Italia
Nella seduta di oggi la Camera ha approvato il Ddl di riforma del sistema radiotelevisivo, che sancirà il definitivo passaggio al sistema di diffusione in digitale terrestre. Dopo un travagliato e contorto iter che a più riprese ha fatto pensare che si sarebbe ricorso al voto di fiducia, com¿è stato per il Decreto Salvareti, si è giunti all¿approvazione.
I sì sono 311, i no 246. Il provvedimento, approvato con votazione a scrutinio segreto, ha avuto il voto favorevole di tutti i gruppi del centrodestra e quello contrario delle opposizioni.
Il provvedimento era stato rinviato alle Camere dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, perché del parere che alcuni aspetti del testo dovevano essere chiariti meglio per assicurare il pluralismo sul mercato mediatico italiano. Si tratta in particolare delle disposizioni riguardanti il passaggio di Rete4 sul satellite e la regolamentazione del Sic (Sistema Integrato delle Comunicazioni).
A tal proposito, il testo così come modificato stabilisce che ogni imprenditore non può avere più del 20% di un mercato stimato da fonti della Casa delle libertà in circa 25 miliardi di euro di ricavi annui. La torta su cui calcolare questo tetto accorpa attività radiotelevisive, stampa di ogni tipo, editoria su Internet, cinema e sponsorizzazioni.
I proprietari di più di una rete Tv non potranno comunque comprare partecipazioni in quotidiani o fondarne di nuovi prima del 2011. Infine chi controlla oltre il 40% del mercato delle Tlc non potrà entrare nel mercato dei media, ottenendo ricavi superiori al 10% del totale, e non al 20% come per gli altri operatori.
La Gasparri passa adesso al Senato per l”approvazione definitiva.
Il mese scorso il Ddl era stato ritirato per non correre il rischio di essere battuto con voto segreto, di fronte alla vacillante compattezza della maggioranza di centrodestra.
Nell”ultimo anno i leader della maggioranza hanno visto nelle difficoltà di approvare la legge un chiaro segnale dei problemi che la maggioranza ha al suo interno, in particolare gli spinosi rapporti con l¿Udc, con cui ci sono stati degli scontri su alcune parti del testo. Anche se rimane il dubbio se si sia trattato di reale non condivisione di alcune disposizioni normative o più semplicemente di giochi politici.
¿E” stato un percorso impegnativo e manca ancora una puntata al Senato¿, ha commentato all¿uscita di Montecitorio il Ministro per le Comunicazioni Maurizio Gasparri, primo firmatario del Ddl, presentato in Parlamento 20 mesi fa.
“311 voti a favore con scrutinio segreto mostrano che la maggioranza è compatta al massimo livello“, ha poi aggiunto il ministro.
Ma l¿opposizione non è d¿accordo e ritiene che la prima beneficiaria delle nuove norme sarà Mediaset, e che, anche nella versione parzialmente corretta dopo il no di Ciampi, non difenderà il mercato da abusi di posizione dominante.
Il testo, così come è stato approvato, permetterà a Mediaset di ¿condizionare pesantemente il sistema televisivo, ridurrà il pluralismo e soffocherà le potenzialità dell”intero sistema¿. Questo, il parere del presidente dei deputati della Margherita Pierluigi Castagnetti, che continua ¿¿è stato mortificato il messaggio del presidente della Repubblica e sono stati compressi ancor di più gli spazi per un reale pluralismo¿.
Dello stesso avviso il segretario dei Ds, Piero Fassino. Con questa legge, secondo il leader della sinistra, il governo ¿¿non risolve nessun problema ma ne aggrava la principale contraddizione, rafforza una posizione dominante e favorisce l”iper concentrazione dell”informazione e della pubblicità¿.
¿E” una brutta legge approvata con evidenti pressioni sulla maggioranza – prosegue Fassino – lo dimostra che quando si è votato a scrutinio segreto 20 o 30 deputati della Cdl si sono pronunciati con l”opposizione””. Fassino arriva addirittura a parlare di blindatura imposta da Silvio Berlusconi.
Il presiedente della Camera, Pier Ferdinando Casini, non è però d¿accordo, e parla invece di ¿clima politico buono¿, che ha permesso al Parlamento di rispondere tempestivamente.
Per Casini ¿dunque i problemi non sono né il regolamento parlamentare, né il meccanismo del voto segreto¿.
¿Oggi – prosegue Casini – ne abbiamo avuto la dimostrazione: il clima politico è migliorato e la Gasparri è passata senza problemi, quando il clima politico era negativo era rimasta impantanata¿.
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