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Microsoft: piace anche all¿Italia l¿idea del ¿francobollo¿ contro lo spam

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Microsoft &#232 sul piede di guerra contro lo spam e le aziende responsabili dell¿invio indiscriminato di posta elettronica non sollecitata. Quelle aziende, per intenderci, che tormentano gli utenti della Rete di tutto il mondo con le loro offerte non richieste di finanziamenti a tasso agevolato, diete lampo e prodotti per l¿allungamento del pene.

E cos&#236, Bill Gates – che solo alcuni mesi fa si proclamava convinto che fra un anno e mezzo lo spam non sarebbe pi&#249 stato pi&#249 un ¿problema serio¿ – ha deciso di passare al contrattacco, cercando di aumentare il costo dell¿invio di questo tipo di eMail, dietro cui spesso si nascondono messaggi pornografici o comunque fasulli e che rappresentano ormai la met&#224 del traffico di posta elettronica globale.

Microsoft parte dal presupposto che attualmente spedire una eMail o spedirne un milione ha pi&#249 o meno lo stesso prezzo, ragion per cui le aziende spammer non hanno praticamente nessun costo aggiuntivo derivante dall¿invio di grandi flussi di posta.

L¿idea che sostiene il progetto ¿Penny Black¿ dei ricercatori di Redmond, dunque, &#232 che aumentare i costi di invio potrebbe rappresentare un deterrente per i mittenti truffaldini. ¿¿Si tratta di creare delle conseguenze finanziarie per l¿emittente, in un modo o in un altro¿, ha dichiarato Cynthia Dwork di Microsoft.

Il nome del progetto Penny Black deriva da quello del primo francobollo prodotto al mondo su idea di Rowland Hill l¿educatore e inventore inglese che, nel 1840, riform&#242 il sistema postale inglese basandosi sull¿idea di far pagare una tassa fissa (di un penny, appunto) sull¿invio delle lettere. Fino ad allora, il destinatario della lettera pagava in base al suo peso e alla distanza che aveva percorso. Il successo del francobollo fu tale che nel 1854 Hill divenne direttore generale delle poste del Regno Unito e successivamente baronetto.

I ricercatori dell¿azienda hanno immaginato che ad ogni invio il computer del mittente venga impegnato in un complesso calcolo matematico che richieda una decina di secondi e alleghi una prova dello sforzo compiuto.

Per la maggior parte degli internauti, che inviano fino a qualche decina di eMail al giorno, la procedura non comporterebbe una grande perdita di tempo. Ma per quei computer impegnati nell¿invio massiccio di posta, ci&#242 richiederebbe un aumento di potenza e dunque di spesa.

¿La moneta di scambio diventa quindi il tempo di calcolo¿, dice la Dwork.

Il progetto &#232 ancora nelle fasi preliminari di ricerca: i tecnici di Microsoft stanno studiando un modo per integrare questo genere di tecnologia in un numero sufficiente di software da poter gestire

L¿idea, per&#242, ha gi&#224 riscosso un grande successo: anche il ministro per l´Innovazione e le Tecnologie Lucio Stanca ha infatti espresso il proprio apprezzamento, definendo ¿benvenuta¿ la proposta di far pagare una sorta di ¿francobollo¿ a chi fa invii in massa di eMail indesiderate.

Microsoft sta inoltre tentando altre vie per aumentare il costo d¿invio di grandi flussi di posta, ed &#232 anche ricorso in giudizio contro alcune aziende di New York e Washington che diffondono massicciamente eMail non sollecitate, ingombrando le reti e diffondendo false informazioni.

L¿idea di ¿farla pagare¿ agli emittenti di posta non richiesta non &#232 venuta solo a Bill Gates: esistono gi&#224 dei programmi che permettono al destinatario di una eMail di esigere che il mittente risponda a una domanda prestabilita prima di accettare il messaggio.

Nel 2003 il costo globale dello spam – in termini di sovraccarico di rete, d¿uso delle risorse informatiche e di perdita della produttivit&#224 ¿ ha superato i 10 miliardi di dollari.

&#169 2004 Key4biz.it

Alessandra Talarico

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