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La lotta allo spam coinvolge ormai tutto il mondo. Le eMail non sollecitate che invadono giornalmente le nostre caselle di posta elettronica possono infatti essere considerate alla stregua di un¿epidemia globale, contro cui autorità, industria e associazioni di settore hanno finora potuto fare ben poco.
Nessuno, ovviamente, vuole darsi per vinto e si moltiplicano le iniziative volte ad arginare il fenomeno, tra i più fastidiosi dell¿era Internet.
L¿ultima in ordine di tempo arriva dagli Usa, dove quattro tra i maggiori Internet Service Provider hanno annunciato di aver avviato sei azioni legali contro centinaia di spammer.
Microsoft, AOL, Earthlink e Yahoo hanno quindi deciso di passare al contrattacco contro le più grandi e ¿più cattive¿ società colpevoli dell¿invio di massa di posta elettronica non sollecitata.
Si tratta dei primi passi mossi dall¿industria in questa direzione, dopo l¿approvazione della nuova legge Usa anti-spam, nota come CAN-SPAM Act, varata dal governo Usa a dicembre dello scorso anno.
¿Stiamo cercando di colpire gli spammer incalliti ¿ dice il legale di AOL, Randall Boe ¿ il prossimo passo sarà allontanarli dal business¿.
Il mese scorso, AOL aveva reso noto di avere aperto un”azione legale nei confronti della società informatica Connor Miller Software della Florida, accusata di avere aiutato operatori tailandesi a diffondere 35 milioni di eMail spazzatura. AOL mira ad ottenere risarcimenti pari a 1,6 milioni di dollari.
Earthlink, invece ha deciso di adire le vie legali nei confronti di 16 utenti e aziende in Florida, California, Tennessee, Michigan e Nevada accusate di avere immesso in rete 250 milioni di lettere spazzatura.
Secondo gli ultimi dati forniti dalle società specializzate nel monitoraggio dei sistemi di posta elettronica, lo spam potrebbe rappresentare più del 75% dell¿insieme delle mail ricevute da utenti con casella di posta elettronica per il prossimo anno, contro circa il 50% delle attuali.
Se questo non bastasse, bisogna anche considerare che un numero sempre crescente di eMail contengono virus o mirano a estorcere all¿ignaro utente, password o informazioni finanziarie.
Per questo, le società che forniscono accesso a Internet ¿ che in un primo tempo hanno ferocemente criticato la nuova legislazione Usa – hanno deciso già dallo scorso anno di condividere risorse e informazioni per colpire al cuore le società spammer, dietro cui molto spesso si cela l¿industria pornografica.
In base alle nuove disposizioni le cosiddette società di telemarketing possono inviare eMail commerciali, purché i messaggi contengano in basso un indirizzo e una casella di posta validi e un link di cancellazione dalla lista. Gli Usa, infatti, hanno scelto l¿opzione opt-out, termine con cui si indica la possibilità per le aziende di inviare informazioni senza l”esplicito consenso del destinatario, dando la possibilità a quest”ultimo di richiedere la cancellazione del suo indirizzo dall”elenco e di non essere disturbato ulteriormente.
¿Il Congresso ¿ dice ancora Boe ¿ ci ha dato gli strumenti necessari per perseguire gli spammer con dure sanzioni e noi non vogliamo sprecare altro tempo, muovendoci risoluti per trarre tutto il vantaggio possibile dalla nuova legge¿.
Secondo la società Spamhaus, il 90% delle mail spazzatura possono essere addebitate ad appena 200 ¿spam gangs¿, la maggior parte delle quali si trova negli Stati Uniti e genera il 56,74 % dello spam.
In altre parole, 6 spammer su 10 sono americani.
I ricercatori hanno rilevato però che, sebbene la maggior parte dello spam venga inviato dai computer americani, molti messaggi indesiderati sono spediti senza che il proprietario del pc ne sia a conoscenza.
In realtà, gli esperti ritengono che gran parte dello spam sia creato in Russia, che però risulta solo 28esima nella classifica dei Paesi diffusori di posta spazzatura.
Gli spammer sfruttano infatti le falle nei sistemi di sicurezza delle macchine prese di mira, che così vengono trasformate in server produttori di spam.
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