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Michael Grade, ex direttore esecutivo dell¿emittente britannica Channel 4, sarà il nuovo presidente della BBC (British Broadcasting Corporation).
Lo scorso gennaio, l¿ex presidente del Consiglio d¿amministrazione della BBC, Gavyn Davies, si era dimesso da suo incarico, nel bel mezzo di una delle peggiori crisi che ha travolta la celebre emittente, che ha reso molto tesi i rapporti con il governo britannico.
Tutto è nato quando il 29 maggio scorso, la BBC ha mandato in onda un reportage in cui accusava il Primo ministro Tony Blair d¿aver volontariamente ingigantito la minaccia irachena.
David Kelly, un esperto in armamenti iracheni, si era poi rivelato essere la fonte anonima del servizio del giornalista della BBC Andrew Gilligan, in cui si affermava che il governo aveva volutamente falsato il dossier del settembre 2002 sulla minaccia di armi di distruzione di massa irachene, per giustificare l¿intervento in Iraq.
Gilligan, facendo riferimento a un¿intervista fuori-onda con l¿esperto, aveva accusato Downing Street d”aver gonfiato il dossier.
Successivamente però i vertici della ¿Beeb¿ si erano ridimensionati e avevano ammesso di aver commesso qualche errore e di aver fatto delle approssimazioni.
L¿esperto in armamenti, impiegato presso il ministero della Difesa, è stato in seguito trovato morto (si sarebbe suicidato) il 18 luglio scorso, una settimana dopo che era stata rivelata la sua identità alla stampa.
Il ministero si è sempre difeso eccependo che non avrebbe rivelato il nome, ma soltanto confermato quella che ormai era una notizia pubblica.
La divulgazione del nome dello scienziato ha portato all¿apertura dell¿indagine del giudice Lord Brian Hutton.
Il 28 gennaio scorso, Hutton ha reso un Rapporto molto critico nei confronti della BBC, la quale ha immediatamente presentato le sue scuse al governo e le dimissioni del presidente Gavyn Davies e il Direttore generale Greg Dyke.
Hutton ha puntato il dito sulla direzione dell¿emittente radiotelevisiva pubblica, giudicandola ¿colpevole¿ d¿aver lasciato uno dei suoi giornalisti di punta, Andrew Gilligan appunto, lanciasse delle accuse ¿infondate¿ contro il governo di Tony Blair.
In un comunicato Gilligan aveva ammesso che ””era sbagliata¿ parte del suo servizio su presunte manipolazioni dell”ufficio di Tony Blair nei rapporti dell”intelligence riguardanti le armi di distruzione di massa di Saddam Hussein. ””Chiedo ancora una volta scusa di questo¿ ha detto, precisando che ””le dimissioni sono una mia iniziativa. Ma la BBC è stata complessivamente vittima di una grave ingiustizia¿.
Ma, a meno di 24 ore dalla rassegnazione delle proprie dimissioni, Greg Dyke era intervenuto nel merito della questione, e aveva severamente criticato il rapporto del giudice Hutton, definendolo ¿manicheo¿, ed esprimendo la sua incomprensione davanti alle ¿scuse senza riserve della Beeb“. ¿Non capisco di cosa la BBC debba scusarsi ¿ aveva detto Dyke in televisione ¿ Adesso invece c¿è la necessità di una maggiore indipendenza per l¿emittente pubblica¿.
Greg Dyke aveva chiaramente messo in dubbio l¿imparzialità di Lord Hutton.
L¿ex Dg ci era andato parecchio pesante, aggiungendo che l¿ufficio del primo ministro aveva “sistematicamente intimidito” l”emittente pubblica sulla copertura della guerra in Iraq.
Dyke aveva inoltre reso pubblica una lettera da lui scritta a Tony Blair a marzo per dimostrare che la controversia fra il governo e la BBC era precedente al servizio di Andrew Gilligan andato in onda a maggio.
Ma la Tv pubblica si è dovuta cospargere il capo di cenere davanti a un caso che aveva assunto dimensioni internazionali.
Ufficialmente, quindi, Tony Blair ha scritto la parola fine sul caso.
Ma sono ancora tanti, troppi, quelli che sono convinti che il capo del governo sia tuttora alla ricerca di una rivincita su uno dei simboli britannici, che meglio rappresentano il quarto potere.
Già alcune indiscrezioni parlano del tentativo del governo di mettere la sordina alla Tv pubblica.
Secondo alcune voci, il governo sarebbe in procinto di adottare un piano di smantellamento della BBC e a rivedere l¿indipendenza della ¿zietta¿, come la definiscono simpaticamente gli inglesi.
Nessun allarmismo, ha detto però il Ministro britannico della Cultura Tessa Jowell.
Anche se deve ammettere che alcuni esperti del suo staff stanno esaminando la struttura della BBC, alla ricerca di una soluzione che dia nuovo prestigio alla Tv pubblica.
Ma niente è stato ancora deciso, precisa la Jowell, ricordando che eventuali cambiamenti, per diventare effettivi, devono essere oggetto di una lungo iter parlamentare.
Intanto si sa già che il progetto di legge sarà presentato ai deputati all¿inizio del 2006, in modo che la nuova Carta della ¿Beeb¿ entri in vigore a partire dal 1° gennaio 2007.
Secondo The Sunday Times, l¿equipe degli alti funzionari e dei consiglieri incaricati di rivedere lo statuto della BBC stanno pensando a una modifica radicale.
In primo luogo dividere la rete pubblica in quattro entità regionali: Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda del Nord.
Il documento prevede anche la possibilità di tagliare tutte le attività che non rientrano strettamente nella funzione del servizio pubblico, e di distribuire le risorse della BBC su atri network.
Il Cda della Tv ¿ Board of Governors ¿ garante dell¿indipendenza della ¿Beeb¿ e della sua imparzialità, potrebbe essere privata delle sue prerogative.
Il piano del governo starebbe infatti considerando anche il caso di spostare ad un ente esterno la funzione di vigilanza sulla BBC.
Potrebbe essere l”Ofcom a vigilare sul ¿buon gusto¿ e la ¿decenza¿ dei programmi della BBC.
Le reticenze su una ¿presa di mano¿ e una ¿normalizzazione¿ politica della BBC sono quindi infondate, assicura la Jowell.
¿Al temine del dibattito sul nuovo Statuto, siamo sicuri che avremo una BBC forte, ma, soprattutto, una BBC indipendente dal governo¿.
Sotto quale forma però? ecco qual¿è la questione.
Intanto arriva il nuovo uomo della BBC. Che è stato messo al posto di comando perché vanta una notevole esperienza nel campo dei media.
Grade, che dirige attualmente lo studio cinematografico Pinewood-Shepperton a Londra, avrebbe già accettato l¿incarico. La nomina ufficiale dovrebbe avvenire in giornata.
Ma Grade non è certo un nome facile. Alcuni commentatori hanno detto che questa nomina non è certo priva di rischi.
Noto per la sua indipendenza di spirito, il nuovo presidente si troverà davanti a una situazione non certo facile, alle prese con i difficili rapporti con il governo di Tony Blair e con la gran parte degli inglesi che si aspettano il riscatto della grande Tv pubblica.
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Per ulteriori approfondimenti, leggi:
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