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Dopo anni passati sotto l¿autorità del ministero dell¿Informazione, i media iracheni dovrebbero presto conoscere l¿indipendenza di un organismo di regolazione.
E¿ così che Paul Bremer, l¿amministratore americano in Iraq, ha presentato la il progetto per la creazione di un organo per i media e le telecomunicazioni, approvato dal Consiglio interinale del governo iracheno.
Sotto Saddam Hussein il ministero dell¿Informazione serviva, come in tutte le dittature, più alla propaganda che non a una gestione neutra del settore.
Questa struttura è stata soppressa nel maggio scorso da Paul Bremer che l¿ha sostituita con l”IMN (Iraqi Media Network).
Questa rete americana ¿ che si è vista affidare gli uffici e i giornalisti che lavoravano negli ex media del regime ¿ ha lanciato una canale televisivo, due radio e un giornale, As-Sabah (Il Mattino).
Oggi, l¿impegno degli americani è quello di creare un¿istituzione che ¿incoraggi gli investimenti e prevenga l¿ingerenza dello Stato¿, come ha sottolineato un consigliere dell¿Autorità provvisoria della coalizione, qualificando l¿avvenimento come di ¿grande importanza per il mondo arabo¿.
Il nuovo organo garante della libertà dovrebbe nascere il 20 aprile prossimo e dovrebbe essere composto da nove membri, i cui nomi ancora non si conoscono.
Tuttavia, su un¿iniziale lista di 60 persone, 20 sono state ritirate d¿ufficio dalla corsa per via della loro affiliazione politica.
¿Siamo determinati a tenere lontani i politici¿, ha detto il consigliere. I nomi dovranno essere scelti preferibilmente tra ¿studenti universitari, uomini d¿affari, avvocati. Non dovranno avere dei legami con il mondo politico, né tanto meno dovranno essere degli uomini direttamente impegnati nelle cause religiose¿.
Il decreto precisa che il nuovo organo ¿sarà responsabile unicamente di fornire le licenze e di regolamentare le telecomunicazioni, le diffusioni radiofoniche e televisive, i servizi di informazione e gli altri media in Iraq¿.
Sarà tenuto ¿ai principi di obiettività, di trasparenza, di non discriminazione¿ e dovrà stabilire ¿dei codici precisi¿ per i media dello Stato durante i periodi elettorali.
Per la stampa, la Commissione dovrà elaborare un ¿codice etico¿, alfine di prevenire ¿l¿introduzione di leggi repressive¿.
Il budget annuo di questa Commissione è attualmente di 6 milioni di dollari che provengono in gran parte da elargizioni da parte della Comunità internazionale.
Se il governo iracheno ¿ che subentrerà al governo provvisorio il 30 giugno ¿ decidesse di mantenere l¿organo, dovrebbe in seguito prevedere un metodo per auto-finanziarsi con i soldi delle licenze accordate.
Nelle prossime settimane, l¿Autorità provvisoria annuncerà anche la creazione di una società pubblica radiofonica e televisiva su modello della britannica BBC.
Il mercato dell¿audivisivo iracheno si è fortemente arricchito dalla caduta del regime di Sddan Hussein. Lungamente privati dell¿informazione, sono sempre di più gli iracheni che si stanno dotando di parabole e seguono i programmi dei canali satellitari arabi (Al-Jazeera, Al-Arabyia, LBC-Al Hayat).
Sono anche arrivati nuovi operatori nel Paese che contano una ventina di televisioni, una cinquantina di radio e più di un centinaio di giornali.
Ultimo operatore che ha preso piede sul mercato iracheno, l¿egiziano Orascom Telecom, che possiede già una licenza per le telefonia mobile in Iraq.
Con un budget di 25 milioni di dollari, l¿azienda vuole lanciare una canale privato di Tv generalista, Hawa (Il Vento).
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