Europa
All¿attenzione degli osservatori, degli esperti, degli operatori di settore e dei semplici interessati si pone, alCeBITdi Hannover, il gran tema della convergenza digitale.
Il ruolo di televisione, radio e Internet di prossima generazione, aprono un interessante dibattito sulle prospettive tecnologiche della convergenza e i suoi risvolti economici e sociali.
Sono sempre maggiori le interazioni tra l¿elettronica per il grande pubblico e l¿informatica.
Tra questi due mondi, fino a poco tempo fa a sé stanti, i confini stanno diventando sempre più sfumati e l¿interrogativo che incalza è: chi sarà il protagonista delle fiere del futuro? Televisione o computer?
Al CeBIT, la più importante fiera tecnologica del mondo, abbiamo visto che gli hard disk non sono più privilegio dei soli computer, ma anche di registratori Dvd, e tante televisioni ormai possono servire a visionare delle pagine Internet.
Contemporaneamente, siamo assistendo a una lenta penetrazione dei gruppi informatici sul mercato dell¿elettronica di massa, che a livello mondiale vale 180 miliardi di euro, secondo il parere del leader del settore, l¿olandese Philips.
In fiera, il colosso informatico Microsoft ha predisposto alcuni stand per presentare l¿ultima versione del sistema operativo Windows, Media Center, che permette usi simili a quelli di uno stereo o a un televisore su PCs, secondo quanto riferisce il responsabile del prodotto, Tom Laemmel.
Cosa che non fa altro che alimentare le speculazioni sui desideri di conquista dei gruppi informatici, pronti a mettere i loro computer al posto dei televisori tradizionali.
¿Noi non la vediamo come una guerra¿, si difende però Tom Laemmel. E spiega che lo scopo, non è quello di pensare a un computer che faccia tutto, ma piuttosto pensare a un modo per mettere in sinergia tutti gli apparecchi della casa. E magari fare della televisione ¿uno schermo per PC¿.
La giapponese Matsushita, produttore di computer ma presente nei saloni europei con il proprio marchio Panasonic, non la pensa così.
Il responsabile dell¿ufficio stampa, Andoni Larrucea, ritiene che ¿Il vantaggio del computer sia la mobilità. Con un portatile, si può guardare un film in aeroporto, connettersi a Internet, partecipare a una videoconferenza¿¿.
E aggiunge ¿A casa è tutto diverso. Vi immaginate una famiglia che sostituisce la propria televisione con un computer portatile? La Tv ha ancora un futuro¿, e può puntare su una migliore qualità sonora e su una migliore qualità delle immagini.
Dello stesso parere Philips, che asserisce che contrariamente ai produttori di computer, gli specialisti dell¿elettronica di massa beneficiano di un ¿sapere unico¿ accumulato in anni di esperienza.
¿Le nostre soluzioni sono più vicine ai bisogni reali dei consumatori, rispetto a quelli che possono proporre le imprese informatiche¿, dichiara il vicepresidente esecutivo Gottfried Dutiné.
Aggiungendo ¿Sappiamo come le persone usano le tecnologie e sappiamo quello che si aspettano¿
Se soddisfatti, saranno meno propensi a cambiare la loro televisione con un computer.
Salvo se la scelta è motiva dalla ¿convergenza¿, con la scomparsa delle frontiere tra elettronica di massa, informatica e telecomunicazioni con telefonini che navigano su Internet, si trasformano in console di videogiochi o in lettore.
Il produttore di televisore tedesco DK Digital risponde al quesito presentando il suo modello Exentia, che commercializzerà in Europa a partire dal prossimo mese.
Dotato come molti altri di un telecomando, del Dolby surround e di uno schermo a cristalli liquidi, non avrebbe niente di straordinario¿ se non fosse che dietro si nasconde un¿unità centrale, e sui lati un sistema per le connessioni, un lettore e riproduttore di dischi, ed è integrato con il sistema operativo Media Center
Televisioni, computer, lettori Dvd, hi-fi¿ Per Marcus Todt, responsabile delle vendite, la cosa è molto chiara: ¿Vogliamo rimpiazzarli¿.
Non c”è dubbio che i produttori di contenuti, siano essi gli operatori della televisione, dell¿informatica o delle telecomunicazioni, avranno un ruolo cruciale in questo processo e, soprattutto, dovranno caricarsi di una grande responsabilità: garantire il pluralismo e la democrazia, offrendo contenuti e servizi in grado di soddisfare le esigenze dei diversi tipi di pubblico.
A questo punto rimane da porsi un quesito: nello scenario della convergenza digitale e multimediale, il ruolo del servizio pubblico saprà adeguarsi?
In questa nuova prospettiva, il servizio pubblico deve avere la responsabilità di garantire l”accesso alle informazioni al grande pubblico di massa, non nicchie riservate.
Ma a parte i problemi di casa nostra, lo scoglio macroscopico che questa rivoluzione dovrà affrontare sarà anche quello del digital divide, per non andare incontro all”economia dell”esclusione e creare una finta globalizzazione solo per i Paesi in grado di comprarne i prodotti. Ma per questo occorrono politiche internazionali concrete verso una maggiore democratizzazione dei processi di sviluppo sociale e un maggiore rispetto delle reciproche diversità
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Per ulteriori approfondimenti, leggi:
CeBIT 2004: in scena la convergenza tra telecomunicazioni, media e internet
CeBIT 2004: l¿high-tech tra crisi e ripresa
CeBIT 2004: Mms e push-to-talk i nuovi vettori di crescita per le tlc