Italia
Completato il Comitato di garanzia della corretta, imparziale e trasparente applicazione del Codice di autoregolamentazione Internet@minori, che si insedierà domani 10 marzo al Ministero delle Comunicazioni.
Sono 11 i componenti effettivi ed altrettanti supplenti. Daniele Damele, 42 anni, sarà il nuovo vicepresidente. Nel Comitato, che sarà presieduto da Danilo Bruschi, docente ordinario in sicurezza delle Reti e calcolatori dell”Università di Milano, Damele rappresenterà gli utenti.
Damele, riporta la nota, ha subito dichiarato: ¿Sin dalla prima seduta del Comitato Internet@minori, desidero fornire una serie di indicazioni operative e programmatiche, riferendomi ai punti salienti del codice e recuperando l”attività svolta dal gruppo di lavoro¿.
Il Codice Internet@minori prevede una serie di norme di comportamento per gli internet provider e i fornitori di contenuti in difesa dei minori e per la lotta alla pedopornografia online.
Il codice sarà applicato a tutti i soggetti (Access e Content Provider, Internet Point) che vi aderiranno, i quali ¿ dopo verifica dei requisiti richiesti ¿ riceveranno una sorta di bollino, un marchio che li identificherà come soggetti sicuri per la navigazione da parte dei minori.
Chi aderirà potrà quindi pubblicare, sui propri servizi e nelle comunicazioni commerciali, la dicitura ¿Aderente al Codice di autoregolamentazione Internet@minori¿ oltre al relativo logo che viene concesso in licenza d¿uso gratuito e a tempo indeterminato fino all¿eventuale revoca.
L¿adesione è volontaria e implica in modo inderogabile l¿accettazione integrale dei contenuti del Codice stesso e in particolare l¿accettazione delle attività di vigilanza e delle sanzioni previste, l¿adattamento delle condizioni contrattuali di prestazione dei servizi alle disposizioni del Codice.
Il Codice prevede norme che riguardano l¿anonimato e l¿identificazione degli utenti, nonché il trattamento dai dati personali.
Chi aderisce all¿iniziativa, si impegna anche nella lotta alla pedopornografia online. Per questo, nel rispetto delle normative vigenti in materia di trattamento dei dati personali, dovrà conservare il numero IP utilizzato dall¿utente per l¿accesso alle funzioni di pubblicazione dei contenuti, anche se ospitati gratuitamente. Inoltre, dovrà porre in essere tutte le iniziative atte a realizzare la collaborazione con le autorità competenti, e in particolare con la Polizia Postale e delle Comunicazioni, al fine di rendere identificabili gli assegnatari delle risorse di rete utilizzate per la pubblicazione dei contenuti ospitati presso i propri server, così come risultanti dai relativi contratti o documenti equipollenti, entro e non oltre le tre giorni lavorativi successivi al ricevimento del provvedimento dell¿autorità richiedente.
Il Comitato di Garanzia è stato istituito appunto per vigilare sulla corretta, imparziale e trasparente applicazione del Codice. I rappresentanti sono tutti esperti in materia, nominati con Decreto del Ministro delle Comunicazioni, adottato di concerto con il Ministro per l¿Innovazione e le Tecnologie. Quattro componenti in rappresentanza degli aderenti designati dalle Associazioni di categoria firmatarie; due componenti, di cui uno con funzioni di presidente, in rappresentanza del ministero delle Comunicazioni e due in rappresentanza della presidenza del Consiglio dei Ministri ¿ Dipartimento dell¿Innovazione e delle Tecnologie; tre componenti designati dalle Associazioni per la tutela dei minori e del Consiglio Nazionale degli Utenti. I componenti e il presidente rimarranno in carica tre anni.
Per gli aderenti all¿iniziativa che abbiano violato gli obblighi contenuti nel Codice, il Comitato di Garanzia, una volta accertata l¿infrazione, deciderà un provvedimento che può andare dal richiamo alla censura, alla revoca dell¿autorizzazione all¿uso del marchio ¿Internet@minori¿. Chi si vedrà revocare l¿uso del marchio non potrà più utilizzarlo fino a che non sia stato nuovamente autorizzato.
La necessità di creare un simile organismo, nasce dall¿esigenza di nuove misure per difendere i più piccoli dalla dilagante pedopornografia sul Web.
I dati sono allarmanti, secondo alcune cifre diffuse dall¿associazione Save the Children – attiva nella battaglia contro lo sfruttamento e l”abuso sessuale di minori su Internet con il progetto Stop-it ¿ un singolo Web site sulla pedofilia può guadagnare fino a 90.000 euro al giorno attraverso la vendita di foto e video contenenti scene di sesso tra adulti e bambini.
Un business che in Italia ha un fatturato annuo di oltre 11 miliardi di euro.
Il rapporto sulla sicurezza del Viminale rileva che nel 2002 sono state segnalate all”autorità giudiziaria 581 persone per reati perpetrati ai danni dei minori attraverso la rete Internet. Nell”anno 2000 le segnalazioni erano state 290, è stato quindi registrato un aumento del 100,3%. Nel primo semestre di quest”anno, si legge ancora nel rapporto, le persone denunciate sono già 431.
Il Parlamento europeo sta discutendo una proposta che introduca un sistema europeo di filtraggio dei messaggi pedopornografici a tutela dei minori su Internet.
Si sta decidendo sull”introduzione a livello europeo della tecnologia ChildKey, inventata in Italia dalla Fondazione ”Safety World Wide Web” presieduta da Felice Vinati.
Il sistema ChildKey consente di fare conoscere a tutti i soggetti che operano su Internet (provider, motori di ricerca, proprietari e costruttori di siti Web) lo statuto di minorenne dell”utente che accede al servizio, rendendoli così esplicitamente penalmente responsabili se non prendono misure per impedire che venga sollecitato da messaggi pedopornografici.
La necessità di interventi immediati è data dal susseguirsi di notizie, che evidenziano una volta di più l¿urgenza di regolamentare al meglio la materia. Non si può infatti restare impassibili di fronte alla possibilità che Internet diventi una trappola per i più piccini e un covo per i pedofili che al riparo dell¿anonimato portano avanti i loro sporchi e illeciti interessi.
E¿ di questa mattina la notizia che la Polizia Postale e delle Comunicazioni di Catania ha arrestato un italiano, residente in Veneto, con l”accusa di apologia di reato.
Si tratta del primo caso in Italia in cui si procede penalmente nei confronti di esponenti della pedofilia culturale.
L”uomo finito in manette, infatti, era il creatore ed il gestore di uno dei più conosciuti siti web italiani di pedofilia culturale, con vaste ramificazioni e collegamenti a siti esteri dello stesso genere.
Il sito internet, riferisce la Polizia di Stato, era un ricco e complesso giornale del Web in cui si razionalizzava e sosteneva ideologicamente la legittimità della pedofilia e dei rapporti sessuali tra adulti e minori.
Il sito, che veniva citato dalle maggiori associazioni pedofile nel mondo, è stato immediatamente oscurato.
© 2004 Key4biz.it
Consulta il testo integrale:
Il Codice di autoregolamentazione Internet@minori
Per ulteriori approfondimenti, leggi:
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