Europa
Il Parlamento europeo ha adottato oggi 9 marzo in prima lettura una proposta di Direttiva per armonizzare le legislazioni vigenti nel rispetto dei diritti della proprietà intellettuale (IPR – Intellectual Property Rights) e industriale.
¿Nel momento in cui la contraffazione e la pirateria crescono in modo esponenziale, è vitale per la nostra economia dotarsi degli strumenti necessari per assicurare il rispetto dei diritti della proprietà intellettuale¿, ha dichiarato il deputato parlamentare francese del PPE Janelly Fourtou, relatrice del provvedimento.
La Direttiva si applicherà solo dove le energie della criminalità sono state impiegate per usi commerciali, vale a dire nei confronti di commette l¿infrazione ¿per ottenere un vantaggio economico e commerciale diretto o indiretto¿.
Queste disposizioni escludono quindi i singoli utenti che possono commettere la violazione dei diritti di proprietà intellettuale in buona fede.
La Fourtou ha spiegato che il nuovo provvedimento, che prevede per gli autori delle infrazioni, sanzioni civili e amministrative, non tocca le Direttive specifiche adottate in materia, che riguardano in particolare il copyright, l¿e-commerce, o i software.
In merito alla vicenda si era aperta un¿importante disputa che aveva determinato una presa di posizione netta anche da parte dei principali operatori Tlc europei e statunitensi, tra cui Vodafone, Deutsche Telekom, British Telecom, Telecom Italia, Yahoo e Verizon, che avvertivano che modificare la portata della Direttiva con gli emendamenti proposti dalla Fourtou e da altri parlamentari, avrebbe significato ampliarne la portata e imporre misure troppo rigide sul rispetto della proprietà intellettuale.
Questo in altre parole avrebbe determinato per gli utenti il rischio di violare il diritto d¿autore e di proprietà ogni qualvolta avessero scaricato un file, una foto, un Mp3 dalla Rete, anche senza fini commerciali.
Key4biz.it e Puntoit avevano anche portato avanti questa posizione presso gli addetti ai lavori italiani.
Secondo i player, la Direttiva non doveva estendersi a chi commette delle violazioni dei diritti di proprietà intellettuale inconsapevolmente. Stesso parere per i governi nazionali che avevano obiettato che l”Unione europea non aveva competenza per forzarli all”imposizione di tali misure.
Il compromesso raggiunto riflette le divisioni della stessa industria. Da una parte la posizione di chi fornisce i contenuti, come le società cinematografiche e discografiche, che hanno insistito affinché la Commissione europea mantenesse una posizione rigida in materia.
Ricordiamo che Janelly Fourtou è moglie di Jean-René Fourtou, CEO (Chief Executive Officier) di Vivendi Universal, il Gruppo francese di media che possiede la prima major di musica del mondo, la Universal Music Group.
La signora Fourtou naturalmente ha sempre negato che esistano legami tra la sua pressione per l¿adozione delle nuove disposizioni in materia di proprietà intellettuale e gli interessi di Vivendi nella difesa della musica e altre forme di copyright nell¿ambito dei media.
Contrapposti alle major, gli Internet service provider e gli operatori Tlc, che ritenevano che la legge, così come si voleva emendare, avrebbe criminalizzato gli utenti Internet che scaricano musica dalla Rete.
Gli operatori opponevano che qualsiasi emendamento che ampliasse il campo di applicazione della Direttiva, avrebbe reso le misure della direttiva applicabili a qualsiasi tipo di violazione, a prescindere dalla sua intenzionalità, scopo o gravità del danno causato, e pertanto rischierebbe di avere effetti devastanti sull¿intero mondo dell¿industria che ruota attorno ai servizi Internet (o anche della Società dell¿Informazione o della larga banda).
E ancora, il senso di sfiducia da parte del consumatore finale arrecato dalle regole vessatorie di una simile Direttiva si sarebbe ripercosso negativamente sullo sviluppo dell¿industria di Internet e della larga banda, con effetti a catena sia sugli operatori di Rete, che sugli Isp, fornitori di contenuti e dei titolari dei diritti di proprietà intellettuale
La Direttiva era stata proposta il 30 gennaio 2003, adesso sarà trasmessa al Consiglio dei ministri.
La Commissione spera che con una forte azione sinergica tra la Commissione, il Parlamento e il Consiglio, la Direttiva sia adottata in prima lettura, eventualmente il prossimo aprile. Gli Stati membri avranno allora due anni di tempo per applicarla.
Il Commissario Ue al Mercato Interno, Frits Bolkestein, ha dichiarato: Il Parlamento europeo ha adottato oggi un¿iniziativa importante nella lotta contro la pirateria e la contraffazione, che permetterà di prendere ¿i pesci grossi¿, piuttosto che le figure di secondo piano, responsabili di reati relativamente minori come il downloading di uno o due brani musicali dalla Rete per uso strettamente personale.
La nuova Direttiva contribuirà ad armonizzare le legislazioni nazionali in materia di sanzioni e rimedi sul mercato della Ue e a segnalare agli Stati membri alcune misure (quali la pubblicazione delle decisioni giudiziarie e lo sviluppo di codici di condotta professionali) che contribuiranno alla lotta contro la pirateria e la contraffazione.
Gli Stati membri designeranno anche dei corrispondenti nazionali per cooperare e scambiare delle informazioni con gli altri Stati membri e con la Commissione.
Manca comunque al testo votato oggi la disposizione relativa alle sanzioni penali. A riguardo il commissario Bolkestein ha dichiarato: ¿La Commissione considera che un¿efficace azione nella lotta contro la pirateria e la contraffazione esige delle sanzioni penali nel caso di infrazioni gravi e intenzionali commesse per fini commerciali. Esamineremo quindi la possibilità di proporre in tempo utile delle nuove misure che prevedono sanzioni penali in questo settore. Inoltre, la Direttiva non impedirà agli Stati membri di applicare delle sanzioni penali se lo riterranno opportuno¿.
Sicuramente con questa Direttiva la Commissione vuole trasmettere agli Stati membri un chiaro segnale politico, nel senso di andare verso una lotta comune alla pirateria e alla contraffazione, di comune accordo da parte delle amministrazioni nazionali e regionali e altre parti interessate, portando avanti in definitiva una maggiore sensibilizzazione del pubblico utente.
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