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Donne e informatica¿un binomio considerato sacrilego fino a poco tempo fa, ma che è stato smentito dalla ricerca ¿Donne, Ict, potere, innovazione. La trasformazione silenziosa¿, realizzata per il Cnel dal Forum per la tecnologia dell¿informazione (Fti).
La rete, infatti, è sempre più femminile: già nel 2001, le connessioni a Internet avviate dalle donne hanno superato quelle degli uomini. Il 40% degli iscritti alla Patente informatica europea è costituito da donne e, anche in ambito scolastico, le ragazze si connettono alla rete più dei loro coetanei.
Quello della donna impegnata nell¿Ict è comunque un profilo complesso e articolato:attive, curiose, innovative e rigorose esse portano un mix di competenze non solo tecniche nella società dell¿informazione.
Le donne stesse sono le principali protagoniste nel percorso di avvicinamento alle tecnologie dell¿informazione e della comunicazione, ma appare importante anche il ruolo di istituzioni, associazioni e imprese nella promozione di questo processo.
Persiste, tuttavia, un divario tra uomini e donne nelle possibilità di accesso al mondo dell¿Ict: per quanto riguarda i percorsi di formazione, nelle facoltà di Ingegneria, per esempio, le iscritte sono solo il 17%, ma in dieci anni sono quasi quadruplicate e tra gli specializzati rappresentano il 30%.
Le donne in carriera nell¿Ict hanno in genere meno di 40 anni, spesso non hanno figli e lavorano oltre otto ore al giorno per più di cinque giorni alla settimana, ma pure a parità di titoli spesso guadagnano meno dei colleghi uomini
Tra i titolari delle imprese Ict, le donne raggiungono il 25%, mentre nel settore della New economy, l¿occupazione femminile non supera il 13-15%.
La loro presenza appare rilevante in termini di quantità e qualità soprattutto nelle aree della comunicazione interna ed esterna e sul web, oltre che nei sistemi informativi, nella sicurezza informatica, nella formazione a distanza e multimedialità, mentre resta scarsa ai livelli decisionali (solo il 12,8% dei dirigenti è donna).
Serena Dinelli, una delle curatrici del rapporto, ha spiegato che seppure nello sviluppo dei software sia stato fondamentale l¿apporto di una donna – Ada Byron Lovelace, figlia del Lord Byron del romanticismo inglese ¿ ¿¿nel momento in cui le nuove tecnologie hanno conquistato il mondo, le donne ne sono state escluse”.
¿La ¿rivoluzione silenziosa¿ delle donne nella new economy – ha affermato il presidente della Commissione attività produttive e risorse ambientali del Cnel, Mario Sai – è un movimento in espansione, caratterizzato da un orientamento verso un progetto forte, relazionale, a rete dell¿innovazione e da una grande attenzione ai temi della qualità e della formazione. Questo provoca spesso un contrasto con i modelli gerarchici di organizzazione aziendale, che alle donne creano difficoltà nel riconoscimento professionale e nella carriera. Alcune ne escono accettando il modello corrente fondato sulla competenza-competizione, altre valorizzando la specificità che comportamenti e valori femminili possono immettere nei processi innovativi, nello stesso fare impresa. Sarà di grande interesse per tutti – ha concluso Sai – dare voce a questa ¿rivoluzione silenziosa¿ e il Cnel è intenzionato a continuare il suo lavoro di indagine¿.
Francesca Santoro, vicepresidente del Cnel e coordinatrice del gruppo di lavoro intercommissioni per le pari opportunità, aggiunge che ¿¿le nuove opportunità rappresentate dall¿Ict hanno reso le donne più protagoniste ma non automaticamente vincenti, a causa di stereotipi culturali persistenti e che storicamente hanno finito per scoraggiare l¿accesso delle donne a ruoli di prestigio nel settore tecnico-scientifico¿.
¿Le donne, infatti, anche in questo settore – ha spiegato – sono oggi più istruite degli uomini, meglio formate, e tuttavia meno riconosciute sia nelle qualifiche che nelle retribuzioni (con stipendi che arrivano ad essere inferiori fino al 35% rispetto a quelle degli uomini), e sottorappresentate negli organi decisionali¿.
Dunque, ha sottolineato la vicepresidente del Cnel, ¿molta strada è stata fatta, ma molta strada resta ancora da fare per cogliere a pieno i vantaggi di una positiva relazione tra donne e innovazione tecnologica¿.
La sensibilità femminile è, infatti, molto vicina alle modalità che caratterizzano il lavoro nell¿Ict, in cui preziose sono ¿¿le connessioni, l¿interdisciplinarietà, la trasmissione di conoscenze. E in cui – ha concluso – è vitale una logica inclusiva, aperta al contesto e dunque più affine alle donne, più attente alle conseguenze complessive di ogni intervento¿.
In un Paese come l¿Italia in cui l¿innovazione tecnologica fatica a farsi strada, visto che nelle graduatorie economiche europee l¿Italia è mediamente all¿11° posto, ma è ultima nella spesa per Ict, ¿¿il contributo che le donne possono dare in termini di competenza e qualità professionale – ha concluso la Santoro – resta considerevole, se pensiamo che le professionalità femminili si stanno facendo largo proprio nei settori più innovativi, con una diffusione dell¿innovazione tecnologica che è capillare nelle cosiddette aziende rosa¿.
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