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Lo spam è diventato un flagello. Su questo sono d¿accordo tutti, ma i tempi peggiori devono ancora arrivare, dal momento che l¿irritante pratica di inviare messaggi pubblicitari non richiesti si sta spostando da Internet anche sui telefonini.
Da noi il fenomeno è ancora limitato, ma in Giappone e negli Stati Uniti sono già tantissime le denunce per violazione della privacy presentate alle autorità competenti.
Tanto che la Commissione Federale per le Comunicazioni (FCC) sta pensando di passare al contrattacco, studiando un metodo efficace per proteggere i telefonini dallo spam.
Il presidente della FCC, Michael Powell, ha spiegato che “…governo e istituzioni dovrebbero trattare gli spammer come gli scarafaggi che infestano un soggiorno: sterminandoli”.
Il Congresso americano ha già dato alla FCC il compito di esaminare e risolvere il problema al momento dell¿adozione della legge Can-Spam, approvata lo scorso mese di dicembre per contrastare il fenomeno della posta spazzatura su Internet.
Allo stesso tempo, la Commissione per il Commercio (FTC) ha dichiarato di voler applicare la lista ¿Do not call¿ (un registro di utenti che non vogliono ricevere junk mail) anche alla telefonia mobile.
Il presidente dell¿agenzia, Tim Muris, ha però espresso i suoi dubbi riguardo questo strumento che si è effettivamente dimostrato poco efficace nella lotta allo spam, nonostante vi abbiano aderito più di 58 milioni di americani: ¿¿Non ho ancora visto una soluzione capace di dare risultati degni di nota, ma stiamo studiando a fondo il problema e forse a breve emergerà qualcosa di positivo dalle nostre indagini¿.
Gli utenti, intanto, sono sempre più arrabbiati e chiedono costantemente alle autorità di trovare il modo per mettere fuori legge le aziende di telemarketing colpevoli di inondare le caselle di posta elettronica di messaggi fasulli ¿ reclamizzanti diete o finanziamenti a tasso agevolato – dietro cui spesso si nasconde l¿industria pornografica.
Il Congresso, però, vuole prima di tutto studiare un metodo per distinguere i messaggi pubblicitari legittimi dallo spam: le aziende di telemarketing, infatti, rispettano la Do-not-call list, cosa che invece non fanno gli spammer senza scrupoli.
Già dalla scorsa estate, Muris invitava gli utenti a ¿¿non sprecare tempo iscrivendosi alla lista perché ancora un sacco di gente non rispetta la legge¿.
Che fare allora? Molti puntano il dito sugli operatori della telefonia mobile, che ¿ pur dovendo affrontare la rabbia degli utenti ¿ approfittano dei guadagni generati dal traffico dei messaggi, continuando a tenere un atteggiamento vago nei confronti del problema.
I messaggi di testo si sono infatti dimostrati una vera e propria miniera d¿oro da cui operatori ottengono un margine di profitto che va dal 60 all¿80%. Ecco perché, sostengono gli osservatori, gli operatori potrebbero mantenere un atteggiamento volutamente ambiguo.
In Giappone, dove gli sms sono una vera e propria mania, si è calcolato che gli abbonati arrivano a ricevere fino a 30 messaggi spazzatura al giorno, malgrado gli sforzi legislativi e l¿applicazione di appositi filtri di bloccaggio. Il maggiore operatore mobile nipponico, DoCoMo, sta cercando di arginare il fenomeno bloccando tutti quei messaggi privi di destinatario e isolando oltre 2 mila linee telefoniche per presunti abusi legati all¿invio di messaggi spazzatura.
La compagnia ha anche intrapreso le vie legali, chiedendo in alcuni casi il rimborso dei danni subiti danni dagli utenti e dall¿azienda.
In Europa, secondo uno studio condotto dalla società di ricerca britannica Empower Interactive, il 65% degli utenti sostiene di ricevere fino a cinque sms non sollecitati a settimana. E il problema sembra aggravarsi sempre più.
La FCC si è comunque ripromessa di predisporre entro la fine di settembre una serie di contromisure per bloccare il fenomeno, che interessa potenzialmente oltre 156 milioni di americani che utilizzano un telefonino.
Nel frattempo, i maggiori ISP statunitensi – AOL, Microsoft, Yahoo! e Earthlink – sono passati alle vie legali, annunciando di aver denunciato centinaia di società che inviano ogni giorno un numero consistente di messaggi indesiderati agli utenti di tutto il mondo.
I messaggi indesiderati, ha reso noto la Brightmail ¿ società produttrice di software antispam – sono stati il 62% del totale di tutta la posta elettronica ricevuta dagli utenti, sia aziende che privati, in tutto il mondo nel mese di febbraio.
La percentuale è cresciuta del 50% rispetto ai sei mesi precedenti e, in termini economici, il danno prodotto ai provider raggiunge proporzioni enormi, a causa del rallentamento delle connessioni e dei costi sostenuti dalle aziende per l¿adozione di sistemi di difesa.
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