Europa
Il prossimo primo luglio entrerà in vigore la Convenzione del Consiglio d¿Europa sul cybercrime, visto che un quinto Paese, la Lituania, ha provveduto alla ratifica. La notizia è stata data dal Consiglio d¿Europa in un comunicato.
Questa Convenzione, il primo trattato internazionale sui crimini commessi via Internet e le altre reti informatiche, ha come obiettivo quello di avviare una politica comune in materia di reati informatici, in particolare nel campo della pornografia infantile, della frode e della violazione delle sicurezza delle reti.
Il trattato è frutto di ben quattro anni di negoziazioni in seno al Consiglio d¿Europa, un¿Assemblea consultiva di 43 Paesi il cui emiciclo è a Strasburgo.
Il Consiglio d¿Europa non deve confondersi con il Consiglio della Ue, che riunisce i Capi di governo dei 15 Paesi membri dell¿Unione.
Walter Schwimmer, Segretario generale del Consiglio d¿Europa, ha definito la Convenzione un accordo pioniere che dovrà giocare un ruolo iniziale nella lotta contro i crimini informatici. Il Segretario ha definito il cybercrime una sfida mondiale a cui tutti sono chiamati e che necessita una risposta internazionale coordinata.
Schwimmer invita, quindi, tutti gli Stati Membri ha sottoscriverla e a ratificarla ¿in via prioritaria¿.
Dal momento in cui la Convenzione è stata aperta alla firma, il 27 novembre 2001, 37 Stati l¿hanno firmata e 5 tra questi l¿hanno già ratificata (Albania, Croazia, Estonia, Ungheria e Lituania).
Tra i firmatari ci sono anche 4 Stati non europei (Sud-Africa, Canada, Stati Uniti e Giappone), a parte i Quindici Stati membri della Ue.
Dal 15 al 17 settembre prossimo, il Consiglio d¿Europa organizzerà a Strasburgo una conferenza internazionale sulle ¿sfide legate alla cybercriminalità¿.
Sicuramente la Convenzione rappresenta un passo avanti verso il regolamento delle disposizioni normative degli Stati membri in materia procedurale, al fine di migliorare la capacità dei servizi di polizia e coordinare in tempo reale le indagini, raccogliere indizi e prove sul territorio nazionale prima che spariscono.
I Paesi aderenti alla Convenzione hanno deciso di estendere i poteri di polizia e di indagine e armonizzare le attività inquirenti tra i diversi paesi in tema di crimine informatico, con attenzione particolare alla pornografia infantile.
Intanto i ministri europei delle telecomunicazioni hanno approvato un piano per creare l¿Agenzia europea per la Sicurezza delle Reti e delle Informazioni.
L¿Agenzia svolgerà un ruolo consultivo riguardo temi di grande attualità, quali la pirateria informatica, gli attacchi di virus ed eventuali minacce alle reti d¿informazione.
I corpi di polizia europei avranno quindi un aiuto in più nel portare avanti la lotta al cybercrime. Mancava a oggi un”unità che riuscisse a coordinare e rendere più veloci le operazioni che sono spesso bloccate dalle lungaggini burocratiche dei diversi Paesi.
Quello del crimine informatico è un argomento che ha trovato grande attenzione da parte della Commissione Ue, soprattutto dopo la guerra aperta dai pirati informatici che hanno scatenato il panico tra gli utenti Internet, le autorità governative hanno preso a cuore il problema della vulnerabilità dei network.
La Commissione europea ha annunciato la presentazione di un piano per creare una task force paneuropea in grado di far fronte ai sempre più numerosi attacchi hacker alle reti di computer.
Il nuovo sistema consentirà agli Stati membri uno scambio continuo di informazioni, grazie anche al coordinamento legislativo contro il cybercrime che prevede – tra le altre cose – la prigione per chi cerca di violare un sistema
La convenzione prevede che le norme del diritto penale sostanziale e processuale dei diversi Paesi configurino in maniera uniforme gli elementi delle nuove fattispecie di reati informatici – l”accesso illegale alle reti informatiche protette, la falsificazione dei dati, la diffusione dei virus, gli attentati alla proprietà intellettuale – e che vengano inasprite le sanzioni penali inflitte per la diffusione della pornografia infantile.
Dovranno essere potenziati, inoltre, in un quadro di efficace cooperazione internazionale, gli strumenti utilizzabili per l”indagine e la repressione degli illeciti informatici, nonché di tutti i reati commessi mediante strumenti informatici o che possono essere provati tramite tali strumenti.
In particolare, la Convenzione contiene una serie di disposizioni riguardanti la conservazione, la diffusione e la consultazione dei dati raccolti in un sistema informatico, la disponibilità in tempo reale dei dati sul traffico e l”intercettazione dei dati relativi ai contenuti.
Il testo della Convenzione non contiene, però, nessuna norma in materia di misure per la repressione della propaganda razzista e xenofoba online.
Gli Stati Uniti, infatti, che hanno partecipato all”elaborazione del provvedimento, si sono opposti all”introduzione di disposizioni di questo tipo, considerandole lesive del primo emendamento della loro Costituzione, che tutela la libertà d”espressione.
I Paesi firmatari della Convenzione potranno, comunque, sottoscrivere un protocollo addizionale che prevede disposizioni in materia.Gli Stati che ratificano la Convenzione non sono comunque obbligati a aderire anche al protocollo.
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