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Tlc, nel mercato ancora poca concorrenza. Wind attacca Telecom Italia

Italia



A sei anni dalla liberalizzazione delle tlc, esiste in Italia ancora un forte malcontento riguardo l¿effettivo cambiamento della situazione sul mercato, giudicato ancora tutt¿altro che concorrenziale.

E¿ quanto &#232 emerso nell¿ambito del convegno ¿La concentrazione nella telefonia fissa¿ organizzato dal centro Crea dell¿Universit&#224 Bocconi, durante il quale l¿amministratore delegato di Wind, Tommaso Pompei, ha espresso i suoi dubbi riguardo la possibilit&#224 per gli operatori ¿minori¿ di competere con Telecom Italia, ex monopolista del mercato italiano.

Il gruppo guidato da Marco Tronchetti Provera controlla il 77% del mercato della telefonia locale, il 69% della telefonia a lunga distanza e il 64,5% delle chiamate internazionali.

Secondo Pompei, l¿Antitrust ha fatto poco o niente per favorire la concorrenza, limitandosi a svolgere solo una funzione di controllo.

¿In Italia ¿ dice Pompei – c”&#232 il rischio che la situazione di monopolio gi&#224 sperimentata da Telecom Italia per i servizi vocali, si riproponga nel mercato della banda larga¿.

I presupposti, infatti sembrano esserci tutti: Telecom Italia &#232 proprietaria della rete e ha dunque una presenza garantita sul mercato finale.

Per risolvere il problema, l¿ad di Wind propone innanzitutto di conferire maggiori poteri d¿intervento all¿Autorit&#224 di controllo sulla concorrenza, ma altres&#236 di imporre la separazione ¿societaria¿ delle attivit&#224 di rete dalle attivit&#224 commerciali dell”operatore dominante, anche solo limitatamente al mercato della banda larga.

Nel dibattito si inserisce anche il commento di Luigi Prosperetti, docente dell¿Universit&#224 Bicocca di Milano, secondo cui quest¿ultima opzione potrebbe in realt&#224 rivelarsi un boomerang, poich&#233 avrebbe come effetto primario quello di bloccare gli investimenti del maggiore operatore italiano, risolvendo poco o niente per la concorrenza.

I competitor dovrebbero infatti seguire l¿esempio di Fastweb, attualmente unico operatore a fornire una piattaforma alternativa a quella Telecom.

Silvio Scaglia, presidente di e.Biscom (che controlla Fastweb), pur ammettendo che l¿Antitrust dovrebbe fare un po¿ di pi&#249 per garantire l¿ingresso paritario in un mercato cos&#236 difficile ma remunerativo, sostiene che &#232 possibile offrire un servizio alternativo a quello di Telecom Italia, ¿investendo molto e aspettando di raccogliere i frutti¿.

A fine dicembre 2003, Fastweb contava su 330.600 clienti, pari a una crescita dell¿88% su base annua.

Wind invece ha chiuso lo scorso anno con 3.1 milioni di clienti per i servizi di telefonia fissa, per un traffico di 15 miliardi di minuti.

Certo la situazione del mercato italiano &#232 molto complessa: con 550 mila linee urbane in umbundling, il nostro paese in Europa &#232 secondo solo alla Germania. Ma si tratta di una percentuale pari ad appena il 2% del totale delle linee telefoniche.

In questi sei anni, inoltre, i prezzi sono effettivamente calati ed &#232 aumentata l¿offerta ma gli operatori continuano a trovare diverse difficolt&#224 di inserimento.

Molti osservatori sono concordi nell¿affermare che grazie agli investimenti effettuati sulla rete proprietaria, Telecom Italia ha potuto massimizzare i ricavi sul mercato d¿accesso, trasferendo lo scontro concorrenziale sul segmento traffico, con prezzi insostenibili per gli altri player.

Tutto questo a discapito dei concorrenti che, seppur dotati di infrastrutture alternative, non riescono a trarre profitto dai propri investimenti.

Questa situazione, per&#242, &#232 comune a tutti i Paesi europei, a eccezione della Gran Bretagna, dove la liberalizzazione &#232 iniziata pi&#249 di un decennio prima che da noi.

Di questo parere &#232 Sergio Fogli, direttore affari regolamentari di Telecom Italia Wireline, che dichiara che¿¿nel nostro Paese, anzi, la liberalizzazione ha funzionato meglio che in altri. Lo dimostra anche il fatto che il prezzo per l¿affitto dell¿ultimo miglio &#232 il pi&#249 basso in assoluto¿.

Perch&#233 il mercato italiano cominci a beneficiare della liberalizzazione, dunque, la concorrenza, dovr&#224 spostarsi dall¿ambito dei costi e del canone su nuovi modelli di business, concentrati sullo sviluppo di piattaforme alternative.

&#169 2004 Key4biz.it

Alessandra Talarico

ESCLUSIVA
Domani, 18 marzo 2004 alle ore 18:00, Key4biz.it pubblicher&#224 il Piano Italiano per lo Sviluppo della Tv Digitale Terrestre, presentato dall¿Italia, al pari degli altri Paesi a Bruxelles in sede di Commissione Europea.

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