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France Télécom (vedi scheda) ha ottenuto il via libera per lanciare la sua offerta pubblica di ritiro obbligatorio (OPRO) sulla propria filiale di telefonia mobile Orange dopo che la Corte d¿Appello di Parigi ha rifiutato i ricorsi degli azionisti di minoranza che detenevano l¿1,22% del capitale.
Secondo la legge, infatti, chiunque, a seguito di un¿OPA avente ad oggetto la totalità delle azioni con diritto di voto, detiene più del 95% di tali azioni, ha diritto ad acquistare le azioni residue entro, se ha dichiarato l¿intenzione di avvalersi di tale diritto nel documento di offerta. Il prezzo di acquisto viene fissato da un esperto del tribunale del luogo in cui ha sede la società, sulla base del prezzo dell¿offerta precedente e dell¿andamento delle negoziazioni negli ultimi sei mesi.
All¿inizio di settembre dello scorso anno, France Télécom aveva lanciato un¿offerta pubblica di scambio sul 13,7% del capitale di Orange che ancora non deteneva. Il gruppo saliva così al controllo del 98,78% di Orange, offrendo un prezzo medio di 9,94 euro per azione.
Alla fine di ottobre, poi, il gruppo aveva lanciato un¿offerta pubblica di ritiro seguita dal ritiro obbligatorio (OPR+RO) al prezzo di 9,50 euro per azione.
Quest¿offerta era stata sospesa dalle Autorità di controllo di Borsa il primo dicembre per permettere alla giustizia di esaminare i ricorsi presentati dagli azionisti di minoranza.
Ora però la Corte ha stabilito che alcuni ricorsi non erano fondati e che altri erano ¿inaccettabili¿ e ha inoltre criticato aspramente le procedure abusive praticate dall¿Associazione di difesa degli azionisti di minoranza (Adam). L¿offerta dunque potrà essere aperta e dovrà restare aperta per almeno otto giorni.
L¿Adam aveva presentato tre azioni: un ricorso e un¿invalidazione contro la decisione di ammissibilità dell¿OPR+RO da parte del Consiglio dei mercati finanziari un ricorso contro la decisione di apertura del calendario d¿offerta oltre che un ricorso di annullamento contro l¿approvazione dell¿operazione da parte dell¿Autorità di Borsa francese (AMF).
Il prezzo di 9,50 euro ad azione proposto da France Télécom era stato infatti giudicato ingiusto e non equo dall¿Adam che denunciava in particolare, la valutazione ¿multi-criterio¿ mantenuta dalla compagnia.
La quotazione del titolo di Orange era stata sospesa lunedì dopo la chiusura fino a nuova notifica da parte dell¿AMF.
Nelle scorse settimane, inoltre, Orange ha vissuto un nuovo cambio al vertice: dopo appena 15 mesi di attività il presidente Solomon Trujillo ha comunicato a sorpresa le dimissioni dalla società, assecondando di fatto il rimpasto del management nell¿ambito delle strategie tese alla ristrutturazione del gruppo France Télécom. Al suo posto Sanjiv Ahuja, che dallo scorso aprile ricopriva la carica di capo delle operazioni.
Orange ha appena ratificato con Telefonica, Tim e T-Mobile FreeMove l”alleanza nel settore della telefonia mobile formata con l”obiettivo di offrire ai clienti delle quattro società un servizio potenziato attraverso una maggiore scelta, flessibilità e trasparenza.
L”alleanza si rivolge a una base di circa 170 milioni di clienti in 21 paesi europei e circa 230 milioni nel mondo. Grazie al nuovo marchio, l”utente che si trova all”estero potrà usufruire degli stessi servizi di telefonia mobile di cui gode nel paese di appartenenza. Per i membri di FreeMove si tratta del cosiddetto ”Virtual Home Environment”, un servizio cioè che garantisce ai clienti un”esperienza d”uso continua durante gli spostamenti all”estero.
I clienti, quindi, avranno all”estero accesso a tutti i servizi di segreteria telefonica di cui già usufruiscono nei rispettivi paesi, potranno vedere il numero del chiamante anche se si spostano sulle reti dei membri e potranno inviare/ricevere messaggi con immagini da un maggior numero di paesi rispetto al passato. L”alleanza, che in futuro coprirà anche altre aree geografiche come il Nord e Sud America, collabora dunque per migliorare le efficienze operative e per assicurare ai clienti una scelta più ampia. Orange, Telefonica, Tim e T-Mobile hanno già acquistato congiuntamente 6 milioni di telefoni cellulari per l”anno in corso, con un conseguente risparmio medio del 10%.
Le quattro società, inoltre, hanno stretto accordi preferenziali di fornitura con i produttori Siemens e Motorola, e hanno avviato lo sviluppo di progetti tecnici congiunti atti a realizzare ulteriori vantaggi economici, per un valore aggiuntivo di un altro 10% annuo.
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