commissione (Politiche dell¿Unione Europea),
esaminato
il disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 72 del 2004 recante interventi contro la diffusione telematica abusiva di materiale audiovisivo e a sostegno delle attività cinematografiche e dello spettacolo;
rilevato
che il contenuto del provvedimento in oggetto appare non solo compatibile con la normativa comunitaria ma ne anticipa alcuni effetti
esprime
PARERE FAVOREVOLE
Francamente ci pare un po¿ pochino, per usare un eufemismo.
Inoltre, il parere inviato al presidente della VII Commissione Cultura è a firma di un non meglio specificato Vicepresidente. Ora la Commissione Politiche dell¿Unione europea ha due Vicepresidenti (Strano per la maggioranza e Zani per le opposizioni), ma chi ha firmato dei due, dal momento che non è stampato alcun nome ed è riportata solo una sigla al posto della firma?
Siamo curiosi di vedere chi si assumerà lapaternità di un parere favorevole del genere.
Nel frattempo sembra scollarsi definitivamente il blocco industriale che sosteneva il Decreto Urbani, ma in un contesto schizofrenico nel quale emergono anche comunicati rassicuranti del governo, come se nulla stesse accadendo.
Il preambolo è del 14 aprile, con un comunicato stampa di Urbani: “Pugno di ferro per chi ruba a scopo di lucro, massima comprensione per chi lo fa a scopo individuale, che poi sono soprattutto i giovani ¿dichiara Urbani ¿ Il punto di equilibrio raggiunto è stato quello di prevedere sanzioni penali per tutti coloro che rubano a scopo di lucro. Per chi invece compie il furto a scopo di consumo individuale scattano due fattispecie: se l”opera non e” coperta dal diritto di autore non accade nulla, chi ha rubato non paga alcun fio perché ha attinto ad una ”terra di nessuno¿ ¿ conclude il ministro – restano piccole sanzioni amministrative a scopo simbolico se invece l”opera era coperta dal diritto d”autore“.
Il problema è che queste sanzioni sono nell¿ordine da centinaia a migliaia di euro.
Poi ieri, 15 aprile qualcosa deve essere accaduto.
Piovono comunicati.
I discografici
Il primo è di Enzo Mazza, direttore generale della Fimi, Federazione Industria Musicale Italiana, aderente a Confindustria.
¿..Il decreto Urbani non combatte la pirateria, ma ridurrà il livello di protezione della musica in Italia¿¿ Quindi ””¿a questo punto e” meglio che il dl salti¿””. Il ministro rilascia dichiarazioni inquietanti come ¿¿Pugno di ferro per chi ruba a scopo di lucro, massima comprensione per chi lo fa a scopo individuale, che poi sono soprattutto i giovani. Perché allora non fare un decreto legge per l”ingresso gratis negli stadi per i giovani oppure che ai giovani e” consentito viaggiare senza biglietto sui tram o rubare a scopo individuale?…E” una situazione paradossale, a questo punto e” meglio che il decreto salti¿.
Il ministero per i Beni e le attività culturali
Gli risponde il Sottosegretario ai Beni Culturali, Nicola Bono, secondo il quale ¿¿Mazza sbaglia a criticare il decreto, non ci sono i presupposti perché il dl sulla pirateria salti, ma al contrario è necessario che venga approvato con le modifiche, che sono il frutto della osservazioni scaturite dal dibattito parlamentare e dai suggerimenti provenienti dagli operatori””.
””Si tratta di trovare un giusto equilibrio tra il diritto costituzionalmente garantito di fruire della cultura con quello altrettanto garantito, ma – ha spiegato Bono – finora costantemente violato, di tutela dei diritti degli autori e delle imprese che producono strumenti audiovisivi””.
Il ministero delle Comunicazioni
Segue dopo un¿ora circa un comunicato del ministro delle Comunicazioni, Maurizio Gasparri:
””Presto il Governo presenterà in Commissione Cultura della Camera, un emendamento al Decreto Urbani sull” antipirateria audiovisiva, che accoglie in pieno le istanze provenienti dal mondo di Internet e dagli Internet Service Provider, e fornisce un contributo di chiarezza e incisivita” alla lotta alla pirateria attraverso Interne”. L¿emendamento – prosegue il Ministro – si propone di regolamentare la diffusione lecita delle opere attraverso la rete multimediale, mediante l” obbligo di informare l” utente dell” avvenuto pagamento dei diritti d”autore. Il nuovo reato di diffusione abusiva per via telematica di opere protette dal diritto d” autore sussiste solo in presenza del fine di lucro. Si e” inteso in tal modo colpire direttamente chi, della pirateria su Internet, fa un vero e proprio commercio. Il nuovo testo della disposizione – conclude il Ministro – costituisce il frutto di un intenso confronto tra tutte le categorie di soggetti coinvolti e dell” impegno personale dei Ministri Urbani e Stanca a trovare una soluzione condivisa, senza minimamente allentare la lotta alla pirateria””.
I Providers
Di tutt¿altro avviso i providers.
Per Paolo Nuti, presidente dell¿Associazione Italiana Internet Providers (AIIP): ¿¿Il decreto antipirateria audiovisiva, approvato un mese fa dal Consiglio dei Ministri e che il governo si appresta a proporre alla Camera in sede di conversione continua a presentare,
per i fornitori di accesso e di servizi, notevoli criticità. Il problema principale è che i nuovi provvedimenti dovrebbero estendere le sanzioni, già previste dalla legge 633 del 1941, a chiunque “a fini di lucro, diffonde al pubblico, immettendola in un sistema di reti telematiche, mediante connessioni di qualsiasi genere, un”opera dell”ingegno protetta dal diritto d”autore, o parte di essa”.
¿In questo modo ¿ prosegue Paolo Nuti – “si assegna una specifica responsabilità al provider per il contenuto ”diffuso” attraverso la sua rete benché immesso, ovverosia comunicato
al pubblico, da un suo utente”.
¿Dato che ¿ conclude Nuti – “in altre sedi cominciano ad emergere dubbi sulla legittimità del provvedimento e in sede di recepimento della nuova direttiva sulla proprietà intellettuale, sarà comunque indispensabile introdurre delle modificazioni alla 633/41, per armonizzarla con il contesto europeo, sarebbe meglio cancellare in toto il decreto¿.
Di simile tenore le dichiarazioni di Assoprovider, per bocca del presidente Matteo Fici: ¿Assoprovider vede confermata la giustezza della propria richiesta alla Commissione Cultura, di stralcio del provvedimento del peer to peer, invece di cercare di emendarlo, operazione da ”Mission impossible” visto che siamo in tema di film, alla luce delle notizie di ricorsi provenienti da Bruxelles. Non si può legiferare su materie che ormai prevedono una trasposizione di direttive comunitarie, su problematiche per loro natura comunque sopranazionali¿.
Il cinema
Quindi è la volta di Gianni Massaro, presidente dell¿ Associazione Nazionale Industrie
Cinematografiche (Anica), che dichiara la sua ferma opposizione a qualsiasi compromesso
che snaturi il provvedimento: ¿¿Intendo confermare il pieno sostegno dell” Anica al Decreto Legge ed alla Relazione che lo ha accompagnato in sede di presentazione al Consiglio dei Ministri e la ferma opposizione a qualunque modifica che possa, comunque, legittimare ciò che è illegittimo o, peggio ancora, criminoso sulla base del diritto penale comune e dichiaro altresì che l”Anica non ha alcun interesse all”ottenimento di un decreto qualsiasi così come di qualunque altra norma soltanto per il piacere di dire che vi è una legge o una norma. L” Anica chiede soltanto quanto, sulla base dei principi fondamentali del diritto, abbia significato legittimo e finalità chiare, nell” interesse dell”industria dei contenuti indipendentemente da chi tali norme sottoscrive””
””L”Anica ¿ conclude Massaro – e” d”accordo con la dichiarazione del ministro della Comunicazione Gasparri, peraltro cofirmatario della proposta di decreto legge, laddove afferma
l”esigenza di regolamentare la utilizzazione ”lecita” delle opere attraverso le nuove tecnologie, con la preventiva prova dell”avvenuto pagamento dei diritti d”autore, per fornire un contributo di chiarezza e di incisività alla lotta contro la pirateria. Com”è nei nostri principi giuridici fondamentali””.
Gli editori
Segue a ruota Federico Motta, presidente dell¿Associazione Italiana Editori (AIE), secondo il quale ¿¿le proposte di emendamento avanzate in merito alla necessità di liberalizzare lo scambio di file via internet tra privati (attraverso l¿eliminazione delle sanzioni, già previste nel testo originale del decreto e dall¿attuale legge sul diritto d¿autore) aprono la strada e persino incentivano un aumento incontrollato e selvaggio del livello, già altissimo, della pirateria su internet¿.
¿Non solo ¿ continua Federico Motta ¿ Se le cose proseguiranno in questa direzione, e sembra che sia così sulla base delle dichiarazioni rilasciate ieri dal ministro Urbani e questa mattina dal ministro Gasparri, il decreto antipirateria rischia di diventare il ¿decreto per la pirateria¿.
Le opposizioni
””Fondate le critiche dei provider, ritirare il decreto”” ¿ ha dichiarato oggi il senatore dei Verdi
Fiorello Cortiana, presidente dell”Intergruppo bicamerale per l”Innovazione Tecnologica ¿ ¿Rispetto al decreto Urbani, nato per limitare la pirateria, ma scritto talmente male da rischiare di danneggiare la crescita della banda larga in Italia, nei giorni scorsi sono stati fatti dei passi avanti per quanto riguarda i diritti degli utenti, ma, come piu” volte segnalato, ci sono – ha proseguito Cortiana – grosse difficoltà per i fornitori di connettività, i provider, cioè le aziende che ancora stanno tirando il mercato informatico in una fase di recessione come questa. La proposta di fare da mastini di internet, affidando loro compiti impropri, e” irragionevole””.
””Abbiamo più volte criticato – ha concluso Cortina ¿ la scelta di non costruire un tavolo di concertazione con le aziende e gli utenti coinvolti. Purtroppo, le audizioni tenutesi
alla Camera non sono state sufficienti a supplire a questa mancanza del Ministro Urbani¿.
Il popolo di Internet
Prosegue intanto la petizione promossa da Andrea Sanna, Giuseppe Fiori e Paolo Ferrando,
contro il Decreto Urbani e contro la pirateria.
A tutt¿oggi (venerdì 16 aprile 2004, ore 18,09) sono state raccolte 34610 firme. Per firmare la petizione, si vada su http://no-urbani.plugs.it.
Parallelamente nel sondaggio lanciato da Puntoit e Key4biz.it, l¿80% dei votanti si è dichiarato favorevole al ritiro del Decreto Urbani. Naturalmente si tratta di un sondaggio che non ha carattere scientifico. Chi ha votato non appartiene a campioni statisticamente rappresentativi. Tuttavia i risultati possono dare indicazioni sull”orientamento generale degli addetti ai lavori e del grande pubblico.
Due risultati significativi.
Infine una manifestazione sarcastica di coloro che metteranno la benda sull¿occhio per sottolineare che non fanno, né intendono fare, nulla di delinquenziale.
Lunedi 19 aprile alle ore 18,00, a Roma in Piazza Navona, angolo corsia agonale, appuntamento contro il Decreto Urbani: scambio libero di cd pirata.
L¿iniziativa è organizzata dai triciclisti, un gruppo di bloggers e non, che hanno lanciato un flash-mob (mobilità istantanea) contro il dl Urbani ¿¿ che reprime e sanziona l”utilizzo a fini personali e lo scambio di materiali audio-video attraverso le reti P2P.Siamo convinti che questa legge, mentre lascia impunito chi commercializza e diffonde a fini di lucro materiale
pirata, colpisce tanti giovani che utilizzano la rete come possibilità di accrescimento culturale collettivo e individuale. Ci troveremo nel luogo prefissato con una benda da pirata e ognuno
porterà un cd masterizzato da casa. Al suono del fischietto i partecipanti si scambieranno i cd fino al secondo fischio che sancirà la fine dello scambio. A quel punto ognuno conserverà e avrà modo di ascoltare, vedere, leggere il cd che gli è rimasto in mano. In pratica
sarà una messa in scena quello che accade in rete nei siti di file-sharing¿.
© 2004 Key4biz.it
Per ulteriori approfondimenti, consulta:
Archivio delle News sul Decreto Urbani, la Direttiva europea e la Proprieta¿ intellettuale